
Fallacci entrati nella storia, vendette, testate e chi più ne ha più ne metta. L'arte dell'entrataccia e i suoi maggiori esponenti in una galleria di cattivissimi del pallone

ROY KEANE. Pensiamo non abbia bisogno di presentazioni. Mai una gamba tirata indietro in centinaia di battaglie con la maglia dello United. Così, quando Haaland lo accusò di simulazione (e non potrebbe esserci accusa peggiore per lui), attese 4 anni prima di incontrarlo nuovamente in campo e... spezzargli una gamba

VINNIE JONES. Un giocatore con gli attributi. Quelli degli altri. Celebre lo scatto che lo ritrae in "marcatura" su Gascoigne al culmine di uno scontro accesissimo tra due teste calde. A fine partita Gazza lo raggiunse nello spogliatoio con un mazzo di rose, per ringraziarlo di tutte quelle attenzioni. Lui rispose regalandogli lo scopino del water. Oggi fa l'attore, prediligendo i ruoli "da cattivo"

STUART PIERCE. "Psycho", basterebbe il soprannome con cui era noto nell'ambiente. Specialità della casa, la testata, perché quando gli partiva la brocca, spesso partiva anche la testata in automatico. L'unico a tenergli testa, in qualche modo, fu Basile Boli dell'OM, che in Inghilterra è noto proprio come "l'unico uomo talmente folle da aver litigato con Pierce"

PAOLO MONTERO. Recordman di rossi in Serie A (16), nel suo curriculum vanta ogni sorta di scorrettezza ed entrataccia, su tutti il pugno a Di Biagio ("Che vada a giocare a pallavolo", gli disse poi). Nella foto ha appena steso Vieira, certo non un agnellino, e sfida mezza Francia con quello sguardo truce che lo contraddistingueva

JOEY BARTON. Tra i giocatori più violenti che il calcio inglese ricordi. Fuori dal campo, centinaia di "bravate" (a una cena di squadra con il Manchester City spense una sigaretta nell'occhio del giovane Jamie Tandy); in campo, migliaia di falli da codice penale: nel 2012, da giocatore del QPR, fu espulso per aver rifilato una gomitata a Tevez del City. Non contento, provò anche a dare una testata a Kompany e una ginocchiata ad Aguero

PEPE. Idolo per i madrileni, incubo per Messi. Quando incontra la Pulce le riserva sempre un trattamento speciale, ideando ogni volta nuovi modi creativi per stenderlo

TERRY BUTCHER. Passato alla storia per la foto che lo ritrae con la maglia rossa (di sangue) dell'Inghilterra, lo sguardo assassino e una benda insanguinata, al termine di una sfida contro la Svezia, giocata con un taglio in fronte che si apriva ad ogni colpo di testa. In Scozia (giocò nei Rangers), si divertiva ad aizzare i tifosi nei derby con il Celtic

ANDONI GOIKOETXEA. Il "macellaio di Bilbao", l'uomo che frantumò una caviglia a Maradona nel 1983 con un'entrata assassina che ancora oggi lo lega tristemente al nome del Pibe

PASQUALE BRUNO. Tra i "nostri", come non citare "O Animale". In un calcio come quello di fine Anni Ottanta-inizio Novanta, la sua marcatura era temutissima. Perché come diceva lui stesso "Quando faccio un'entrata, posso prendere sia la gamba che la palla, e se prendo la palla... pazienza"

MARCO MATERAZZI. Un debole per Shevchenko, che nei derby curava personalmente con entrate scomposte e faccia d'angelo, un labbro rotto a Cirillo, botte date e ricevute nei duelli con Ibrahimovic. Eppure passa alla storia per una testata... ricevuta, quella di Zidane

NOBBY STILES. Tra i protagonisti del trionfo Mondiale dell'Inghilterra nel 1966, il "boia sdentato" era l'uomo preposto alla cura delle caviglie degli avversari. Quelle di Eusebio dovrebbe ancora averle da qualche parte, nella sua collezione

ROBIN FRIDAY. Una sorta di Best idolo dei tifosi del Reading. Genio sregolatissimo, amava definirsi “il più grande calciatore che non avete mai visto” perché non fu mai un campione quasi "per scelta". A Lawrenson del Brighton, che lo marcava duramente, rispose con un calcio volante in faccia. Espulso, andò nello spogliatoio a cercare la borsa dell'avversario per usarla come gabinetto

NIGEL DE JONG. Idolo di tutti i cattivi, per come riuscì a rimediare in una finale Mondiale un semplice giallo dopo un colpo da karateka su Xabi Alonso. Mossa che è solo la più celebre di tutte quelle esibite in carriera

DUNCAN FERGUSON. Attaccante scozzese capace di farsi arrestare per un aggressione... in campo. In una partita con i Glasgow Rangers partita con i Glasgow Rangers rifilò una testata a John McStay prima di attaccare e mandare all’ospedale un tifoso in stampelle e un poliziotto

RAMON SUAREZ. "Eroe" della vergognosa finale di Intercontinentale del 1969 tra Milan ed Estudiantes (vinta poi dai rossoneri), quando ridusse il volto di Nestor Combin a una maschera di sangue. Denunciato, fu squalificato per trenta giornate

In alcuni casi il soprannome dice tutto. In altri basta una foto a ricordarci chi siano e perché la storia del calcio abbia riservato uno spazio anche a loro. Pronti a entrare nel mondo dei "cattivissimo me" del pallone?