MotoGP in Australia, come arrivano piloti e team a Phillip Island

18-20 OTTOBRE
Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

©Motorsport.com

Quattro gare al termine del Mondiale e un titolo ancora da assegnare: Jorge Martin (attuale leader) e Pecco Bagnaia si giocano tutto a partire da Phillip Island, in Australia. Ma oltre alla lotta al titolo, ci sono tanti buoni motivi per seguire con interesse e curiosità il prossimo GP, LIVE su Sky Sport e in streaming su NOW dal 18 al 20 ottobre

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Quello giapponese è stato un Gran Premio bello, divertente, interessante che ha dato risultati importanti, alcuni addirittura definitivi. Una settimana di sosta e poi un tour de force di 3 GP consecutivi tra Oceania, Tailandia e Malesia, prima del gran finale di Valencia come sempre ultimamente. Vediamo allora come si arriva in Australia, il GP su uno dei tracciati più belli, divertenti e spettacolari del mondo. Phillip Island si trova in una posizione unica col suo asfalto nero che si snoda tra il verde intenso dell’isola e pare gettarsi nel blu del mare, spruzzato dal bianco della schiuma delle onde, che laggiù si fonde con l’azzurro del cielo. Uno spettacolo anche a moto spente, insomma.

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Bagnaia-Martin, una sfida assoluta

Il dittatore della MotoGP, cioè il desmo di Ducati, arriva a Phillip Island forte di una serie di record incredibili, ma soprattutto di 15 vittorie su 16 gare nel 2024, il mondiale marche già conquistato e quello piloti pure, visto che soltanto in quatto (tutti sulla Desmosedici) possono ancora prendersi il titolo. Ma questa è teoria, il mondiale se lo giocano per davvero in due: Jorge Martin e Pecco Bagnaia, che stanno lassù, in vetta, lontani a cercare di dare il massimo senza commettere errori. In Giappone ‘Go Free’ ha accorciato di 11 punti il suo distacco dal rivale spagnolo portandolo a 10. Pochi e tanti allo stesso tempo, ma la cosa che più conta per l’italiano campione in carica è che ha sfoderato una doppietta che lo condizionerà positivamente in vista dell’ultima fase del campionato. Pecco quest’anno ha vinto addirittura 8 GP contro i 3 di Jorge, nelle Sprint del sabato, invece, c’è pareggio per 5 a 5. Com’è possibile allora che Pecco sia dietro a Jorge? Semplice, Martinator è stato un po’ meno ‘Bastonator’ e più continuo, segno di un miglioramento mentale, mentre Pecco è stato più aggressivo, pure questo, dal suo lato, dimostrazione un progresso nell’esplosività e grinta. Insomma, difficile dire chi vincerà il titolo, però bellissima l’idea di assistere a questa sfida assoluta, di livello altissimo magari fino a Valencia. Quasi certamente non si concluderà né in Australia, né in Tailandia. Entrambi devono assolutamente evitare di soffrire un infortunio poiché con 3 gare consecutive non c’è tempo per recuperare da eventuali danni fisici anche se non gravi. A Phillip Island c’è tutto: curvoni veloci, salite, discese, curve lente, staccatone e può esserci pioggia, sole, freddo, vento… Insomma, un tracciato di quelli tanto belli quanto difficili e stimolanti.

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Pecco Bagnaia e Jorge Martin
Pecco Bagnaia e Jorge Martin

Marquez e Bastianini possibili arbitri del Mondiale

Ed è un tracciato che gira a sinistra, in senso antiorario, quello preferito da Marc Marquez, che dopo i successi di Aragon e Misano può quindi puntare a ottenere la sua terza vittoria su Ducati. A vedere come sta guidando si può pensare che ci possa provare e anche riuscire, così come Enea Bastianini, pure lui in un ottimo momento e come MM93 senza grandi pressioni e pensieri. Il mondiale è troppo lontano per entrambi, l’avventura con Ducati del Bestia sta per finire, quella di Marc sta per cambiare. Potrebbero essere loro a contribuire a decidere il mondiale, dato che non è certo che davanti ci siano sempre e soltanto quei due là.

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Enea Bastianini e Marc Marquez
Enea Bastianini e Marc Marquez

Gli altri ducatisti

Più indietro, anche se abbastanza ben messi, ci sono gli altri ducatisti con un Morbidelli che sta dimostrando di aver quasi raggiunto la sua forma migliore dopo un periodo molto difficile ed è bello constatarlo. Così come è piacevole vedere che Bezzecchi sta pure lui lottando, riuscendoci abbastanza, per potersi esprimere al meglio con la sua GP23. Il Diggia, invece, è ancora alle prese con il suo infortunio alla spalla e deve decidere se operarsi. Alex Marquez, confermato con Gresini per il 2025, sta invece attraversando un periodo di alti e bassi con una serie di incidenti anche gravi come quello di Motegi con Mir. Deve cercare di chiudere una stagione difficile al meglio, cosa che può fare visto che ha già dimostrato di saper essere più veloce e costante di adesso.

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KTM

Brad Binder e Pedro Acosta sono 5° e 6° in classifica mondiale praticamente a pari punti (183 a 181), ma la sensazione è che la differenza per la casa austriaca, su moto molto migliorata dopo i test di Misano, riesca a farla soltanto l’esordiente spagnolo con la sua selvaggia sfrontatezza e la sua guida spettacolare e aggressiva. Poi, come in Giappone, può succedere che il tutto finisca tra i sassi delle vie di fuga, ma lui quando cade sta davanti, Binder finisce le gare, ma dietro. Papà Miller in Australia gioca in casa, ma ultimamente, sapendo di dover andare via, non ha gli ultimi aggiornamenti e commette troppi errori. Vedremo se l’aria di casa lo trasformerà nel pazzo, efficace e consistente canguro da podio che a volte sa essere.

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Pedro Acosta nel GP del Giappone
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Aprilia

Poco da aggiungere alle aspettative di Aprilia che sono, ovviamente, quelle di portare a casa il meglio possibile da una pista così bella e soddisfacente, ma anche quelle di terminare questa stagione di fine ciclo, per iniziare finalmente, il giorno dopo Valencia, il futuro. Infatti, a fine campionato andranno via i 3 piloti più esperti e importanti, cioè Aleix Espargaro, Maverick Viñales e Miguel Oliveira e pure lo storico direttore tecnico Romano Albesiano che verrà sostituito da Fabiano Sterlacchini (ex Ducati e KTM), che arriverà con nientemeno che Martin, Bezzecchi nel team interno e Ogura oltre al confermato Fernandez con Trackhouse. Abbastanza logico quindi che si viva un po’ alla giornata. Se ne andranno anche i due capotecnici di Maverick e Aleix. Un lento cammino verso il futuro, insomma, ma non significa che non ci possano essere soddisfazioni.

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Giapponesi

Come sempre quest’anno poco da spettarsi da Yamaha e Honda, ma i progressi evidenziati a Motegi potrebbero essere uno stimolo perché i sei piloti delle due case nipponiche vogliano migliorare la loro posizione tra i primi dieci. Sembra poco, ma - soprattutto per Honda - non lo è.

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Moto2

Con l’azzardo di stare in pista con la slick, rivelatosi decisivo nella giornata plumbea di Motegi, Ai Ogura ha messo una serissima ipoteca sul ritorno di un pilota giapponese al titolo di Campione del Mondo 15 anni dopo Hiroshi Aoyama, ultimo ad aver vinto un mondiale piloti con un KTM 250 nel 2009, l’ultimo anno pure per quella meravigliosa categoria. Ora Ai ha 60 punti di vantaggio quando in palio ce ne sono soltanto 100. Può tranquillamente gestire, se vuole, gli basterà in sostanza stare coi migliori e non commettere errori come già fatto nella sua carriera. L’azzardo vincente di Motegi svela che il suo approccio combattivo, famelico, magari pure rischioso, non è del tutto sopito. Bene così, alla fine, un pilota che ricorda davvero lo spirito dei piloti nipponici, coraggiosi e un po’ sfrontati. Tutti gli inseguitori devono per forza stargli davanti e vedersela poi tra di loro per chi prende più punti. Insomma, sarà divertente, ma dura portargli via questa leadership.

L'esultanza di Ogura in Giappone
L'esultanza di Ogura in Giappone - ©Motorsport.com

Moto3

Mondiale chiuso e blindato da un super pilotino colombiano appena diciottenne, David Alonso che ora può in tutta serenità puntare a rinforzare i suoi record. Insomma, nella cilindrata minore lo spettacolo sarà diviso in due: la gara in sé, con le sue storie e il campione che si esibisce in tutta la sua classe. Bello comunque.

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