MotoGP in Australia (Phillip Island): le PAGELLE di Paolo Beltramo
Massimo dei voti per i tre piloti sul podio in Australia, tutti su Ducati: prima vittoria per Zarco, Bagnaia sempre più leader del Mondiale e Di Giannantonio al primo podio in carriera. Martin paga la scelta della gomma, KTM si conferma seconda forza, Aprilia sotto le attese. Disastrose Honda e Yamaha. Le pagelle di Paolo Beltramo
- È grazie all’unicità di Phillip Island con i suoi prati ai lati di una pista unica, spettacolare, difficile anziché asfalto pitturato, che è venuta fuori una gara come questa. Roba che si vede raramente e che soltanto le corse di moto sanno regalare. Difficile trovare un motivo migliore per una levataccia: 10 e lode.
- Belle, sorprendenti, inattese le combinazioni che il destino sa regalare: prima vittoria in MotoGP alla 120° gara per Johan Zarco e primo podio per Fabio Di Giannantonio sulla pista dove lo scorso anno era finito ultimo.
- Una vittoria e un podio strappati in un ultimo giro pazzesco, rocambolesco, imprevisto grazie al calo di Jorge Martin che ha reso possibile che la lotta a 4 diventasse per la vittoria.
- Bravissimi, freddi, determinati, cattivi. 10 ad entrambi. Zarco si toglie la maledizione del podio senza vittoria, Diggia dimostra che si merita di restare come pilota da MotoGP visto che ce ne sono più di uno che va meno forte di lui. Bravi, bene, Bis?
- E intelligenza, capacità analitica, freddezza, qualità di guida per Pecco Bagnaia che è partito lavorando dal venerdì sulla gomma media e ha saputo tener duro mentre vedeva Martin che se ne andava con la morbida.
- Ha saputo attendere, resistere, si è reso conto che avrebbe preso il fuggitivo e alla fine ha conquistato il secondo posto con un sorpasso fantastico che gli consente anche di rimpolpare il vantaggio nel mondiale fino a 27 punti. 10. L'importante è che nei momenti difficili la sua classe e razionalità emergano brillando.
- Jorge Martin ha fortemente scelto di correre con una gomma posteriore soft anziché media come tutti gli altri (tranne Marc Marquez) e fino all’ultimo giro è stato in testa: è partito che sembrava facesse davvero un altro sport, ha raggiunto i 3 secondi e mezzo di vantaggio, ma poi la scelta ha cominciato a rivelarsi sbagliata anche se alla fine soltanto per qualche chilometro su 120 visto che all’inizio dell’ultimo giro era ancora primo.
- Calcolo sbagliato quindi, sì, ma di pochissimo. Peccato perché guida come un fenomeno e se si deve giudicare soltanto sulla velocità pura è lui il migliore, ma dopo quello indonesiano ecco un altro errore e da un più in classifica ora è a meno 27. Voto 5.
- Tre Ducati sul podio, 5 nei primi sei, 7 nei primi dieci, 3 in testa nel Mondiale, già campione marche. Che voto? 11, non ce n’è per nessuno.
- KTM si conferma la seconda forza del campionato dopo Ducati facendo meglio di Aprilia con un buon Binder quarto e sempre in lotta per il podio e la vittoria (9) e un Jack Miller che è stato esplosivo all’inizio e poi concreto alla fine finendo settimo (7). Consistenza e solidità.
- Aprilia sotto le attese con Aleix Espargaro ottavo e Maverick Vinales 11°, Oliveira 13°. Troppo poco e si fatica a capire il perché visto che la moto è spesso molto buona, ha vinto gare, ma nella parte finale della stagione come l’anno scorso sta calando. Un 6 di gruppo.
- Bene alla fine Marco Bezzecchi risalito fino al sesto posto (7) nonostante il dolore alla spalla operata.
- Bene pure il rientrante Alex Marquez nono (7), sotto le attese, che sono alte, Bastianini decimo (5) e Marini dodicesimo che ancora non è in forma fisica perfetta (6).
- Nessuna delle 5 moto alla partenza (Rins non ha corso) tra i primi dieci, miglior risultato il 14° di Quartararo e il 15° di Marc Marquez, gli altri tutti dietro o in terra come Mir. Qualche raro sprazzo qua e là nella stagione, ma in generale un disastro assoluto, incredibile, da non credere. In Giappone devono cambiare e farlo in fretta.