Honda disorientata, Yamaha ritrova la strada: chi vince la sfida del 2023 in MotoGP?

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Paolo Lorenzi

La Honda è in difficoltà senza Marquez, la Yamaha con il rinnovo di Quartararo traccia la strada per il futuro: il confronto in vista della prossima stagione

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Con Ducati e Aprilia in crescita, le giapponesi soffrono. Sul piano tecnico segnano il passo sia Honda che Yamaha, con una differenza. Non da poco. La Honda non sa bene come gestire questa fase, importante per gettare le fondamenta della prossima stagione, mentre la Yamaha per bocca di Quartararo ha chiarito in quale direzione vuole lavorare. Rispondendo alle domande di Marca, il team manager della HRC, Alberto Puig, ha confessato la difficoltà nel momento: “Le ultime tre stagioni sono state molto difficili, ma come dico di solito, la vita non è ciò che vuoi, ma quello che è. Questa è la situazione che stiamo vivendo e dobbiamo andare avanti, dobbiamo capire, in questo periodo senza Marc, come possiamo continuare a migliorare la RC213V”.

Le difficoltà della Honda senza Marquez

Puig ha toccato il nervo scoperto: il colosso giapponese, nonostante la forza tecnica e i mezzi di cui dispone, senza la sua guida e riferimento, il pilota che l’ha portata al successo dal 2016 al 2019, è disorientata. Senza Marquez “lo sviluppo e l'evoluzione della nuova moto possono risentirne” ha ammesso l’ex pilota spagnolo. Se Marc dovesse tornare alle corse dopo l’estate, potrebbe essere comunque tardi. La RC213V di oggi sembra un progetto involuto, parente nemmeno tanto prossimo della moto che furoreggiava con Marquez prima del suo incidente del 2020. Ma anche quella era un mezzo complicato, la differenza la faceva soprattuto il fenomeno catalano. Gli altri piloti soffrivano (Lorenzo ne fece le spese sulla sua pelle e finì per smettere di correre) più o meno come oggi, con la differenza che pure Marquez oggi punta il dito contro la fedele compagna di tante avventure.

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La Yamaha e il rinnovo di Quartararo

Nemmeno la Yamaha se la passa benissimo; soffre il gap di potenza, Quartararo lo ribadisce ad ogni gran premio e solo la sua classe gli consentono di metterci una pezza. Era persino tentato dal cambiamento, stufo di dover difendere il titolo con un mezzo inferiore (“A un certo punto la mia testa pendeva più da un’altra parte” ha confessato nella conferenza stampa generale di Barcellona), ma la Yamaha è riuscito a trattenerlo chiarendo la direttrice del suo sviluppo. E lo ha fatto ripartendo dal reparto progettazione. “Non è stata una decisione semplice - ha detto Fabio dopo il rinnovo contrattuale - ma alla fine Yamaha si è impegnata, ha portato nuove persone e adesso sanno dove migliorare”. 

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La differenza con la Honda è proprio in quel “sanno dove lavorare”. Non ci voleva molto in realtà perché anche dall’esterno si capivano le debolezze della M1, ma come ha detto il pilota francese “negli ultimi tre anni gli ingegneri passavano da un’area all’altra”, senza concentrarsi sull’unica cosa che contava, il motore. “Non accettavano l’idea che la moto fosse più lenta - ha poi aggiunto -. Adesso l’hanno capito e stanno lavorando  su questo punto debole”. La Yamaha ha rinforzato il reparto progettazione inserendo altri motoristi sotto la direzione di Takahiro Sumi, l’uomo che ha condiviso con Quartararo le difficolta in pista di questi anni. Vinte le ultime riserve sul futuro Fabio sa di dover soffrire da qui a fine anno, spremendo il meglio da se stesso e dalla sua moto, ma la direzione tracciata per il futuro promette un bel cambio di passo. Quello che manca alla Honda che rischia di continuare a muoversi a tentoni, persa in una sorta di nebbia tecnologica. 

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