
MotoGP, Gran Bretagna (Silverstone): l'analisi del circuito a cura di Mauro Sanchini. FOTO
Dopo la pausa estiva, il Motomondiale torna in pista sul circuito di Silverstone e il nostro Mauro Sanchini ci porta a scoprire i segreti del tracciato, curva dopo curva. Il GP di Gran Bretagna è in diretta tv domenica 7 agosto alle 14 su Sky Sport Uno e Sky Sport MotoGP e in streaming su NOW, aggiornamenti in tempo reale su skysport.it

Situato tra il Buckinghamshire e il Northamptonshire, Silverstone nasce come aeroporto militare e il 13 maggio del 1950 ospita la prima gara nella storia del campionato di Formula 1. Dal 1977 al 1986 nel Motomondiale, il circuito è tornato in calendario dal 2010 dopo la lunga parentesi di Donington, sede per oltre 20 anni del GP di Gran Bretagna.

Il circuito misura 5900 metri, il più lungo di tutto il Motomondiale. Con 18 curve, 10 a destra e 8 a sinistra, è uno dei più 'bilanciati' per l'uso della gomma e la guida del pilota. Con una larghezza non indifferente: 15 metri. E un rettilineo di 770 metri.

Secondo le analisi Brembo, al Silverstone Circuit i piloti di MotoGP utilizzano i freni 10 volte al giro per un totale di 38 secondi, inferiore soltanto ai 40 secondi del Losail International Circuit (i layout delle due piste sono però molto differenti, così come le condizioni climatiche). In 5 delle curve della pista britannica i piloti devono frenare fino a scendere sotto i 100 km/h per evitare escursioni fuori dall'asfalto.

La 11 e la 12 sono due curve da percorrere con molta velocità di ingresso e soprattutto grande trazione, perché a metà di questi curvoni si prende in mano il gas in maniera decisa...

Ma è soprattutto nelle 16 e 17 - 180 gradi a sinistra e 180 a destra - che bisogna avere grandissima scorrevolezza e il pilota deve trovare la traiettoria giusta per non fare troppa strada, ma tenendo allo stesso tempo un'elevata velocità di percorrenza.

La 17 è fondamentale perché è quella che dà accelerazione e spinta per l'ultimo curvone, che si fa a tutta verso il traguardo: ricorderete senz'altro quando Marquez perse la gara in uscita della 18 contro Rins...

Insomma, è un circuito probante per le gomme ed estremamente tecnico, dove è determinante la corretta e bilanciata messa a punto delle moto. Ma anche molto fisico: nella prima parte si lavora tantissimo con il corpo, le braccia. Storicamente un tracciato che ha quasi sempre favorito la scorrevolezza e l'agilità dei 4 cilindri in linea, vedi Yamaha e Suzuki. E Ducati e Aprilia dovranno lavorare tantissimo per arginare questa 'arma in più' dei rivali.