Il terzo titolo mondiale di Pecco Bagnaia (considerando anche quello in Moto2) è probabilmente il più bello per come è arrivato: il torinese ha reagito da campione dopo il terribile incidente di Barcellona, rialzandosi e combattendo contro un Jorge Martin scatenato
Il risveglio più dolce. Pecco Bagnaia forse non ha ancora realizzato la grandezza dell’impresa che ha compiuto in questa stagione. I numeri sono chiari, solo Valentino Rossi e Marc Marquez sono riusciti a confermarsi campioni del mondo nella MotoGp recente. Non c’è riuscito Jorge Lorenzo, non c’è riuscito Casey Stoner tanto per citare due nomi che hanno fatto la storia del Motociclismo. Pecco si è confermato anche portando il numero uno sul cupolino, un evento che non succedeva dai tempi di Mick Doohan.
L'incidente di Barcellona ha lasciato dei segni nell'anima
Ma più che i numeri e le vittorie, conta come Bagnaia è arrivato al titolo mondiale dopo il terribile incidente di Barcellona. In quel momento si è visto arrivare addosso uno sciame di MotoGP, una di queste gli è passata sulla gamba; è vero, dal punto di vista fisico i danni sono stati molto più contenuti di quanto si temesse subito dopo l’incidente. Ci sono stati però dei segni invisibili, più profondi, nell’anima, che potevano condizionare la sua corsa mondiale.
Fino a quel momento, Bagnaia era stato un rullo compressore, aveva accumulato un vantaggio di 62 punti sugli inseguitori. Nelle gare successive, le prestazioni sono in parte calate in qualifica e nelle Sprint, proprio quando un pilota deve toccare il limite (anche superandolo a volte). Nonostante questo, e un Martin scatenato, Bagnaia ha reagito come solo i campioni sanno fare. E’ arrivato così il terzo titolo mondiale, forse il più bello perché ha sconfitto degli avversari che non correvano solo in pista.