
Weekend dedicato a Roberto Baggio con una programmazione speciale su Sky Sport Uno. Pallone d'Oro nel 1993 e leggenda del nostro calcio, il "Divin Codino" ha ispirato tanti calciatori anche con il suo look inconfondibile: tra capelli raccolti e rivisitazioni dello stile, ecco tutti i suoi estimatori negli anni seguenti

IL DIVIN CODINO
ROBERTO BAGGIO. Nessun dubbio, il codino più amato dagli italiani. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde il numero 10 azzurro ha segnato un’era in campo e fuori. La classe del campione, ma non solo: è con Roby che dagli anni '90 inizia un boom di capelli lunghi e raccolti mai visti prima. Tra fedeli riproduzioni e licenze dettate dalla moda, ecco chi ha seguito il suo stile

CODE ITALIANE
Soprattutto Roberto Baggio, ma non l’unico. Altri nazionali azzurri hanno adottato il look reso celebre dal suo precursore.
MAURO GERMAN CAMORANESI.
All'appello risponde l’ex centrocampista, campione del mondo nel 2006 con il "codino" che aveva già esaltato gli italiani. E all’inizio della festa a Berlino fu Oddo l’incaricato dello scalpo come scommesso in precedenza

PABLO DANIEL OSVALDO. Un oriundo come Camoranesi, argentino di nascita con il quale ha condiviso la coda di cavallo. O per meglio dire la sua evoluzione, scelta particolarmente in voga nel nuovo millennio come vedremo più avanti
I migliori 25 calciatori degli ultimi 25 anni
FEDERICO BALZARETTI. Scelta comune a Osvaldo quella dell’ex terzino azzurro, lui che in carriera ha raccolto i suoi lunghissimi capelli biondi facendone un marchio di fabbrica. E di tendenza, ovviamente
Storie di Matteo Marani: 1990, il caso Baggio
FRANCESCO TOTTI. Prima di loro un altro '10' aveva sfoggiato una coda inusuale: a Euro 2004 la leggenda della Roma si presenta così, look con le treccine esibito solo nella gara inaugurale. Quella dello sputo al danese Poulsen e della conseguente squalifica che chiuse in anticipo il suo Europeo

PONYTAIL
Baggio ha dettato scuola non solo in Italia ma anche all'estero: laccio stretto e ciocche libere al vento, comodità e acconciatura da non considerare mai fuori moda.
PAUL GASCOIGNE. Ne sa qualcosa "Gazza" che, ai tempi della Lazio nel 1993, fu uno dei primissimi seguaci di Baggio dopo averlo ammirato da avversario. Chi lo ricordava con questo look?

EMMANUEL PETIT. Lunghissima la coda del centrocampista dei Bleus, campione del mondo nel 1998 con gol in finale al Brasile. Un look a lungo esportato in Inghilterra quando vestiva la maglia dell’Arsenal

MUSTAPHA HADJI. Proprio ai Mondiale in Francia brillò la stella (e la testa) dell’attaccante marocchino, classe da vendere e capelli ricci raccolti con una coda. Una nuova versione di Baggio che, in quell’edizione, si presentò senza il suo iconico codino

FRANCISCO PALENCIA. Dal Marocco al Messico il passo è breve: ecco l’allora centravanti, nessun gol al Mondiale francese ma un’acconciatura condivisa con altri protagonisti di quel torneo

DAVID SEAMAN. All’appello s’scrive anche l’ex portiere dell’Arsenal e della Nazionale inglese che, nell’appuntamento mondiale in Corea e Giappone, sfoggiò baffi e soprattutto una coda di cavallo esemplare. Peccato per quella punizione beffa di Ronaldinho nel 2002…

RONALDINHO. Già, proprio l’asso brasiliano che nel Mondiale vinto con il Brasile dava spettacolo coi capelli al vento. La sua folta coda arriverà più avanti per la gioia del Camp Nou e del Barcellona, lui che si è preso la scena anche in Italia al Milan

THIAGO MOTTA. Compagno di Ronaldinho al Barcellona fu anche il centrocampista italo-brasiliano, fino al 2006 votato allo stesso look dalla lunghissima coda di cavallo. Più avanti in Serie A adotterà un taglio più tradizionale

RAFA MARQUEZ. Un Barça che tra i suoi protagonisti con la coda coinvolgeva pure El Gran Capitan, difensore e icona del calcio messicano. Come Thiago Motta abbandonerà quel look quando farà tappa in Italia a Verona
ILHAN MANSIZ. Tornando al Mondiale del 2002, chi sorprese fu la Turchia trascinata dai gol del suo attaccante. Terzo posto per la squadra di Gunes e ribalta per l’attaccante dal codino improvvisato, poi "aggiustato" negli anni seguenti sulla scia di una superstar…
DAVID BECKHAM. Dici stile e non può mancare un’icona glam come l’ex stella inglese, lui che ha dettato moda per tutta la sua carriera. Arrivato nel 2003 al Real Madrid portò con sé il suo doppio codino, imitato all’infinito. Basta il nome, no?
DADO PRSO. Nelle notti d’Europa a prendersi la scena è anche il Monaco, finalista nel 2004 in Champions ma battuto dal Porto di Mourinho. Ben 7 i gol segnali in quell’edizione dal centravanti croato, inconfondibile per fisico e la coda selvaggia
PHILIPPE MEXES. Proprio al 2004 risale l’arrivo in Serie A del difensore francese, 7 anni alla Roma prima di chiudere la carriera al Milan. Inizialmente riconoscibile per il cerchietto e la chioma bionda, Mexes sfoggiò anche la sua invidiatissima coda poi convertita in chignon in rossonero

HARRY KEWELL. Sulla scia di Mexes (e di Beckham ovviamente) anche l’allora attaccante del Liverpool, stella dell’Australia che impressionò ai tempi del Leeds. Meno fortunato ad Anfield, ma la sua coda risalente al 2005 piaceva e non poco al pubblico femminile

ROBBIE SAVAGE. Proprio la Premier League ha avuto parecchi estimatori del ponytail, uno dei quali risponde all’ex centrocampista gallese. Eccolo ai tempi del Birmingham

ANDY CARROLL. E che dire del centravanti tornato nel suo Newcastle? A lezione di hairstyle con uno degli idoli dei Magpies e di St James’ Park: obbligatoria la classica coda di cavallo

JONAS GUTIERREZ. Altrettanto importante al Newcastle il look dell’ex esterno argentino, sudamericano che per anni ha macinato la fascia con la sua lunghissima coda al vento

ANDRIY VORONIN. Anche il Liverpool ha avuto i suoi estimatori del look di Roberto Baggio: all’appello risponde l’ex attaccante ucraino, poco fortunato in Premier League a differenza dei trascorsi in Germania

SOTIRIOS KYRGIAKOS. Tra gli eroi di Anfield c’era pure il difensore greco, nazionalità inedita in precedenza tra i Reds. Resterà due anni prima di tornare in Germania e ritirarsi nel 2014 con l’immancabile coda

DIDIER DROGBA. Ovviamente c’è anche l'attaccante ivoriano tra i calciatori affezionati al codino, lui che ne ha fatto un simbolo nella lunghissima esperienza al Chelsea dove ha fatto la storia vincendo 14 trofei a suon di gol

ANTOINE GRIEZMANN. Tornato ad un taglio decisamente lungo, recentemente l’attaccante del Barcellona non ha resistito al richiamo del codino. Vedremo se lo alternerà con l’utilizzo della fascetta o se, più semplicemente, ci darà un taglio

CRISTIANO RONALDO. Sfumatura laterale e ciuffo folto al vertice raccolto con un elastico: l'effetto battagliero accompagna da qualche settimana anche il fuoriclasse della Juventus, uno che in materia di stile risponde sempre presente. Scelta che inevitabilmente continua a spopolare tra i tantissimi fan di CR7

LO CHIGNON
Alternativa al codino classico, look importato da Hollywood e da celebri attori. Potevano mancare i calciatori? Certo che no.
GARETH BALE. Chissà se ad ispirare CR7 non sia stato l’ex compagno al Real Madrid, gallese che da anni raccoglie i suoi lunghissimi capelli con una "coda da ninja". Un grande classico dall’effetto assicurato, d’altronde non mancano altri esponenti di questo look

ZLATAN IBRAHIMOVIC. Per informazioni chiedere all’attaccante del Milan, protagonista di una delle versioni più apprezzate e riprodotte della "coda da guerriero". Aggiustata nel corso degli ultimi anni, l’acconciatura da samurai di Ibra ha fatto scuola quanto il codino di Roberto Baggio

VIRGIL VAN DIJK. Pilastro del Liverpool e certezza del calcio olandese, il difensore dei Reds è un altro campione votato da anni alla coda: "cipolla" hipster o perfetto chignon, fate voi, certo è che l’eleganza non si può discutere

RICARDO RODRIGUEZ. Una coda da manuale quella del terzino svizzero, prestato dal Milan al Psv fino al termine della stagione. Sfumature ai lati e lunghezza ampia sulla nuca, ben raccolta e tirata per un risultato sempre ordinato

ADRIEN RABIOT. Tornando in casa Juventus, c’è Cristiano Ronaldo ma non solo tra i fedelissimi del codino: il centrocampista francese raccoglie così i suoi lunghi capelli, versione "cipolla" che resta una validissima alternativa alla coda di cavallo ispirata da Roby Baggio

DOMAGOJ VIDA. Un codino sui generis anche per il difensore croato, finalista al Mondiale del 2018 e da tempo abbonato ad un look personalissimo. Chioma bionda raccolta dalle diverse modalità, classica coda o chignon a seconda delle situazioni e della moda

RURIK GISLASON. Nominato il giocatore più bello a Russia 2018, il centrocampista islandese si è preso la ribalta a differenza di una carriera nelle serie minori. Lo trovate nella Serie B tedesca al Sandhausen, ma è il fascino a fare la differenza: ovviamente lo stile da vichingo ammette uno chignon biondo quando è in campo

DAVID DE GEA. Per qualche tempo anche il numero uno del Manchester United ha adottato un codino vezzoso. Forse lo ricorderete ai Mondiali in Russia, spedizione sfortunata per lui e per la Spagna: chissà che non abbia voluto darci un taglio in tutti i sensi

KEYLOR NAVAS. Sarà stato il look importato da Bale al Real Madrid, tuttavia anche l’ex portiere dei Blancos sfoggiò nel 2018 un’acconciatura disordinata ma raccolta con una coda. Solo un ricordo per lui e De Gea, ma non per un altro portiere in Europa…

LORIS KARIUS. Ebbene sì, proprio lo sfortunato protagonista della finale di Champions tra il Real Madrid e il suo Liverpool. Una serata maledetta a Kiev per il portiere tedesco, lui che attraverso i social esibisce ancora il suo curatissimo chignon. Peccato che in campo, pure al Besiktas, i risultati non siano dei migliori

HECTOR BELLERIN. Escluso dalle scelte di Lopetegui proprio in Russia, il terzino dell’Arsenal è particolarmente apprezzato sui social per le sue scelte in fatto di moda. Abbigliamento ma anche look: eccolo con l’acconciatura da samurai adottata per lungo tempo, stile in continua evoluzione proprio come il personaggio

LE TRECCE
Dall’era Baggio abbiamo visto code, codini e i più recenti chignon importati nel calcio. Che dire dell’evoluzione dell’hairstyle in chiave contemporanea?
EDGAR DAVIDS. A suo modo, come Baggio, ha fatto scuola. Lunghissime treccine raccolte, un must che negli anni ha ispirato parecchi colleghi. Se Roby non aveva occhiali protettivi, l’effetto della coda in qualche modo lo rievoca

JOSÉ PINTO. Istrionico come pochi, lui che alternava il ruolo di portiere a quello di deejay, l’ex Barcellona ha sfoggiato per anni le treccine poi diventate una lunga coda. Impossibile non notarlo in campo

RODRIGO PALACIO. Se lo chiamano El Trenza, un motivo ci sarà. Nemmeno la perdita dei capelli nega l’inconfondibile tratto distintivo all’attaccante del Bologna, argentino inseparabile dalla treccina che ancora svolazza in campo. O se preferite un codino, no?