MotoGP a Silverstone, le PAGELLE del GP di Gran Bretagna
Doppietta per Enea Bastianini, che si prende sia Sprint Race che gara lunga a Silverstone meritando un 10 e lode in pagella. Un weekend magico per lui, certificato anche dalla foto con gli attori che hanno interpretato i gemelli Fred e George Weasley in Harry Potter. Voto 9 a Jorge Martin, uno in meno (8) per Pecco Bagnaia, Marc Marquez e Di Giannantonio. Le pagelle del Gp di Gran Bretagna di Paolo Beltramo
- Un bel 10 e lode a quella fantastica mostra di vecchie, gloriose, fascinose motociclette organizzata da Dorna per il 75° compleanno del motomondiale. Celebrazione che è stata fatta nel posto giusto perché come li fanno gli inglesi, questi omaggi alla memoria, ai ricordi, alla storia non c’è nessuno. C’erano, appunto, 75 anni di storia, macchine che sono riusciti a riportare tra di noi la presenza forte anche di quegli uomini coraggiosi, pazzi, fantastici, mitici che le guidavano.
- C’erano molti di quelli che potevano venire, ma soprattutto sono tornati per un po’ ad aleggiare sul circuito piloti, miti che ci hanno lasciato, chi in pista, chi per incidenti, chi per il logorio del tempo, in ordine sparso: Hailwood, Surtees, Sheene, Ubbiali, Nieto, Duke, Read, Saarinen, Pasolini, Villa, Pileri, Gresini, Ivy, Masetti, Liberati, Simoncelli, Kato e qualcun altro che non abbiamo incontrato… Emozione, dolore, bellezza, ricordi, sorrisi, lacrime: tutto quello che questo sport ha dato, concentrato in un momento, in una ricorrenza.
- Bella l’idea di far correre la GP con le moto dipinte con colori storici. Il titolo di più bella - secondo me - se la giocano la Ducati Gresini coi colori della Garelli di Fausto campione della 125, la Yamaha con il disegno degli anni ’70 bianca e rossa che fu di Agostini, Cecotto, Lawson e la Honda coi colori di Spencer e Lucchinelli, l’Aprilia nera dei tempi di Biaggi. Carina l’idea della Pramac di ricordare la Garelli 125 del compianto Angel Nieto, mentre quella del Team VR46 ha ricordato il sole e la luna che sempre sono stati la base dei suoi colori.
- Divertente l’Aprilia Trackhouse coi volti dei campioni del mondo americani, le Honda Castrol di Cecchinello, la Ducati ufficiale ricorda la moto di Capirossi che esordì in MotoGP nel ’93, mentre le KTM/Gas Gas hanno colori visti in passato, ma senza grandi picchi di genialità. Belle anche le tute retrò come quella del vincitore Bastianini che sembrava Capirossi. In assoluto, bell’idea. 10.
- In negativo c’è un dato: questo è il primo Gram Premio d’Inghilterra della storia senza neppure un pilota britannico al via in 500/MotoGP. Bene, una specie di carezza, il successo di Jake Dixon in Moto2. Bisogna comunque che Dorna e le federazioni lavorino sodo per far tornare questo campionato davvero mondiale e non una specie di Italia/Spagna perenne.
- Vittoria nella Sprint e GP, sesta vittoria, prima doppietta: un Bastianini al suo meglio ha dominato questo GP, vincendo allo stesso modo, attaccando alla fine dopo aver gestito come soltanto lui sa fare le gomme. Ha battuto due volte Martin, uno che non molla neanche sotto tortura. Saper aspettare il momento giusto è una grande dote. Dopo una stagione difficilissima lo scorso anno, finalmente sta venendo fuori il meglio di Enea, uno che ha lavorato su sé stesso e capito che il segreto per essere vincente è qualificarsi bene.
- Stavolta terzo, prima fila e due vittorie. Ha come sempre saputo aspettare, ha imposto il suo ritmo quando nessuno poteva resistergli. Bravissimo, 10 e lode, la dimostrazione del perché a fianco di Bagnaia hanno scelto lui. E il peccato di vederlo andare alla KTM. Quest’anno comunque può ancora giocarsi cose importantissime, mondiale compreso visto che oggi, ad esempio ha recuperato ben 21 punti su Bagnaia. Intanto è terzo davanti a Marc Marquez. Bel ritorno al successo, atteso e storico vista la tuta molto Capirossi.
- Jorge Martin e Pecco Bagnaia. Lo spagnolo vestito da Angel Nieto, l’iberico più vincente di sempre, è stato due volte su due battuto alla fine da uno strepitoso Bastianini, non è riuscito a vestirsi di nuovo da “Bastonator”, ma con due secondi posti è tornato primo in classifica mettendo 3 punti tra sé e Bagnaia che era arrivato in Inghilterra con 10 di vantaggio. Un campionato teso, per il momento sul limite dei pochi punti. Bene comunque, 9.
- Un voto in meno, 8, per Bagnaia che dopo la caduta del sabato non ha potuto reagire né al suo compagno, né a Martin. Aveva problemi alla gomma anteriore, alla fine ha pensato bene di portare a casa il terzo posto e non rischiare una seconda caduta. I mondiali si vincono anche così, sommando sconfitte utili ai successi.
- 96° vittoria in MotoGP, 100° in tutte le categorie, 7° monopolio del podio consecutivo, 9° vittoria stagionale su 10 gare, 18° nelle ultime 20, per la 4° volta conquista le prime cinque posizioni. 7 nei primi 8, 8 nei 10. Che dire di più? 110 con lode e bacio accademico. Quarto infatti Marc Marquez, ancora vicino al podio, in attesa dell’occasione giusta che non poteva essere questa a Silverstone (8). 8 pure a Di Giannantonio che ha recuperato benissimo. Una bella dimostrazione di qualità.
- Alex Marquez buona gara, settimo davanti a un tostissimo Bezzecchi che ha corso nonostante il botto di sabato e il dolore al piede, finiti settimo e ottavo 7. Insomma sono otto le Ducati al via, sono otto le Ducati nei primi dieci all’arrivo… una magia tecnologica forse irripetibile, ma intanto godiamocela, anche perché lo scorso anno di Ducati nei primi 5 ce n’era soltanto una.
- Sembrava fosse un GP Aprilia, invece alla fine l’unico competitivo, soltanto per la prima parte della gara però, è stato Espargaro. Si aspettava di più, ci aspettavamo di più, ma evidentemente contro le Ducati c’è poco da fare. Comunque Aleix 7, male Viñales tredicesimo (4), e ancora peggio per sfortuna le due Aprilia del team esterno che si sono stese al primo giro. Pure KTM ha fatto piuttosto male con Binder che non è partito per un problema (NG) Acosta è finito nono, 6, meglio delle ultime uscite e Miller dodicesimo 5.
- La prima delle 6 moto giapponesi al via è stata la Yamaha di Fabio Quartararo, finito undicesimo a 24” di distacco, poco più di un secondo al giro, il che è molto, ma non umiliante. Soltanto lui però riesce a mettere dietro qualche moto europea, si merita un 7. Più lontane le Honda con Zarco meno peggio. Come detto per vedere le moto giapponesi lottare per il podio si deve aspettare qualche situazione atipica, più sicuro l’anno prossimo. Inutile infierire.