F1, la storia di Jos Verstappen: il papà del tre volte campione del mondo
Sempre accanto al figlio nelle tappe del Mondiale, Jos Verstappen è una delle persone più influenti nella vita del tre volte campione del mondo di F1. "Sceglierei lui come compagno di squadra", ha detto Max in un'intervista a Sky Sport F1. Una vita al volante, pilota di Formula 1 tra il 1995 e il 2003, e una vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 2008: ma c'è molto di più nella storia del papà del campione del mondo
- Nei triofi di Max Verstappen, che oggi si è laureato per la terza volta campione del mondo di F1, è forte l'imprinting e la passione per le corse ereditata da mamma Sophie e da papà Jos. Quest'ultimo è probabilmente una delle personalità più influenti anche nella vita sportiva del pilota Red Bull. Ex driver in F1, dove ha corso nel Mondiale tra il 1995 e il 2003, Jos vanta una vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 2008.
- Un legame forte, una passione tramandata. Ecco Max - molti anni prima di diventare il pilota numero uno al mondo - insieme a papà Jos. Lo sguardo sempre in pista, proiettato in un futuro da campione del mondo. Anzi, da campioni.
- Anche se campione lo è stato solo il figlio. Ma l'influenza, quella, è una questione di famiglia. Una storia di passione e di motori. Perché anche Jos eredita dal padre (il nonno di Max) il brivido della velocità: è lui che gli costruisce un kart su cui iniziare a saggiare il fascino delle corse. Dagli 8 anni i primi trionfi, poi Formula Opel e la Formula3. Fino alla F1. McLaren e Benetton lo osservano: lui va dalla scuderia di Briatore come collaudatore.
- Ma un incidente per la seconda guida del team Lehto durante i test lo lanciano come secondo pilota nelle prime due gare della stagione. Lehto riconquista il suo posto, ma Jos si fa di nuovo spazio: si prende due podi (due volte terzo, resteranno gli unici della sua carriera nel Circus) in Ungheria e Belgio e chiude al decimo posto il Mondiale. Chi era il primo ilota della scuderia quell'anno? Un certo Michael Schumacher. Vincerà lui il Mondiale, il primo di sette.
- La grande paura. Siamo in Germania, 1994, Hockenheimring: durante il rifornimento ai box, a causa della benzina fuoriuscita dal bocchettone, la sua vettura prende fuoco. Le conseguenze saranno "solo" alcune ustioni al viso. I suoi due terzi posti (unici podi in carriera, come detto) arriveranno esattamente nei due GP successivi.
- Seguono per lui stagioni nelle scuderie inferiori con soli altri sette punti raccolti nel corso dei vari Mondiali. Nel 1995 guida la Simtek con l'italiano Domenico "Mimmo" Schiattarella. Nel 1996 passa alla Footwork Arrows, nel 1997 alla Tyrrel e nel 1998 corre sulla Stewart a stagione iniziata con Barrichello e Jan Magnussen, papà di Kevin. Dopo una parentesi da collaudatore Honda, torna in pista nel 2000-01 con Arrows e chiude nel 2003 con la Minardi.
- Ma quelli sono anche gli anni (il 1997, per la precisione) in cui nasce Max. E anche la passione nasce fin da subito…
- Jos chiude invece la sua storia personale coi motori con due edizioni della 24 ore di Le Mans cogliendo un 10º posto nel 2008 con la Porsche e un 13º posto nel 2009 al volante della Aston Martin. Per lui anche una gara vinta.
- E poi, da quel momento, sempre insieme a Max, nelle vesti di suo manager. Uniti con l'obiettivo di diventare campioni.
- Era il 12 dicembre del 2021, il giorno del suo primo titolo Mondiale, vinto con 395,5 punti contro i 387,5 di Hamilton. La gara infinita: la safety-car, il sorpasso, i doppiati, i reclami Mercedes. Max, a un certo punto, crolla. Jos è accanto e lo consola con un abbraccio.
- Per spiegare bene quanto Jos conti nella vita privata e professionale di Max, è sufficiente ascoltare un'intervista di questa stagione realizzata da Mara Sangiorgio per Sky Sport F1 con il pilota della Red Bull: "Per un dream team sceglierei papà". C'è da aggiungere altro?
- Ma in Max convivono due anime: una è l'eredità del papà, l'altra è la metà belga ereditata da mamma Sophie. Anche lei in passato pilota di grande talento, capace di competere sui kart con gente del calibro di Button, Trulli, Fisichella, Genè e lo stesso Chris Horner, attuale team principal della Red Bull, che aveva ammesso: "Era più veloce di me". Perché i motori sono una cosa di famiglia in casa Verstappen.