Una foto racconta: la nascita di un fenomeno
MotoGpUn'immagine speciale per tornare direttamente a domenica 4 luglio del 1982, al tracciato di Spa-Francorchamps, quando Freddie Spencer vinse la sua prima gara in 500
In periodi così, dove passi un sacco di tempo su internet, può capitarti di scoprire il tuo nome insieme a quello di altri due colleghi citato su Twitter da un giornalista inglese, Matt Oxley, che pubblica una foto di tanti anni fa scattata dal fotografo inglese Charlie Charlcom, ma che si serve dello pseudonimo Dan Brown. Si tratta, ovviamente di un bel ricordo personale perché risale a domenica 4 luglio del 1982 a Spa-Francorchamps quando Freddie Spencer vinse la sua prima gara in 500 e la Honda tornò alla vittoria dopo il ritiro dalle corse di fine '67 e il fantastico, ma poco competitivo esperimento della NR 500 a pistoni ovali e 32 valvole del 1979, '80 e '81. Questa volta la Honda torna con una 500 come sempre molto diversa dalle altre, ma più veloce e competitiva. Si tratta della NS 500 tre cilindri a V e 2 tempi come tutta la concorrenza, cioè Suzuki, Yamaha e Cagiva. Un mezzo leggero, maneggevole, un po' meno potente, ma con più coppia delle altre. Con quella moto correvano Spencer, Takazumi Katayama (che arrivava dalla NR) e Marco Lucchinelli, fresco campione con la Suzuki passato alla Honda nell’inverno.
Lucchinelli rockstar
Lucchinelli allora era una vera e propria rockstar: era stato il padrino del Motor Show, aveva cantato come ospite a Sanremo, insomma al primo GP dell’anno '82 in Argentina tappezza i box Honda coi suoi poster e il numero 1 in evidenza, mette continuamente la sua canzone (“Stella Fortuna”) su una radio con mangiacassette, insomma fa una neanche troppo sottile guerra psicologica al compagno così veloce.
Il ritorno in Europa
Dall'Argentina si torna in Europa per correre a Salisburgo, tracciato che si snoda come un serpente cattivo sui fianchi di una valle con in basso il dirupo e sopra le rocce nella parte di ritorno e invece seguendo il fondovalle e un fiumiciattolo nella prima metà. Allora è così, la sicurezza nel migliore dei casi un'idea, e Lucky, come si fa chiamare dai tifosi, forte della pole approccia sempre in quinta-sesta posizione il lungo curvone di ritorno in discesa. Dopo di lui una chicane e poi l'ultima curva a sinistra che butta sul traguardo, non troppo lontano. Marco in quella gara fa vedere cose strabilianti, uniche: in quella curva a destra passa sempre tutti quelli che ha davanti e parliamo di piloti del calibro di Sheene, Roberts, Katayama, Uncini, Van Dulmen, Middelburg, Mamola, Ballington, Roche….e li umilia all’esterno, li straccia proprio, poi però dopo il traguardo e nella parte di ritorno veloce in salita perde quelle cinque o sei posizioni. E di nuovo lìattacco al tornantone di ritorno, di nuovo primo sul traguardo…così fino al penultimo giro, quando un pilota doppiato cade un po' prima del curvone famoso. La moto resta in pista trattenuta dai guard-rail e dalla montagna. I primi la schivano agevolmente, Lucchinelli deve invece salire sulla montagna per evitare l'incidente. Ovvio che si faccia male: si rompe i due piedi e quando lo vado a trovare nel motorhome ride gli chiedo come mai rida dopo una gara quasi vinta e poi persa, mi risponde dicendo che è felice di essere ancora vivo. Il vero Lucchinelli, quello capace di qualsiasi sorpasso, finisce lì. Quell'incidente influirà sulla sua velocità in modo determinante: non sviene, ricorda tutto, è questo il problema.
L'appuntamento di Spa
Comunque arriva la settima gara di quella stagione a Spa, circuito pazzesco, velocissimo, lungo, e la Honda col nuovo fenomeno e il campione preso dalla Suzuki non ha ancora vinto. Su quella pista il motore conta più del solito, è determinante e Lucky insiste tanto a dire che quello di Spencer è più veloce del suo che alla fine la Honda decide di montare il propulsore di Spencer sulla moto di Lucchinelli e viceversa. La cosa buffa, se vogliamo crudele, è che proprio con quel motore Freddie Spencer vince la sua prima gara e riporta la Honda dopo 15 anni al successo. Così noi giornalisti italiani siamo ansiosi di prendere le dichiarazioni del nuovo fenomeno che, come si usava fare allora, parla con coppa e corona d'alloro in mano mentre sullo sfondo si vede il circuito e credo il motor-home proprio di Lucchinelli. Insieme a me ci sono Paolo Scalera e Carlo Florenzano, che anche voi amici di Sky conoscete. Sembra ieri, ma sono passati quasi 38 anni. È per questo che, spero, un giorno diremo sembra ieri che eravamo confinati in casa….senza aspettare neppure una frazione di questo tempo, però.
Ps: in quel 1982 campione del mondo fu Franco Uncini con la Suzuki lasciata libera da Lucchinelli, mentre il vero mito Spencer comincia a vincere il Mondiale l’anno successivo.