Ducati MotoGP 2021, la vera novità è nei piloti: coppia di talento con Miller e Bagnaia

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Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

La Ducati cambia main sponsor e livrea per il 2021, ma la vera novità del team ufficiale riguarda i due piloti. Jack Miller, da pilota per gioco, è diventato un gran professionista, capace e sensibile: migliorerà di sicuro, la domanda è se lo farà a sufficienza per vincere il titolo o andarci vicino. Pecco Bagnaia è un ragazzo dalle grandi capacità, per ora quasi del tutto inespresse in MotoGP, perlomeno con costanza: la sua crescita potrebbe essere rapida e sorprendente

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Tutto nuovo o quasi in Ducati per questo 2021: cambia il main sponsor, cambia il colore con molto più rosso, ma soprattutto cambiano i piloti. Due giovani per sostituire Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci: al loro posto Jack Miller, 26enne australiano, e Francesco Bagnaia, 24enne torinese. I due sono bene assortiti: corrono insieme da due stagioni trascorse nel team Ducati Pramac, una sorta di junior team, imparando a conoscersi e a conoscere la moto, il metodo di lavoro, tempi, modi e filosofia. Ora tocca fare il salto di qualità definitivo, quello che ti porta da ottimo a giocarti gare e titolo.

Il profilo di Miller

Miller non ha mai vinto un Mondiale, ma ha una lunga storia e quindi tanta esperienza, ultimamente sembra averla messa a frutto e pur restando quel simpatico pazzoide che è sempre stato, è riuscito anche a trovare più costanza, più forza, maggior convinzione, forse anche la freddezza che gli mancava a volte. Migliorerà di sicuro, la domanda è se lo farà a sufficienza per vincere il titolo o andarci vicino. Secondo Ducati evidentemente sì, secondo me qualche dubbio c’è, ma c’è anche la convinzione che già da un po’ da pilota per gioco sia davvero diventato un gran professionista, capace e sensibile. Perché da ora in poi il fardello di dare le dritte giuste ai tecnici sarà soprattutto suo. Credo anche che l’essere nel team ufficiale con tutta quella pressione e quell’alone magico che è vestire quel rosso lì in Italia e nel mondo, sarà uno sprone superpositivo per Jack, che già è andato indietro nella storia Ducati a rivedere le imprese dei suoi connazionali e idoli Casey Stoner (l’unico ad essere riuscito a vincere un titolo MotoGP con la Rossa) e Troy Bayliss. Ovvio che pure questi precedenti siano uno stimolo per Jack che è velocissimo sul giro secco, spettacolare, aggressivo, sportivo (con un vaffa… si risolve tutto o quasi). Insomma l’uomo giusto al posto giusto se dovesse ottenere quello che Ducati si aspetta da lui. Ossia: a parole, nella presentazione, vincere Mondiale piloti e costruttori come giusto che sia per una casa come Ducati. Più realisticamente, riuscire a essere protagonisti in ogni tappa del campionato. Che è poi il modo per ottenere quanto giustamente dichiarato.

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Il profilo di Bagnaia

L’altro pilota ufficiale sarà come detto Pecco Bagnaia, già campione del mondo Moto2 con lo Sky Racing Team VR46, fedele e soddisfatto frutto della VR46 Academy fino a quando ha potuto. Poi per questioni di sponsor non è più identificabile esternamente come uno della banda di Tavullia, ma è sicuramente uno dei prodotti migliori della fabbrica di piloti marchigiana. Da lì in MotoGP arrivano Morbidelli, Bagnaia, Marini, Rossi, mica robetta. Bagnaia, dunque. Nel 2020 ha raccolto 9 zeri e il gioiello di un secondo posto a Misano, dopo un infortunio che gli aveva procurato la frattura della tibia. Insomma, una stagione non da dimenticare, ma dalla quale ripartire perché si sono anche viste le doti eccellenti del pilota piemontese. All’inizio lo ha fermato un motore mentre era davanti, poi cadute, sfortuna, errori, ma anche sempre la sensazione che qualcosa potesse accadere, che la fiammella stesse per accendersi con tutte quelle scintille lì. Insomma Bagnaia è un pilota dalle grandi capacità per ora quasi del tutto inespresse in MotoGP, perlomeno con costanza. Da sempre è un pilota tipo Morbidelli: quando fa un salto di qualità, non torna più indietro, ma migliora ancora e ancora e ancora. Quindi fa bene Ducati, che lo ha avuto sotto gli occhi per due stagioni, a puntare anche sulla sua crescita. Che potrebbe essere rapida, sorprendente.

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Il team Ducati, nel segno della continuità tecnica

Le moto saranno sostanzialmente quelle dello scorso anno, visto il congelamento dei motori. Ma in Ducati sono certi di aver capito i problemi di gomme che spesso li hanno rallentati l’anno scorso e di essere in grado, con tante piccole migliorie qua e là, magari anche con qualche intuizione geniale come l’aerodinamica o l’abbassamento della moto in accelerazione, copiate da tutti i giapponesi, di essere più competitivi. Vedremo. Intanto se i piloti e lo sponsor sono nuovi, tutto il resto resta uguale, nel segno di una continuità tecnica e gestionale: Ceo Claudio Domenicali, responsabile Corse Gigi Dall’Igna, Paolo Ciabatti e Davide Tardozzi a gestire i box. Anche gli ingegneri sono loro, quelli che la Desmosedici la conoscono come le proprie mani che ci lavorano sopra o intorno pigiando tasti di computer. A proposito la partnership triennale con l’industria di elettronica e informatica Lenovo dovrebbe consentire un netto potenziamento del settore calcolo, il che significa moltissimo nella MotoGP e nelle corse di oggi.

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