Nakagami, è ora di mantenere le promesse

MotoGp

Paolo Beltramo

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L'esperienza e le capacità ci sono, ora serve il salto emotivo: Nakagami nel 2021 deve riuscire a gestire la pressione, ad essere freddo e razionale nei momenti decisivi, per salire sul podio e andare oltre il 10° posto ottenuto in classifica a fine 2020

MOTOGP, IL CALENDARIO DEL MONDIALE 2021

Do un'occhiata alla storia di Takaaki Nakagami e vedo subito che è nato a Chiba, in Giappone, il 2 settembre 1992. Quello che mi colpisce è Chiba, una città alla periferia sud est di Tokio con poco meno di un milione di abitanti da dove sono arrivati molti piloti, tra tutti cito Tetsuya Harada. Chissà cosa c'è lì che stimola molti giovani nipponici a correre in moto. Al di là di Chiba, una volta dal Giappone arrivavano moltissimi piloti forti, vincenti. Personaggi, generalmente molto simpatici e divertenti, che in molti stando in squadre italiane -per via della lingua sdrucciola comune- sapevano parlare piuttosto bene l'italiano. Sono stati moltissimi sia nelle piccole, sia nelle grandi cilindrate. Basti pensare che una volta al campionato nazionale giapponese in 250 si iscrivevano 400/500 piloti e che le prove per selezionarli duravano una ventina di minuti.

I giapponesi nella storia della MotoGP

Poi torniamo a Nakagami, ve lo prometto, ma ora voglio buttarvi lì un mucchietto di nomi celebri di piloti giapponesi forti, che hanno fatto la storia di questo sport insieme alle 4 Grandi Sorelle (Honda, Yamaha, Kawasaki e Suzuki). Abe, Aoyama e i 3 fratelli Aoki. Poi Fujiwara, Haga, Arada, Ito, Kagayama, Kanaya, Katayama, Kato, Kiyonari, Nagashima, Nakagami, Nakano, Ogura, Okada, Ono, Sakai, Sakata, Sasaki, Shimizu, Suzuki, Taira, Takada, Takahashi, Tamada, Tanaka, Toba, Tokudome, Tomizawa, Ueda, Ui, Ukawa, Wakai, Yamaguchi, Yanagawa.

Ovviamente non sono tutti, ma credo bastino. Ai più vecchi di noi o agli appassionati storici questa sfilza apparentemente senza senso dirà invece moltissimo, ci ricorderà momenti, storie, drammi, emozioni, sorrisi, coraggio. Soprattutto coraggio perché una volta i piloti giapponesi erano particolarmente coraggiosi, aggressivi forse per via di quella selezione pazzesca per emergere. Bei (2) tempi andati che ancora gli sforzi di Dorna con la Asian Junior Cup non sono riusciti a replicare. Qualcosa si muove, però e pilotini asiatici ne arrivano, poco alla volta ci saranno anche quelli vincenti.

La carriera di Nakagami

Ed eccoci allora a Takaaki Nakagami. Esordisce nel Mondiale nel 2007 in 125, ma disputa una sola gara. Nelle due stagioni successive corre con Aprilia sempre in 125 senza ottenere podi. Per 2 stagioni sparisce dal mondiale e riappare in sella ad una Moto2 Kalex nel 2012 e '13 col Team Italtrans dove al secondo anno ottiene 5 podi (4 secondi, un terzo). Lascia la squadra italiana e passa al Team Asia (un'emanazione diretta di Honda) dove resterà fino al 2017 cogliendo qualche buon risultato (9 podi dei quali 2 primi e 7 terzi).

Nel 2018 arriva in MotoGP al team di Lucio Cecchinello dove mostra buona velocità nei test precampionato, ma poi in 3 stagioni ottiene una sola pole e nessun podio pur avendone avuta la possibilità e la velocità per riuscirci e qui arriviamo al maledetto 2020, la stagione peggiore di sempre per Honda che per causa dell'infortunio di Marc Marquez alla prima gara non vince neppure un GP e Nakagami è il meglio piazzato nella classifica mondiale al 10° posto. Non guida male, sfiora il podio con un paio di quarti e quinti posti, ma l'unica volta che parte in pole si stende subito sotto il peso dell’emozione.

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I team

MotoGP, le coppie del Mondiale 2021: la line-up

Gestire meglio la pressione

Nakagami è un pilota che ha ottenuto meno di quello che avrebbe potuto per via del suo carattere: si emoziona, sente la pressione, non riesce ancora a gestire un ruolo come quello improvviso e pesantissimo di prima guida Honda che gli era stato affibbiato avendo come compagni di marca Alex Marquez, esordiente in MotoGP, Cal Crutchlow, suo team mate in LCR, ma pure lui pieno di guai e a fine carriera e poi Bradl, il collaudatore, a volte veloce, sì, ma niente di che. Forse è stata questa responsabilità piovutagli addosso improvvisa e potente come un fulmine, ma Naka non l'ha saputa gestire al meglio, anche se la sua stagione non è stata negativa del tutto, anzi.

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Le date

MotoGP, il calendario delle presentazioni dei team

PRO

  • Essere giapponese con ingegneri e moto giapponesi
  • Avere molta esperienza
  • Essere stato cresciuto da Honda come il proprio pupillo
  • Capacità velocistiche pure molto buone
  • Gentile, collaborativo, umano
  • Non avere la pressione dei colori ufficiali
  • Ambiente professionale, ma simpatico, umano, da team satellite

CONTRO

  • In Honda si aspettano molto da lui dopo aver investito tanto
  • Deve fare il salto emotivo che lo rende freddo e razionale sempre
  • Se tornerà Marc Marquez, tutto quello che verrà da lui sarà buono
  • Senza MM93 dovrà lottare per essere importante
  • Avrà Alex con sé, Pol Espargaro in HRC da battere
  • La lotta tra i piloti Honda sarà più dura