Ancelotti attacca: Mou sbaglia, non rispetta gli arbitri

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Il tecnico del Milan: credo che la decisione di espellerlo sia sta giusta, non credo che Celi avesse paura. L'allenatore dell'Inter era stato allontanato dal campo durante il match vinto contro la Samp per avere espresso pareri sulla conduzione della gara

Ancelotti dà torto a Mourinho. Il derby Milan-Inter passa sul piano arbitrale, il giorno dopo la prima espulsione italiana del tecnico portoghese. "Non credo che Celi avesse paura- dice Ancelotti a Radio Anch'io Sport-. E credo sia stata una mancanza di rispetto di Mourinho nei confronti dell'arbitro, e credo che la decisione di espellerlo sia sta giusta. Se l'arbitro è sotto pressione dobbiamo essere bravi noi
a toglierla. Mi ci metto di mezzo anche io, dalla panchina non diamo una mano all'arbitro. E' stata cambiata completamente la classe arbitrale. Ci sono partite dirette bene, ma è chiaro che qualche errore scappa fuori. Il fuorigioco è un problema, ma gli assistenti italiani sono di ottimo livello. Un fuorigioco di pochi centimetri l'occhio umano non può vederlo. Io obiettivamente in questo momento non vedo sudditanza nei confronti delle grandi squadre. Vedo degli errori, ma suddivisi tra grandi e piccole".

Poi il tecnico rossonero parla di calcio giocato. "L'Inter punta sulla forza degli attaccanti e sulla solidità difensiva. La Juve ha l'entusiasmo dei suoi giovani. Noi abbiamo qualità. Si profila una bella sfida". Carlo Ancelotti inquadra così la corsa allo scudetto 2008-2009. Il suo Milan, reduce dal netto successo per 4-1, è staccato di 6 punti dall'Inter capolista e di 3 lunghezze dalla Juventus. "Vediamo cosa succede a primavera, quando tornano le Coppe", dice Ancelotti a Radio Anch'io Sport.

Il Milan ha dovuto fare i conti con la vicenda di mercato che ha coinvolto Kakà, corteggiato dal ricchissimo Manchester City. "Kakà non ha bisogno di ulteriori stimoli, ma l'affetto dimostrato negli  ultimi tempi dal popolo rossonero gli ha dato enorme entusiasmo", dice Ancelotti, che nei giorni della trattativa ha tenuto "due posizioni: una di tipo tecnico nei confronti della società e una di carattere umano in relazione al ragazzo. Kakà è rimasto -precisa il tecnico- ma non ha mai chiesto nessun tipo di privilegio tattico.  Nel tempo, la posizione di Kakà è cambiata. Quandoè arrivato nel 2003 si trovava bene a giocare alle spalle di due attaccanti. Poi, viste anche le esigenze della squadra, si è spostato più avanti. Lo scorso anno aveva qualche perplessità, ora invece predilige giocare da seconda punta. Quest'anno non lo ha fatto sempre, in particolare  non lo ha fatto quando è stato impiegato anche Ronaldinho".