
MotoGP, GP Austin (Usa): Bastianini c'è, Marquez è una bestia anche da 6°: Le pagelle
Bastianini ad Austin guida da vecchio marpione delle corse, conqustando la sua seconda vittoria all’inizio della sua seconda stagione in MotoGP. Honda si riduce a un solo uomo, Marc Marquez, autore di una rimonta straordinaria. Stesso discorso per Yamaha, sintetizzata a Quartararo. Rins ai massimi livelli, da applausi anche per il post GP: giro d'onore con bandiera ucraina e dedica a chi soffre
di Paolo Beltramo

È proprio vero che la perfezione non è di questo mondo. È però anche vero che la si può sfiorare, se non raggiungere. Si può arrivarci così vicino da far comunque fatica a crederci, invece l’Italia dei motori, cioè della creatività, dei sogni, della bellezza, della fantasia, dell’inventiva ieri ha vissuto una delle giornate migliori della sua lunga e gloriosa storia.
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L’ha vissuta ieri iniziando con il successo notturno di Danilo Petrucci su Ducati nella gara di Superbike nel campionato “Moto America” ad Austin. All’alba c’è stata la vittoria perentoria di Charles Leclerc con la Ferrari di Formula 1 a Melbourne, in Australia. Nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio spagnolo di Aragona ci sono stati due primi posti per Alvaro Bautista e la Ducati in SBK con Successo anche di Lorenzo Baldassarri in Supersport.
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Poi nel tardo pomeriggio è scattata la Moto2 nel GP delle Americhe ad Austin ed è arrivata la prima vittoria di Tony Arbolino e, nonostante una caduta, Celestino Vietti resta leader del campionato. In MotoGP è venuto il secondo schiaffone di Enea "La Bestia" Bastianini con la Ducati del team Gresini e la riconquista della leadership nel mondiale top.

Ma allora dov’è l’imperfezione che ci impedisce di mettere in archivio nella memoria e nella storia una bellezza totale, assoluta considerando che Petrucci/Ducati hanno chiuso il tutto vincendo anche Gara 2 del loro nuovo impegno americano? Beh, sono i 172 millesimi di secondo che hanno diviso lo spagnolo Masia, primo, dal nostro Foggia secondo e i 374 da Migno, terzo in Moto3.

Foggia resta comunque in testa al campionato così da farci davvero sfiorare, percepire, sentire cos’è la perfezione, qualcosa sì di irraggiungibile, impossibile che fa venir voglia di imitare Michelangelo che estasiato dalla “perfezione” di una sua statua le diede una martellata dicendole, infuriato: “Perché non parli?”. Insomma Austin, ma non soltanto. Che bella domenica per questo paese un po’ scassato, ma ancora e sempre capace di costruire, produrre, inventarsi eccellenze assolute. Sia tecniche, sia umane.

DUCATI - Due vittorie su quattro gare quest’anno per le GP bolognesi, entrambe ad opera di un fantastico Enea Bastianini sulla moto del team Gresini, quindi un team esterno come Pramac e Mooney. Benissimo: il Bestia ha guidato da vecchio marpione delle corse anche se è soltanto all’inizio della sua seconda stagione in MotoGP.

Come se in lui sia esploso tutto quel talento che ancora stava un po’ compresso, inespresso. Invece quest’anno ha vinto due gare correndole in modo molto simile: un inizio veloce, ma senza esagerare, attento a conservare le gomme, poi da sei/sette giri dal termine all’attacco, con un ritmo insostenibile da chiunque.

Un campione sottovalutato, forse, visto come si è parlato molto più di altri, ma che invece abbiamo e sembra essere solido e determinato, tranquillo ed efficace, maturo abbastanza per sopportare la pressione. Benissimo, bravissimo lui e anche il suo manager Carletto Pernat che ad Austin ha messo lassù oltre a Bastianini, anche Arbolino in Moto2. Che dire? 10 a tutti e 3, moto compresa.

DUCATI 2 - 3 nei primi 6, 5 nei primi 9. Molto bene, anzi di più, in generale, ma un po’ meno efficaci che in prova, soprattutto con i piloti vestiti di rosso, quelli ufficiali. Terzo Miller, che ha comandato la corsa con grinta e determinazione ma alla fine ha dovuto cedere anche alla Suzuki di Rins, e quinto Bagnaia, come in Argentina.

Cioè non male, ma neppure il recupero in classifica che ci si aspettava. La graduatoria è ancora molto compatta, i distacchi limitati, ma tocca cominciare a vincere anche per gli ufficiali. Martin dopo la pole è finito ottavo, Zarco nono. Le premesse erano migliori. 7

SUZUKI - Settimo e ottavo in prova Rins e Mir, secondo e quarto in gara. Qualifiche identiche all’Argentina, risultato migliore soprattutto per merito di un Rins finalmente ai suoi massimi livelli senza cadere. Bene anche perché i due pupilli di Schwantz sono anche nel mondiale secondo e quarto a pochi punti da Bastianini con in mezzo Aleix Espargaro. Insomma se davvero col rientro in Europa riuscissero a disputare prove un po’ più efficaci, magari da seconda file, le vittorie se le giocheranno pure loro. 9

Di Rins mi è piaciuto molto anche il giro d'onore con bandiera ucraina e la dedica del secondo posto a chi soffre. Quando gli sportivi galoppano fuori dl recinto, come Vettel in Arabia.

HONDA - La casa motociclistica più grande del mondo in MotoGP si riduce ad un solo uomo: Marc Marquez. Gli altri è quasi come se non esistessero. Lui, invece, ancora non in perfetta forma riesce a diventare l’eroe del giorno con una gara pazzesca: un problema lo fa partire ultimo, ma con una gara delle sue, tutta aggressività, classe, e voglia riesce a finire sesto a soli 6 secondi dal primo. Fosse partito normalmente avrebbe potuto giocarsi la vittoria con chiunque.

Vero che su questa pista MM93 è particolarmente forte, ma una gara così ci ha riportato con la memoria ai tempi delle rimonte pazzesche in Moto2 e a quel giorno di due anni fa a Jerez dove stava dimostrando di che (altra) pasta fosse fatto. Fino all’incidente che è stato la causa di tutti i suoi problemi. Negli ultimi cinque giri era stanco, ma la sua lotta con il campione Quartararo e la sua Yamaha è stata uno show ulteriore nello spettacolo. 10 a Marquez, 3 alla Honda che probabilmente deve investire meglio sui piloti viste le prestazioni degli altri tre.

YAMAHA - Come la Honda, pure Yamaha è sintetizzata in un uomo solo. In questo caso il campione in carica Fabio Quartararo, il Diablo, che riesce sempre a fare le pentole, ma i coperchi in questo caso glieli dovrebbe dare la casa, che invece involontariamente attizza il fuoco dei dubbi del suo campione.

Se le cose, tecnicamente, non cambiano in frettissima, Yamaha perderà il suo pilota migliore e dovrà cercare un sostituto all’altezza, cosa non facile. Gli altri infatti, compresi purtroppo Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso, stanno regolarmente lontano dai 10. 9 al pilota, 3 alla moto.

APRILIA - Dopo i festeggiamenti e l’euforia per il successo argentino di Aleix Espargaró e l'illusione di bellissime prestazioni di Vinales in prova e soprattutto nel warm-up, Aprilia esce un po’ ridimensionata dal GP texano: decimo Maverick, dietro di lui Aleix. Ma questa è una pista che al maggiore degli Espargaró non è mai piaciuta, mentre Vinales ha dato l’impressione di poter fare di più almeno a sprazzi.

Insomma niente è perduto: in una fase di crescita esponenziale come quella di Aprilia ci sta che ci siano dei bassi. L'importante è non demoralizzarsi, anzi utilizzare le delusioni come ulteriore stimolo. In fondo Aleix è pur sempre terzo nel mondiale a soli11 punti da Bastianini.

KTM - Un disastro totale. Il migliore Brad Binder dodicesimo a oltre 13” dal vincitore, poi in fila, Oliveira 18°, Fernandez 19°, Gardner 20°. Dalla casa che fino a qui aveva sempre sorpreso positivamente una caduta fragorosa, inattesa, netta. Per la casa austriaca il ritorno in Europa e soprattutto a Portimao, dove Oliveira gioca in casa e ha già vinto, potrebbe rimettere le cose al loro posto, che non è questo. 2.

MOTO2 - Un successo bello, deciso, inatteso, ma sostanzioso anche se favorito dalle cadute di Vietti (che comunque resta primo in classifica) e di altri possibili “podisti” (nel senso che potevano puntare al podio). Ma chi cade ha sbagliato, ha probabilmente esagerato e quindi nulla toglie al successo, il primo in Moto2, di Tony “lo Squalo” Arbolino. Bene che ci siano alternative sempre nuove ai già conosciuti ed esperti piloti italiani. Il futuro ci sorride. 10.

MOTO3 - In un infuocatissimo finale che si è disputato sulle braci di una gara tutta fuoco e fiamme lo spagnolo Masia ha battuto proprio nelle ultime curve sia Foggia, sia Migno tornato a quei livelli assoluti di questa stagione senza cadere in trappole. È stata una gara bellissima, divertente, una delle migliori della Moto3 in assoluto ed è tutto dire. Dopo il primo e secondo in prova, secondo e terzo in gara. Per l’appunto: la perfezione non è di questo mondo. Ma quasi.