Il calcio è una cosa seria, anche tra i ghiacci

La stagione calcistica 2024/2025 è appena cominciata: poche giornate di campionato giocate, calendari delle coppe europee da sorteggiare in questi giorni, cooling break per combattere la calura di agosto, schemi tattici e condizione fisica ancora tutta da trovare. Sarebbe più corretto dire, però, che è appena cominciata per come la conosciamo noi. Esiste infatti un campionato di calcio in Europa – per quanto abbia veramente poco di “europeo” – che è già iniziato ma anche già finito, tutto nel giro di una decina di giorni. Stiamo parlando dell’Angutit Inersimasut GM, conosciuta anche come GrønlandsBANKEN GM: in parole povere, il torneo tra squadre di club più importante della Groenlandia. Perché sì, anche nella terra dei ghiacci giocano a pallone. Anzi, ne sono proprio ossessionati: il 10% dei 56mila cittadini censiti risulta iscritto a una società calcistica e, nonostante le temperature proibitive che rendono molto complicato giocare all’aperto, il fodbold è il secondo sport nazionale dopo la pallamano. Il GrønlandsBANKEN GM del 2024 è stata la cinquantaduesima edizione del campionato groenlandese. La fase finale si è tenuta a Qeqertarsuaq, una delle metropoli dello Stato: 1100 abitanti nel sud ovest della nazione, non troppo distante in linea d’aria dai ghiacci del Nunavut, nel nord del Canada. Il torneo si è giocato tra il 3 e il 10 agosto ed è stato vinto dalla squadra Boldklubben af 67, più conosciuta come B-67, la squadra della capitale Nuuk e la più titolata di Groenlandia, per la quindicesima volta nella sua storia. Ma facciamo qualche passo indietro. Come si è arrivati a questa vittoria? Come detto prima, il calcio è molto seguito in Groenlandia: nonostante il clima proibitivo infatti è una delle poche forme di svago e di aggregazione per le piccole comunità inuit , e sparse per il paese si contano quasi sessanta club di calcio. Ovviamente si tratta di squadre amatoriali, così come lo è il campionato, non riconosciuto ufficialmente dalla Fifa per la totale mancanza di campi e di impianti a norma. E non potrebbe essere altrimenti. Gli abitanti della Groenlandia vivono principalmente di pesca, agricoltura e piccole attività artigianali, rendendo impossibile mettere insieme i soldi per avere qualcosa di simile a uno stadio: molto spesso le partite si giocano su campi improvvisati, distese di ghiaccio, polvere e detriti, e solo pochissimi club si possono permettere un prato in erba sintetica. C’è poi un grosso problema legato alle temperature. Come ben sappiamo il calcio è uno sport che si gioca all’aperto, peccato che in Groenlandia, in media, da ottobre a aprile le temperature siano di massimo 2/3 °C, con dei picchi di -30/-40 °C a dicembre e gennaio nelle regioni più fredde. Insomma, di tempo per giocare a calcio non ce n’è molto. Ecco perché la fase finale del campionato viene compressa in pochi giorni ad agosto, quando i giocatori riescono a scendere in campo con la canicola agostana . Per ovviare alle difficoltà organizzative, di trasporti e di strutture , vengono organizzati dei campionati 'regionali' nelle diverse zone del Paese, da cui escono le 10 rappresentanti che si giocano a tutti gli effetti lo scudetto, Un po’ campionato un po’ Champions League insomma. Quando sono state decretate le 10 squadre si gioca la fase finale: la struttura del campionato prevede due gironi da cinque squadre e cinque 'giornate' complessive. Passano solo le prime due, che si affrontano nelle semifinali e poi nella finale in partita secca, mentre i club rimanenti giocano gli spareggi per decidere la graduatoria definitiva. Perché, come detto, in Groenlandia il calcio è una cosa seria, e l’unica settimana dedicata all’anno va sfruttata al massimo. Spiegate regole e organizzazione, è ora di passare alla cronaca. Delle 'magnifiche' 10 alla fine si sono presentate solo in 7: il FC Malamuk, il Narsaq-85 e il Nagtoralik-45 non sono riuscite a raggiungere la città di Qeqertarsuaq, sede della finale, e sono state costrette al ritiro. Per chi se lo chiedesse, numeri e abbreviazioni sono una consuetudine per le squadre in Groenlandia, per facilitare la pronuncia dei club e identificare la zona di provenienza. Passati i gironi ne sono rimaste quattro: il B-67 ha battuto nella prima semifinale il IT-79 con un pirotecnico 6 a 0, mentre nella seconda il Nagdlunguaq-48 ha piegato per 2 a 0 i “padroni di casa” del G-44, che hanno ospitato il campionato per celebrare il loro ottantesimo anno dalla fondazione. Nell’ultimo atto tra le due squadre più titolate di Groenlandia, infine, il B-67 ha sconfitto il Nagdlunguaq-48 con il punteggio di 3 a 1 grazie alle reti Frederiksen, Kreutzmann e Egede Philbert, mettendo in bacheca il 15° scudetto della propria storia e allungando proprio sugli avversari, fermi a 12 titoli. Insomma, al di là dei risultati e del tabellino, il calcio in Groenlandia ha tutto un suo valore, tanto che il campionato viene organizzato ininterrottamente dal 1969 . Pensare che un popolo che vive sotto zero per nove mesi l’anno sia così appassionato da organizzare un campionato nelle poche settimane in cui si riesce a stare all’aperto rende perfettamente l’idea del potere del fodbold. Avete presente quando da piccoli per giocare ci bastavano un pallone e quattro bottigliette di plastica come pali delle porte? Ecco, in Groenlandia hanno preso questo concetto e lo hanno fatto diventare uno sport nazionale, basta solo aggiungere qualche iceberg qua e là.