MotoGP, Ducati da titolo: cinque buoni motivi per crederci dopo la gara di Le Mans
Le Mans, al di là del thrilling figlio del meteo che ci ha tenuto sulle spine dal primo all’ultimo giro (con tanto di flag to flag), ci lascia la consapevolezza che la Ducati sull’atto di stagione può mettere una firma di qualità assoluta. Le ragioni sono molteplici, ma proviamo a raggrupparle in cinque punti insieme a Sandro Donato Grosso
I PILOTI - La prima ragione risiede nel rischio, rivelatosi vincente, di aver scelto due piloti giovani che hanno sostituito Dovizioso e Petrucci. Oggi Bagnaia e Miller sono molto veloci e corrono con un approccio più esperto del previsto. Si rispettano, si alternano lì davanti e lavorano con intelligenza per la squadra
VIDEO. Miller esulta bevendo dallo stivaleIL GRUPPO DALL'IGNA - Il secondo motivo è frutto della tecnica e della capacità ingegneristica del gruppo di lavoro di Gigi Dall’Igna. La Ducati va bene su tutte le piste, sull’asciutto e sul bagnato. Vincere a Jerez e Le Mans è un risultato importate, se pensiamo al Mugello e a Barcellona in arrivo sul binario 2 il pensiero è più dolce
I TEAM SATELLITI - Il terzo punto è il grande apporto dei team satelliti: Esponsorama sta facendo crescere Marini e Bastianini, mentre Pramac con professionalità ed esperienza sta consentendo a Zarco di esprimere il suo potenziale, sottraendo punti preziosi alla concorrenza
Tre Ducati dietro Quartararo: la classifica del MondialeUNA "MANO" DAGLI AVVERSARI - Il quarto pensiero va agli avversari della Ducati, che hanno delle frecce spuntate. A parte Quartararo, che tiene un po' alta la bandiera Yamaha, Vinales va a corrente alternata e spesso non è in fase. La Honda si ritrova sempre con il solo Marc Marquez, il cui ritorno è più difficile del previsto, anche se in Francia deve ringraziare LCR che ha fatto una gara più che consistente gara con A. Marquez e Nakagami. La KTM dal canto suo non ingrana, così come la Suzuki, che è poco consistente con Mir e Rins.
VIDEO. Marc Marquez, doppia caduta a Le MansVISIONE E GESTIONE - Il quinto motivo sta nella visione manageriale e nella gestione delle risorse in pista del direttore sportivo Paolo Ciabatti e del team manager Davide Tardozzi. Non è un caso che al Mugello, a parte l'annuncio del rinnovo di Jack Miller, sapremo quale altra realtà si aggiungerà alla pattuglia. Indipendentemente se sarà la VR46 di Rossi o i malesi della Petronas (e c’è anche il team Gresini in lizza per delle moto non dell’anno Spec B), il mondo Ducati si espande a tutto vantaggio di un futuro più roseo. Pardon, più rosso.
Il calendario aggiornato della MotoGP: prossima tappa Mugello