Brehme, dallo scudetto con l'Inter dei record al Mondiale: carriera e trionfi
L'ex difensore dell'Inter e della Germania Ovest, morto per un arresto cardiaco a soli 63 anni, è stato uno dei simboli della squadra campione d'Italia nel 1989 e della nazionale campione del mondo nel 1990: terzino ambidestro, fu Giovanni Trapattoni a schierarlo per la prima volta a sinistra, rendendolo uno dei migliori interpreti al mondo nel ruolo. Dopo il ritiro, fu anche assistente in panchina del suo vecchio mentore. Carriera, sconfitte e trionfi di un "fluidificante moderno"
- L'ex difensore è scomparso a 63 anni, vittima di un arresto cardiaco nella notte tra il 19 e il 20 febbraio. I tifosi nerazzurri lo ricordano come uno dei "panzer" dell'Inter dei record, i tedeschi soprattutto per il rigore contro l'Argentina a Italia '90 che regalò loro il terzo Mondiale: ripercorriamo la sua carriera
- Brehme nasce ad Amburgo il 9 novembre del 1960. Tira i primi calci nel Barmbek-Uhlenhorst, allenato dal padre Bernd, e nel 1980 viene prelevato dal Saarbrücken. Nel 1981 è già nel Kaiserslautern, con cui gioca 154 partite e realizza 34 gol in 5 stagioni. Nel 1984 il debutto con la Germania Ovest, convocato poi sia per l'Europeo francese (dove colleziona 3 presenze), che per i Giochi Olimpici di Los Angeles
- Nel 1986 il passaggio al Bayern Monaco, schierato da terzino destro: vince il campionato tedesco e vola in Messico per i Mondiali, di cui sarà assoluto protagonista
- Il ct tedesco Franz Beckenbauer lo utilizza da mediano, chiuso nel ruolo di terzino dal neo sampdoriano Hans-Peter Briegel e dal futuro "veronese" - e poi romanista - Thomas Berthold. Brehme ricambia con ottime prestazione e il gol sul punizione che apre la vittoria per 2-0 in semifinale contro la Francia di Michel Platini
- La Germania e la sua maglia verde si arreserò però in finale di quel Mondiale all'Argentina di Maradona. Si sarebbero vendicati qualche anno dopo...
- Nel 1987 Brehme perde invece la finale di Champions League con il Bayern, battuto 2-1 dal Porto di Madjer, il "Tacco di Allah". Nell'estate 1988 viene ceduto all'Inter assieme a Lothar Matthaus, complice i rapporti poco idilliaci con l'allenatore Jupp Heynckes
- I due tedeschi e l'altro straniero di quella squadra, l'attaccante argentino Ramon Diaz (ai tempi non potevano essere più di tre), risulteranno determinanti per lo scudetto dei record, arrivato già al primo tentativo
- Giovanni Trapattoni lo reinventa terzino sinistro, una soluzione che presto verrà assecondata anche da Beckenbauer in Nazionale. Brehme è uno degli artefici di quella cavalcata inarrestabile: 26 successi, 6 pareggi e soltanto due sconfitte per un totale di 58 punti (erano due per vittoria), record assoluto per un campionato a 18 squadre
- Con l'acquisto di Jürgen Klinsmann al posto di Diaz, nell'estate del 1989 i tedeschi dell'Inter diventano tre. Per Brehme e compagni arriva anche la Supercoppa Italiana e nel 1991 la Coppa Uefa, vinta nella doppia finale contro la Roma
- Ai Mondiali di Italia '90 è semplicemente devastante: segna agli ottavi a San Siro nel "derby" contro l'Olanda dei milanisti (van Basten, Gullit, Rijkaard) e provoca anche la rete che sblocca il risultato con l'Inghilterra in semifinale
- Nella finalissima con l'Argentina realizza la rete su rigore che regala il terzo Mondiale alla Germania: Brehme è nella storia
- Brehme segnò quel rigore col destro, il suo piede naturale. Sin da bambino però aveva imparato a utilizzare indiffentemente anche il mancino, motivo per cui Trapattoni lo trasformò in terzino sinistro
- Nel Mondiale del 1986, nella vittoria ai rigori contro il Messico nei quarti di finale, segnò dal dischetto tirando invece di sinistro. Aveva persino l'imbarazzo della scelta
- La "folle" esultanza di Brehme all'Olimpico di Roma dopo l'esecuzione del rigore, assegnato a 5 minuti dal termine dall'arbitro messicano Codesal per un (presunto) fallo di Nestor Sensini su Rudi Voeller
- Andy si classifica al terzo posto nella classifica del Pallone d'Oro, alle spalle del vincitore Lothar Matthäus, suo "doppio" compagno di squadra e del nostro Totò Schillaci, capocannoniere di Italia '90 con 6 reti
- Nel 1992, dopo quattro stagioni esaltanti (116 presenze, 11 gol e 3 trofei) il terzino saluta l'Inter
- Memorabili, per il pubblico di San Siro, le sue discese sulla fascia, i suoi cross e le sue punizioni. Con Trapattoni diventò un perfetto "fluidificante", secondo il lessico tattico di quegli anni
- Ne fu un interprete moderno, determinante in fase offensiva, un degno erede di Giacinto Facchetti e aprendo, col suo addio, la lunga "maledizione dei terzini dell'Inter". Per tanti anni non si è visto nessuno come lui
- Il primo terzino interista con il suo stesso impatto offensivo, escluso l'anno di Roberto Carlos, fu il brasiliano Maicon, seppur sulla fascia destra. Non a caso fu proprio Brehme a premiarlo nel 2010 come miglior difensore della Champions League di quell'anno, vinta dall'Inter di Mourinho
- Dopo una breve parentesi al Real Saragozza, nel 1993 torna nel Kaiserslautern, la squadra che nel 1981 l'aveva lanciato nel grande calcio. Vince una Coppa di Germania nel 1995-1996, ma la squadra retrocede
- Nella stagione successiva il Kaiserslautern torna in Bundesliga e nel 1997-1998 compie un'impresa storica: vince il campionato da neopromossa, l'unico club nella storia del calcio tedesco a riuscirci
- Brehme partecipa alla festa collezionando 5 presenze e si ritira dall'attività agonistica nel migliore dei modi possibili
- Il suo bilancio complessivo è di 86 presenze e 8 gol (58 e 7 con quella che era ancora la Germania Ovest, 28 e 1 con la Germania riunita, con cui giocò gli Europei del 1992 e il Mondiale 1994). L'ultima presenza fu ai quarti di finale di Usa 1994, sconfitto dalla Bulgaria
- Nel 1988, durante i gironi degli Europei di casa, realizza il gol del pareggio contro l'Italia di Vicini, andata in vantaggio con Roberto Mancini. Battuto il suo futuro compagno di club, Walter Zenga
- Allena il Kaiserslautern, e un giovane Miroslav Klose, dall'ottobre 2000 all'agosto del 2002, poi è la volta dell'Unterhaching
- Dal luglio 2005 al febbraio 2006 affianca come vice il suo ex mister Giovanni Trapattoni sulla panchina dello Stoccarda
- Il 1° aprile 2019 è entrato nella Hall of Fame del calcio tedesco, premiato con altre leggende del calibro di Sepp Maier, Paul Breitner e "Kaiser" Franz Beckenbauer al German Football Museum di Dortmund
- Beckenbauer era stato suo CT nel Mondiale vinto nel 1990 (foto di copertina) ed è scomparso a Salisburgo lo scorso 7 gennaio
- Impossibile scindere i due nel ricordo di tanti appassionati di calcio, soprattutto interisti. Il terzino e il centrocampista sono stati insieme trascinatori di squadre vincenti, dal Bayern Monaco all'Inter passando per la Germania
- Compagni di squadra ma anche amici fuori dal campo. Eccoli a sinistra alla presentazione della biografia di Matthaus nel 1998 e a destra ai microfoni di Sky Sport Deutschland per l'addio di Rudi Voller al Bayer Leverkusen nel 2022