MotoGP, i numeri dopo il GP Australia a Phillip Island

i numeri

Michele Merlino

Dall'impresa mondiale (quasi compiuta) di Pecco Bagnaia al ritorno alla vittoria della Suzuki, dalla tripla cifra di podi di Marc Marquez alla crisi di risultati di Fabio Quartararo: tutte le statistiche del Gran Premio d'Australia vinto da Alex Rins

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La lunga rincorsa di Pecco Bagnaia è terminata: è finalmente riuscito a raggiungere la vetta. Certo, l’impresa finale resta comunque il titolo mondiale, ma già ora Bagnaia ha messo a segno un’impresa senza precedenti. In tutte le 74 stagioni del motomondiale nessun pilota era riuscito a portarsi in testa al campionato partendo da un distacco di 91 punti. Il record precedente era di Wayne Rainey: nel 1992, esattamente trent’anni fa, andò in testa all’ultima gara da un meno 65, ma in quel caso la sua impresa fu favorita dall’infortunio di Mick Doohan, incapace di difendersi nella seconda parte della stagione. 

5 costruttori vincenti

Erano passati praticamente due anni: era l’8 novembre 2020 e Joan Mir vinceva la sua prima gara in top-class, che per ora è anche l’unica, e quella era l’ultima vittoria Suzuki fino a questo exploit di Alex Rins. Oltre a colmare un lunghissimo gap, la Suzuki vince per la prima volta sul tracciato australiano, 35^ pista del mondiale dove appongono la loro firma. La Suzuki è il 5° costruttore vincente quest’anno dopo Ducati, KTM, Yamaha e Aprilia: è un valore stagionale record per la top-class. Con una bizzarra anomalia: l’unico costruttore che non ha vinto quest’anno è il più vincente di tutti i tempi, la Honda, ferma a quota 312 da quasi un anno (Misano 2021, 24 ottobre).

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I record di Marquez

Appena Marc Marquez si affaccia ai piani alti delle classifiche, sforna dei record, già dal sabato, quando con l’ottava prima fila a Phillip Island ha eguagliato il record della pista di Valentino Rossi. Alla domenica, bottino grosso, con più record grazie al podio. Per lui è il 100° in top-class: è il 4° pilota nella storia in tripla cifra dopo Rossi (199), Lorenzo (114), Pedrosa (112) e pone fine al suo digiuno più lungo di podi in top-class, 9 gare. Non solo: 139° podio in tutte le classi, gli stessi di Angel Nieto, al 5° posto di tutti i tempi. Il record è di Rossi: 235 podi, poi Giacomo Agostini (159), Dani Pedrosa (153), Jorge Lorenzo (152). Infine, mette una pezza per la Honda: finisce il loro peggior digiuno di podi degli ultimi 40 anni, 16 gare consecutive.

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La crisi di Quartararo

Per l’ex leader del mondiale Quartararo non è solo una crisi di vittorie (l’ultima ormai 4 mesi fa, 19 giugno, Sachsenring), ma di risultati a tutto tondo. Dal suo ultimo successo è salito solo una volta sul podio, in Austria, non è mai andato in testa, e nelle ultime 4 gare ha messo a segno solo 8 punti, con l’8° posto in Giappone. Quartararo ha visto annullarsi un vantaggio massimo di 34 punti (su Aleix Espargarò) dopo il Sachsenring: nel 2020 aveva già mandato in fumo un vantaggio di 48 punti su Mir dopo la 2^ gara, finendo il mondiale a -44 dallo spagnolo. Su di lui inoltre pende sempre il tabù da sfatare: quello di vincere una delle ultime sei gare di un campionato, cosa che non è ancora riuscito a fare.

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