Dominio di Marquez al Motorland. Lo spagnolo conduce il GP di Aragon dal primo all’ultimo giro, vincendo con 5 secondi di vantaggio su Dovizioso. Grande rimonta del pilota Ducati, che risale dal 10° al 2° posto. Miller completa il podio (+5.430). Rossi chiude 8° (+23.623). Marc allunga a +98 su DesmoDovi: può vincere il Mondiale già nel prossimo GP in Thailandia
La sensazione non è di rassegnazione, ma di rispetto verso Marc Marquez e il suo team, che ad Aragon ha giocato in casa in tutti i sensi. Un passo gara impossibile da tenere per gli avversari, già chiaro dalla FP1, che ha consentito a Marc di staccare violentemente il gruppo nei primi giri, per poi passare alla gestione della corsa chiusa con un vantaggio d’altri tempi. Alle sue spalle Vinales ha fatto sperare i fan della Yamaha, ma di fatto con l’innalzarsi della temperatura della gomma posteriore Maverick ha dovuto cedere il passo, infilzato dalle due Ducati di Dovizioso e Miller (che meritano appieno il podio).
Se a Misano abbiamo raccontato dei miglioramenti tecnici di Iwata, in Spagna abbiamo registrato un’involuzione che ruota attorno alla mancanza di grip, variabile incontrollata e figlia dell’alchimia "assetto, temperature, gomme". C’è da lavorare ancora sodo, evidentemente non basta un nuovo impianto di scarico e un forcellone in carbonio per essere sempre competitivi.
La Ducati può e deve essere contenta, perché occupa 2 dei 3 gradini del podio ed è il primo team della galassia degli umani. Oppure la Ducati può essere scontenta, perché Marquez e la Honda in Thailandia sono costretti a portare le t-shirt celebrative della vittoria del Mondiale? Dipende dai punti di vista, come dice Dovizioso. Sicuramente il distacco è pesante e digeribile solo se si guarda al futuro con ottimismo, e se si ha il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Non è facile, ma la storia delle due ruote da corsa ci dice che quando un dominio sembra scontato, allora può essere interrotto. Nelle singole gare, in relazione alle caratteristiche del tracciato, al momento ci possono provare Dovizioso, Rins, Quartararo, Vinales e magari Rossi, se le cose iniziano a girare per il verso giusto. Per il campionato invece, se si sogna di battere il 93, bisogna attrezzarsi.
Il meglio della domenica
COME CAMBIA LA CLASSIFICA
DOVIZIOSO, 7° PODIO DEL 2019
LA TOP TEN FINALE
1 | M. MARQUEZ | 41:57.221 | |
2 | A. DOVIZIOSO | +4.836 | |
3 | J. MILLER | +5.430 | |
4 | M. VIÑALES | +5.811 | |
5 | F. QUARTARARO | +8.924 | |
6 | C. CRUTCHLOW | +10.390 | |
7 | A. ESPARGARO | +10.441 | |
8 | V. ROSSI | +23.623 | |
9 | A. RINS | +27.998 | |
10 | T. NAKAGAMI | +31.242 |
Arriviamo alla staccata della 12, Dovizioso aumenta il vantaggio su Miller.
Colpo Miller, sorpassa Vinales.
E adesso sarà un finale da brividi: Vinales non ci sta e resta in pressing su Dovizioso.
L'ordine d'arrivo
1 Marc MARQUEZ 41'57.221
2 Andrea DOVIZIOSO +4.836
3 Jack MILLER +5.430
4 Maverick VIÑALES +5.811
5 Fabio QUARTARARO +8.924
6 Cal CRUTCHLOW +10.390
7 Aleix ESPARGARO +10.441
8 Valentino ROSSI +23.623
9 Alex RINS +27.998
10 Takaaki NAKAGAMI +31.242
11 Andrea IANNONE +32.624
12 Danilo PETRUCCI +33.043
13 Miguel OLIVEIRA +33.063
14 Joan MIR +33.363
15 Tito RABAT +36.358
16 Francesco BAGNAIA +41.295
17 Mika KALLIO +42.983
18 Karel ABRAHAM +43.880
19 Bradley SMITH +44.279
20 Jorge LORENZO +46.087
21 Hafizh SYAHRIN +47.308
Non classificato
Franco MORBIDELLI 0 Giri