Favola Di Giannantonio, la MotoGP non può permettersi di perderlo

MotoGp
Paolo Lorenzi

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Bagnaia e lotta Mondiale con Martin a parte, l'altra faccia del Qatar è stata quella di Fabio Di Giannantonio: il pilota romano, ancora senza sella in prospettiva 2024, corona una crescita esponenziale iniziata a Mandalika, centrando la prima vittoria in carriera in top class. Un successo che apre una riflessione doverosa all'interno del paddock: ma davvero la MotoGP può permettersi di rinunciare a un pilota così veloce e talentuoso? 

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Le lacrime di Fabio, nella domenica che rilancia Bagnaia. L’altra faccia del Qatar è la favola di Fabio Di Giannantonio, una storia bella e (forse) triste se non riuscirà a trovare una sella per il 2024. Nel giorno in cui vince la sua prima gara in MotoGP, al secondo anno in top class, il romano non ha ancora certezze sul suo futuro e rischia di essere messo alla porta. Fabio dovrà fare spazio a Marc Marquez nel team Gresini, che ha sacrificato il "Diggia", mai realmente in ballottaggio con il compagno di squadra che non ha ancora vinto una corsa nella massima cilindrata. Ma il suo team aveva già preso la sua decisione a fronte di un bilancio sportivo, obiettivamente in rosso. Di Giannantonio fino a quando non ha saputo di dover preparare le valigie, aveva combinato ben poco.

La svolta a Mandalika, poi una crescita costante

La svolta è arrivata nel Gran Premio di Mandalika, gara chiusa al quarto posto. La gara dopo, in Australia, è arrivato il primo podio, in Qatar la vittoria. Qualcuno potrebbe anche pensare che Fabio si sia svegliato quando ha capito che la vicenda con il team Gresini stava per concludersi. Lui l’ha spiegata così: "Lavoravamo tanto dall’inizio dell’anno, con la squadra, ma non succedeva nulla, è stata dura ma sono rimasto concentrato". I risultati si raccolgono col tempo, con il lavoro e l’impegno, bastasse uno stimolo speciale sarebbero tutti campioni.

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Sul mercato piloti non è ancora detta l'ultima parola

I talenti non maturano tutti con gli stessi tempi. La sua vittoria arriva a stagione ormai conclusa, ma con i colpi di coda di un mercato piloti che non ha ancora detto l’ultima parola. Lo scambio con Marc Marquez in Hrc sembrava un’opportunità concreta, ma al posto dello spagnolo potrebbe subentrare Luca Marini. E per il posto del pilota di Pesaro, nel team Mooney VR46, il favorito è Fermin Aldeguer (semprechè il giovane talento spagnolo riesca a svincolarsi dal suo attuale contratto in Moto2 con Luca Boscoscuro e il team Speed Up).

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Oggi ci s’interroga sul senso di una vicenda simile, che dovrebbe insegnare qualcosa. Che un pilota giovane e vincente resti escluso da una griglia dove i fenomeni non abbondano, sembra assurdo. Il mercato piloti pare impazzito, impermeabile alle norme del semplice buon senso. Contratti che vengono chiusi con eccessivo anticipo, e contratti che saltano a stagione inoltrata, servirebbe un’etica più attenta. A guadagnarci sarebbe prima di tutto la MotoGP. Perdere un pilota come Di Giannantonio sarebbe un male.