Caso Suarez-Juve: c'era già l’accordo in caso di cittadinanza

l'inchiesta

Ci sono nuovi particolari sulla vicenda della prova d’idoneità per ottenere la cittadinanza italiana da parte dell’attaccante Luis Suarez

Dagli stralci del verbale dell’inchiesta della procura di Perugia, pubblicati dal quotidiano La Nazione, emergono infatti retroscena sull’accordo raggiunto fra il giocatore e la Juventus, si chiarisce il motivo per cui è indagato per “false informazioni” Fabio Paratici, Chief Football Officer del club bianconero e viene svelato il contenuto di una chat fra la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli e Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministero dell’Interno, dopo il contatto avuto con Paratici

L’accordo fra Suarez e la Juventus

Fu raggiunto il 30 agosto, a raccontarlo è lo stesso Fabio Paratici ai pm l’11 novembre scorso: un accordo di due anni con clausola di recesso a favore della Juventus. Nel verbale ci sono anche le cifre dell’intesa per portare Suarez alla Juventus: “L’interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro netti, comprensivi di un bonus di 1,5 milioni” oltre a “bonus più difficili da raggiungere fino a un totale di 10 milioni di euro”, avrebbe riferito il dirigente bianconero ai pubblici ministeri Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti e al procuratore Raffaele Cantone, secondo quanto riporta La Nazione. Poche ore dopo, lo stesso Paratici racconta di aver contattato uno dei legali del giocatore per verificare lo status comunitario di Suarez. “Eravamo convinti, perché questo dicevano i siti specializzati, che il calciatore avesse cittadinanza comunitaria e in particolare italiana in quanto aveva moglie e figli italiani ed era in Europa da 11 anni”. Da quel momento è iniziata tutta la vicenda poi finita nel mirino degli inquirenti. Ai magistrati Paratici ha inoltre spiegato che - proprio verificando l’impossibilità di poter avere la cittadinanza in tempo utile per il tesseramento - la Juve a metà settembre decise di rinunciare all’operazione. L’avvocato di Suarez, disse al dirigente bianconero che il giocatore avrebbe sostenuto comunque l’esame perché "si stava divertendo nel corso e il requisito poteva tornare utile".

Perché Paratici è indagato

Nel verbale sono anche chiarite quelle “false informazioni” per cui Paratici è indagato. Il dirigente bianconero, sempre l’11 novembre, esclude davanti ai pm "di aver avuto contatti con il ministero dell’Interno o con altri ministeri". Il 13 novembre, però, è proprio la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, a parlare davanti ai magistrati di un contatto telefonico con Paratici, suo "concittadino e amico di infanzia". “Ricordo che durante il calciomercato fui contattata da Fabio Paratici – è il passaggio del verbale riportato da La Nazione -. Premetto che, essendo piacentino e quasi mio coetaneo, è mio amico di infanzia e quindi abbiamo frequenti contatti. Mi contattò, mi pare il 3 settembre 2020, forse nel corso della mattinata. Mi disse che la Juve sta comprando Suarez e che l’accordo era quasi fatto. Paratici mi spiegò che non aveva il passaporto italiano, non si erano accorti che non aveva il passaporto comunitario, cosa che era emersa a trattativa quasi conclusa e che quindi il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione. Paratici mi disse anche che Suarez aveva già presentato domanda al Consolato italiano di Barcellona per l’ottenimento della cittadinanza ma che la domanda non si era completata e che era necessario verificare se si potesse in qualche modo completare l’iter, chiedendomi a tale fine un supporto. Io risposi che, non avendo competenza, avrei contattato il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, cosa che feci subito”, la conclusione della ministra De Micheli. 

I messaggi Whatsapp 

Negli atti dell’indagine, sempre secondo quanto riporta La Nazione, ci sono anche messaggi fra la ministra e il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi. “La Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?”. Nel pomeriggio Frattasi inoltra un messaggio dove si spiega che l’istanza era stata stata rifiutata per “mancanza della conoscenza del requisito della conoscenza della lingua italiana”. Ma, aggiunge il capo di gabinetto: “Se, come credo vogliono riproporre una nuova istanza di concessione possiamo supportarli”. A quel punto la ministra spiega: “Trattasi di un giocatore che la Juve vuole comprare. Non ha fatto l’esame perché sta da 11 anni in Europa. Ma non lo ha scritto nella domanda. Quindi mi consigli di mettere in contatto la Juve con un tuo dirigente x accelerare????”. La risposta di Frattasi è affermativa.

Caso Suarez, cosa sappiamo finora: