MotoGP, GP Giappone: le PAGELLE di Motegi a cura di Paolo Beltramo
Jorge Martin vince anche sul bagnato in Giappone e si avvicina sempre di più al primo posto nel Mondiale: lo spagnolo della Pramac si merita un 10 e lode, così come Ducati. Un gradino sotto Pecco Bagnaia e Marc Marquez, gli altri due piloti a completare il podio. Quartararo strappa la sufficienza, male Brad Binder. Di seguito i voti a cura di Paolo Beltramo
GP GIAPPONE: HIGHLIGHTS - CLASSIFICA PILOTI
- La vera vincitrice della domenica giapponese è la pioggia, caduta nella notte del weekend di gara, fermatasi per Moto3 e Moto2, ma caduta di nuovo proprio sulle MotoGP schierate per il via. C’è stato un immediato cambio moto per moltissimi piloti e quindi una nuova gara pesantemente bagnata. Fino alla bandiera rossa, perché la pioggia cadeva troppo forte
- Era il tredicesimo giro di 24, quindi classifica al giro precedente, il 12°, e tentativo di ripartenza andato in fumo appena iniziata la teorica seconda parte di gara, per un nuovo diluvio e la sera che si avvicinava. Quindi voti e giudizi sono relativi a quella metà gara diventata il GP del Giappone 2023 con punteggio pieno
- Perfetto, sereno, concentrato, forte, consapevole, deciso, anche dopo un mezzo lungo a inizio gara e stupefacente, dopo il cambio moto, sul bagnato che non era considerato un suo punto forte. E ora la sua rincorsa è quasi terminata, sono soltanto 3 i punti di distacco dalla leadership della classifica ed erano 62 dopo l’Austria. Insomma 10 e lode: pole con record, vittoria Sprint e GP, manca il nuovo record della pista in gara che sull’acqua non si può certamente ottenere (ma nella Sprint l’ha battuto ampiamente)
- Davvero un top rider, che può assolutamente vincere questo titolo: a sorpresa fino ad un certo punto, perché ora la sua qualità e costanza sono evidenti e sembrano pure solidissime, addirittura marmoree. Stavolta il destino lo ha leggermente favorito, nel senso che quando la gara è stata sospesa Bagnaia (9) stava recuperando e non si può sapere come sarebbe andata a finire con ancora mezza corsa da disputare, né se Martin avrebbe reagito. Pecco alla fine era soddisfatto della sua prestazione e della reazione agli ultimi risultati
- Cosa importantissima, dato che ora c’è una settimana di sosta prima di altre gare orientali e passarla con buone sensazioni, senza troppa pressione o rimpianti, è importantissimo perché il 13 ottobre già si correrà in Indonesia, primo GP di un trittico che comprende anche l’Australia il 20 e la Thailandia il 27. Comunque vada, Ducati (10 lode) vincerà il titolo mondiale, vedremo se col campione del mondo in carica, o con un nome nuovo. Interessante in ogni modo visto che alla fine mancano ben 6 gare
- Motegi è, come Suzuka, una struttura di proprietà Honda. Evidentemente l’aria di casa ha fatto molto bene ai suoi piloti e mezzi. Oltre le vittorie di Masia in Moto3 e Chantra davanti a Ogura in Moto2 (sì, monomotore Triumph, ma team Honda Asia Idemitsu) oggi è arrivato pure il terzo posto di Marc Marquez, un risultato che alla casa più grande del mondo mancava da tempo e al pilota spagnolo addirittura da 350 giorni (Phillip Island 2022)
- Marc ha guidato benissimo, attaccando, difendendosi e poi di nuovo aggredendo fino a conquistare questo ottimo terzo posto in una gara anomala e imprevedibile. 9, anche stavolta nettamente il migliore dei suoi
- Marco Bezzecchi e Aleix Espargaró si sono giocati il terzo posto con Marquez per tutta la gara dando vita a duelli belli e rischiosi viste le condizioni della pista. Onore alla loro gara, 8, e alla capacità di gestire una situazione delicatissima con aggressività e dolcezza. Bravo quindi il Bez e l’alfiere dell’Aprilia, che su una pista per lei difficile è riuscita alla fine a portare a casa un discreto risultato
- Caduto Binder (4), il migliore sulla moto austriaca è stato Jack Miller (7), già buono in qualifica (3°) davanti ad Augusto Fernandez che finalmente torna a farsi notare (7) pure lui facendo molto meglio del più quotato Pol Espargaró (5) che è finito quindicesimo, lontano quasi 25 secondi dal primo. Insomma non una buonissima giornata per l’attesa seconda forza del mondiale, stavolta battuta anche da Aprilia (e ci sta) e Honda
- Buoni nuotatori anche Fabio di Giannantonio (ottavo, 7) con la Ducati del Team Gresini e Raul Fernandez (7) con l’Aprilia del team satellite RNF, che ha perso lo specialista Oliveira, ritiratosi per problemi di visibilità, ma che ha dimostrato di aver ragione a credere in questo pilota che ogni tanto dimostra di meritarsi l’investimento
- Neanche l’acqua è riuscita in questa pista tutta frenate e accelerazioni a rigenerare la Yamaha che ha chiuso con un decimo posto di Quartararo (6) un passo indietro enorme dopo il podio indiano e male con Crutchlow (13°, 5) e Morbidelli (17°,4) che ha anche provato a stare fuori di più con le gomme da asciutto nella speranza di azzeccare un jolly sul quale aveva scommesso pure Michele Pirro, finito proprio davanti all’italiano della Yamaha
- Non proprio bene anche le altre Honda di Nakagami e Mir appena fuori dai primi dieci (6), un’altra dimostrazione che la pasta della quale è fatto Marquez è completamente diversa
- Centro del thailandese Chantra (10 e lode), che parte dalla pole position e nessuno lo vede più da vicino fino all’arrivo. Bellissima seconda vittoria in carriera per il pilota del Team Honda Idemitsu (un modo strano di vincere per la casa proprietaria di Motegi) che veramente ha dominato senza il minimo tentennamento davanti al suo compagno di squadra Ai Ogura (9) che ha comunque preso un secondo posto solitario piuttosto imperioso pure questo
- Importantissimo terzo posto dopo un avvio difficile per Pedro Acosta (8), che con questo piazzamento allunga ancora nel campionato su un Arbolino (5) che non ha confermato i progressi indiani, ma è finito undicesimo tornando ad essere quel pilota assolutamente lontano dal top rider di inizio stagione. Peccato. Gara piuttosto lontana da quelle combattute che speravamo di vedere, ma con piloti spesso separati uno dall’altro da oltre un secondo
- C’è una Honda che vince e sta davanti, una sola, ma per ora basta a prendersi la leadership della Moto3 con lo spagnolo del team Leopard Jaume Masia (10 e lode), bravo, talentuoso e in crescita, che a Motegi ha bissato il successo indiano e regolato di forza tutti gli avversari, soprattutto un motivatissimo Sasaki (9) che si sta giocando il titolo (ora è secondo a 6 punti) e che a casa sua voleva portare a casa la prima vittoria in stagione, mentre lo spagnolo ne ha con questa già prese tre
- Al giapponese dell’Husqvarna è comunque andata bene alla fine perché ha recuperato per soli 56 millesimi il secondo posto su Holgado (9) che l’aveva passato alla fine, ma ha sbagliato l’ultima curva uscendo largo. Ci si aspettava di più da Bertelle che partiva terzo ma che è caduto quando era comunque lontano dai primi (4)
- Bravo e molto Stefano Nepa (8) che ha chiuso quarto, anche lui di un pelo (30 millesimi) in volata su Ortolà. Bella gara e un suggerimento/battuta per l’HRC: e se prendessero Christian Lundberg, il tecnico che prepara le Honda del team Leopard, le uniche in grado di giocarsela con le KTM?