MotoGP, GP Thailandia (Buriram), le pagelle di Paolo Beltramo

MotoGp

Paolo Beltramo

Marquez in Thailandia con leggerezza naturale sorpassa all'ultimo giro Quartararo, confermando ancora una volta la propria forza nella domenica con cui mette il sigillo sul proprio ottavo titolo. Quartararo, in continua crescita, resta a caccia della prima vittoria in MotoGP. Ducati fatica, Yamaha a due facce: analizziamo i protagonisti del weekend

L'EDITORIALE DI GUIDO MEDA - LE STATISTICHE DI MM93

FOTO/1. MARQUEZ E I CICLI NELLO SPORT - FOTO/2. GLI 8 MONDIALI DI MARQUEZ

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Assoluto e naturale, superiore e semplice. Marc Marquez rende -come tutti i grandissimi- apparentemente facile il dominio, spontanea come un fiore selvatico l'eccellenza, divina la realtà. Lo si guarda guidare e la sensazione che gli Dei della moto l'abbiano scelto ti prende subito, immediata. La guida, il dominio atteso, la sequenza di numeri, titoli, record strabilianti è lì, ma si capisce che ancora non siamo verso la fine. A MM93 vincere, guidare al limite, stupire viene con apparentemente semplicità, con leggerezza naturale, come un dribbling di Maradona, una derapata di Villeneuve, una schiacciata di Le Bron James, uno slalom di Tomba, uno slam di Federer… L'altro giorno in Thailandia Marc ha fatto esattamente ciò che tutti si aspettavano con un di più: il sorpasso all'ultima curva dell'ultimo giro su quello che sembra sarà il suo futuro avversario più importante. Ecco quella zampata bella ma in fondo inutile (anche da secondo sarebbe stato campione del mondo) urla chiaramente quanto voglia continuare ad essere lui il maschio alfa della MotoGP di oggi e di domani.

Piccoli lupi crescono

Fabio Quartararo è un debuttante in MotoGP. Il fatto che abbia conquistato ben 5 podi dei quali ben 3 secondi posti la dice lunga su quale sia il suo desiderio e anche il suo destino: quello di provare a mordere e mettere in ritirata il capobranco, quel Marc Marquez che anche stavolta lo ha battuto. Il fatto di averci provato, di essere felice per il tentativo in sé al di là della sua riuscita, la dice lunga sul ragazzino, sulle sue mire, sulla sua consistenza. Se saprà mantenere tutte queste promesse, sarà di sicuro uno di quelli che ci farà divertire. Con un obiettivo ancora a portata per quest'anno: vincere la sua prima gara, vedere com'è.

Le due facce della medaglia

In Yamaha ci sono Quartararo e Viñales che sorridono prima e soprattutto dopo le gare, che possono sognare, che salgono sul podio. Poi ci sono Morbidelli e Rossi che invece prendono paga, arrivano lontano dai primi, non riescono a trovare quella trazione, quella dolcezza sulla gomma posteriore che servirebbe perché potessero giocarsela anche loro. VR46 ha annunciato che l'anno prossimo non ci sarà più Silvano Galbusera (che si occuperà del test team Yamaha con -sembra- Zarco), ma David Munoz attuale capotecnico di Bulega in Moto2, a dirigere il suo box. Non mi sorprende più di tanto: Rossi ha bisogno di provare qualcosa di nuovo per riuscire ad ottenere il massimo da sé e dalla moto. Un tecnico giovane, aperto, non ancora legato a schemi, metodi e concetti consolidati è sicuramente un tentativo intelligente. Ma, secondo me, pure lui, Valentino, deve riuscire a fare un reset e avere un approccio più leggero e libero ad una moto che conosce addirittura troppo profondamente.

La necessità di lavorare

In Ducati speravano di ottenere di più, molto di più da questa stagione. Il quarto posto thailandese e il lontano secondo in classifica col titolo già in mano a Marquez con quattro gare d'anticipo la dicono lunga sulla situazione. I progressi del binomio Honda/Marquez, la poca consistenza degli altri piloti Ducati, la crescita di Yamaha e Suzuki hanno messo Andrea Dovizioso nella condizione di lottare senza però una reale speranza di farcela. Situazione assolutamente difficile, frustrante, deludente. Insomma Ducati meglio negli ultimi due anni, in questo ’19 ha un po' deluso, perso posizioni. Voglia, capacità e risorse per tornare ad essere l'anti Marquez ci sono tutte, ma tocca darci dentro di brutto con idee ed entusiasmo.

Jorge, così no

Jorge Lorenzo non può finire 18° a 54 secondi dal compagno di squadra e di moto Marquez. Semplicemente non può. Lui è un bravo ragazzo, sincero e testardo, fortissimo, ma adesso sta rasentando la tristezza, guardarlo guidare fa male. Piuttosto di così, meglio niente. In Ducati aveva avuto problemi di adattamento, ma non era mai andato così piano. Non si era neppure fatto così male, vero, ma allora se non sta bene che si curi. Certo in ballo ci sono l’orgoglio, la voglia, la rabbia. E un sacco di soldi. Alla fine viene perlomeno da pensarci.

Fratelli al contrario

Nel giorno dell'ottavo mondiale di Marc, Alex Marquez finisce soltanto quinto in Moto2. Però Luca Marini porta un grosso sorriso in famiglia con il suo successo nella domenica di un opaco ottavo posto del fratello Vale Rossi. Il pilota del Team Sky bissa il successo dello scorso anno di Bagnaia e esce ufficialmente da un periodo difficile, sia fisicamente, sia di adattamento alla nuova Moto2 motorizzata Triumph. Luca è un ragazzo intelligente e forte, adesso che ha ritrovato le sue certezze, sarà dura per tutti. Nel frattempo si confermano i progressi delle KTM che dopo l'annuncio del ritiro vanno molto meglio.

Una nonna contenta

Lorenzo Dalla Porta voleva vincere per dedicare la vittoria alla nonna scomparsa da pochissimo, una persona alla quale era legatissimo (il 48, suo numero di gara e l'anno di nascita della nonna). È finito secondo, ma ha incrementato il suo vantaggio nel mondiale da 2 a 22 punti su Canet. Anche così il pensiero, la dedica e l'emozione avranno sicuramente fatto felice questa nonna da corsa.