Passaggio di consegne al Mugello: da Rossi a Bagnaia, dal Mugiallo a Murosso. Il ducatista domina l'ottava gara del Motomondiale all'indomani del ritiro del numero 46 di Vale, che sul circuito toscano ha vinto più di tutti. 2° Quartararo, che sfiora il massimo dei voti dopo una gara di autodifesa, 3° Aleix Espargaró, che si conferma costante. Male Bastianini e Foggia, Pasini non marcisce mai
di Paolo Beltramo
MUROSSO – Francesco Bagnaia/Ducati: 10. Una sorta di passaggio, di eredità ricevuta ed accettata, di film che continua anche se con attori diversi. Il primo Mugello senza Valentino Rossi da Mugiallo, si trasforma appunto in Murosso grazie alla coppia Rossa che alla fine domina, illumina, splende, vince. Come ai bei tempi, come se quel filo di vittorie e passione non sia mai stato strappato, consumato.
Bravo Pecco, potremmo dire, imPeccabile come quando non sbaglia, come quando diventa -l’ha detto il Boss Ducati Claudio Domenicali- un Pinturicchio della moto, un artista di pieghe e curve, di frenate ad accelerazioni, di gestione di gomme ed emozioni
Io personalmente aggiungerei che stavolta potrebbe essere stato un Caravaggio, poiché dentro la sua arte ci ha messo anche quella cattiveria, quella bastardaggine sportiva, quelle luci reali che servono quando ti giochi il Mondiale, quando vieni da un errore, quando corri al Mugello, quando la pressione potrebbe schiacciarti, quando tieni dietro un fenomeno campione del mondo come quel Quartararo lì. 10 ad entrambi, moto e pilota.
AUTODIFESA - Fabio Quartararo/Yamaha: 9.5. Che poi la miglior difesa/autodifesa ancora una volta si è dimostrata l’attacco. Dopo una partenza buona e una prima parte di gara passata a combattere con le “Frecce Tricolori” del gruppetto italiano che si giocava per la prima volta a turno la testa della gara, ha conquistato il secondo posto e non l’ha mai più mollato. Anzi si è messo a cercare per tutta la gara un attacco rivelatosi impossibile.
Quartararo non molla, deve soltanto riuscire a partire bene, poi anche con questa Yamaha meno veloce, ma che lui guida da dio, può puntare al bis mondiale anche perchè non sbaglia mai. E scusate se è poco. 9 e mezzo a lui, 8 alla sua moto
Degli altri 3 piloti Yamaha meglio non parlare, tanto non ce n’è: 8 gare e nessun miglioramento tangibile da Dovizioso, Morbidelli e Binder. Peccato, anche se non credo il loro valore sia questo, non ci sono evidenti passi avanti. Confronto impossibile.
CONTINUITÀ - Aleix Espargaró/Aprilia: 9. Sono arrivati al quarto podio consecutivo, quinto in 8 gare. Unici insieme a Quartararo in tutta la classifica della MotoGP a non avere nemmeno uno “0”. Costanza, perseveranza, continuità: qualcosa che Aleix fino allo scorso anno non aveva mai messo in mostra, mentre in questo campionato è veramente una garanzia
Veloce, grintoso, affidabile, sicuro, felice. Bene ha fatto Aprilia a tenere Espargaro' per altri due anni anche perché il maggiore dei due fratelli da corsa spagnoli ha un rapporto speciale sia con l’azienda, sia con i tecnici, sia con la moto. Bene perché che Ducati abbia un avversario italiano e non soltanto i giapponesi da battere, in fondo ci fa godere un po’ di più.
VICINO - Johan Zarco/Ducati Pramac: 8. Il francese insegue, dopo aver vinto 2 titoli consecutivi in Moto2, il primo successo in MotoGP. Visto come guida credo che prima o poi ci potrà riuscire così da portare il motociclismo francese ancora più su, dove non era mai stato già prima di Quartararo. Consistente anche se qualche errore di troppo lo commette sempre. Non qui, non stavolta, però
BELLA SORPRESA - Marco Bezzecchi-Luca Marini/Ducati VR46: 9. La coppia ha contribuito a tenere viva la tradizione del Capo: dare spettacolo, fare la prima fila, lottare davanti, guidare il gruppo per la prima volta. Sembra che si sia raggiunto quel punto da dove sia Luca, sia Marco potranno ambire a posizioni appaganti, addirittura esaltanti. Che si fosse vicino al salto di qualità era nell’aria, lo dicevano anche i piloti, soprattutto Luca
MIGLIORAMENTO – Binder-Oliveira/KTM: 7. Dopo le 4 gare extraeuropee ci aspettavamo una KTM competitiva anche nel nostro continente, invece soltanto stavolta al Mugello la squadra ufficiale austriaca ha dato segnali di competitività e con entrambi i piloti. Vero che girano voci di cambiamenti per l’anno prossimo e quando entrano in gioco i contratti i piloti sono più stimolati, ma è anche vero che mancano 12 gare alla fine e non si può pensare al 2023. Troppo presto, occorre darci dentro come hanno fatto loro.
DISPIACERE - Marc Marquez/Honda: senza voto. Non ho voluto dare un voto a Marc Marquez in una giornata così difficile per lui. Sabato aveva annunciato di saltare tutte le gare che sarebbe stato necessario per rioperarsi all’omero destro offeso duramente dalla caduta di Jerez nel 2020. Non si possono fare pronostici sul suo rientro, ma serviranno mesi. Correre con questo fardello è stata una dimostrazione di attaccamento alla Honda e a questo sport
Marquez non ha preso rischi, ha chiuso decimo, per una volta con un altro pilota Honda (Nakagami) davanti a lui. In questo momento a Marquez faccio un grandissimo “in bocca la lupo” sperando che possa tornare innanzitutto a vivere una vita da atleta il più normale, il più vicino possibile a prima dell’incidente. Anzi, spero che possa tornare quello di prima, il “cannibale” che guidava come nessun altro
Senza Marquez alle corse manca un pezzo importante. E, lo dico qui, dopo aver dovuto rinunciare in così poco tempo a Lorenzo e Rossi, stare anche senza Marquez sarebbe davvero troppo. Ti aspettiamo.
STRADA GIUSTA - Vinales/Aprilia: 6. Sempre la posizione in griglia, sempre la partenza un po’ difficili, ma il resto la nuova versione di Vinales su Aprilia lo sta facendo bene. Il suo passo gara dopo qualche giro è più o meno quello dei migliori e il fatto che Aprilia abbia (praticamente, manca soltanto la firma) riconfermato pure lui per altri 2 anni la dice lunga
In Aprilia vedono i dati, sanno tutto quello che un pilota fa e se hanno rinnovato il contratto anche a Vinales, dandogli fiducia, una ragione c’è. Ed è quella che sanno, hanno capito che Maverick 2 (come il film) può essere come Espargaro', cioè vincente
PECCATO - Enea Bastianini/Ducati Gresini: 4. Non ci voleva proprio questa caduta anche perché poteva essere la gara che avrebbe consacrato le sue ambizioni mondiali. Sembrava che avrebbe potuto, forse, andare a prendere addirittura Quartararo. Sarebbe stato un colpo fantastico sia per lui, sia per il Team Gresini, sia per Bagnaia che avrebbe recuperato 9 anziché 5 punti sul francese
Peccato, una scivolata ha rovinato la domenica di Bastianini. Ci sta, ma ora servono anche i piazzamenti, altrimenti addio sogni di gloria, anche se resta la sensazione di un pilota velocissimo, capace di tutto, anche di superare le delusioni
DISASTRO – Mir-Rins/Suzuki 3. Dopo l’annuncio del ritiro a fine stagione, dopo la doppia caduta di Le Mans (che però vedeva i 2 lottare per buone posizioni) ecco il disastro del Mugello con le Suzuki dietro in prova, dietro in gara e alla fine in terra come in Francia. Un peccato perché sia Joan, sia Alex avevano dimostrato quest’anno di poter lottare per il podio. Inoltre a fine gara Mir ha dichiarato che per correre così sarebbe meglio stare a casa…
Non un bel momento per la Suzuki, insomma, anche perché il manager Livio Suppo ha detto che in prova i due sono andati piano. Che la Suzuki stia implodendo sotto il peso di un ritiro annunciato che credo comporti anche lo stop ad eventuali evoluzioni (cioè investimenti) che non siano già pronte? Speriamo di no, ma presto ne capiremo di più.
RECUPERO - Ogura: 9. Col terzo posto conquistato al Mugello il giapponese ha raggiunto in testa al campionato Celestini Vietti. Vedere un giapponese davanti in una graduatoria che non sia la Moto3 fa sperare che si possa tornare ad avere piloti nipponici di nuovo competitivi anche nella categorie superiori, come negli anni ’80 e ’90. In fondo mi mancano anche perché il paese che produce così tante moto deve avere i suoi campioni.
FINALMENTE - Acosta: 10. Eccolo di nuovo, il fenomeno, il dittatore, il predestinato. Pedro Acosta ha dominato la gara del Mugello come era solito fare lo scorso anno in Moto3, andandosene davanti e lasciando a nessuno la possibilità di recuperare, di metterlo in discussione, di minacciarlo. Se ha trovato il bandolo della matassa e non commetterà più gli errori fatti fino a qui, beh, potrebbe anche rientrare in gioco per il titolo, comunque dare molta noia a tutti. Grande. Che dire?
PECCATO 2 – Vietti: 4. Dopo un inizio di stagione folgorante un problema meccanico gli toglie la testa della classifica in solitario proprio al Mugello. Non è un dramma se tutto dovesse tornare ad essere quello che avevamo visto in tante gare, se invece fosse l’inizio di un periodo di sfiga ci sarebbe più da preoccuparsi. Ma non credo. Lui sa guidare, è veloce, forte. Soprattutto ha ancora tutte le sue chance per vincere il titolo.
NON MARCISCE MAI – Pasini: 8. Tornare in moto dopo aver fatto soprattutto l’imprenditore e il telecronista e chiudere le prove col quinto tempo in Moto2 già sarebbe una dimostrazione strabiliante di velocità. Riuscire poi a finire a punti dopo una gara così impegnativa, beh, significa che Mattia nella sua vita è passato da acerbo a maturo, ma che il gusto è ancora buono e fresco, senza segni di troppo invecchiamento.
CHE COPPIA – Garcia-Guevara/Aspar: 10. Davvero, che coppia, che soddisfazione per l’ex campione di Valencia avere due così in squadra quest’anno. La doppietta del Mugello è una dimostrazione di forza visto che era l’unico modo per fare primo e secondo nonostante una penalizzazione di una posizione per quello che aveva tagliato per primo il traguardo. Insomma forza bella.
PECCATO 3 – Denis Foggia: 4. Il pilota italiano aveva passato una notte di sofferenze e aveva la febbre, ma nella prima parte di gara sembrava il solito Foggia efficace, forte, freddo. Invece una caduta lo ha penalizzato molto. Ora la lotta per il titolo si fa più dura, ma il romano ha la maturità e la forza per riprendersi e lottare per vincere.