
"Se non avessi fatto il calciatore..." Tutte le vite parallele dei grandi (e non) del pallone. LE FOTO
“Se non fossi stato un cantante allora avrei fatto il calciatore… o il rivoluzionario” diceva Bob Marley. E se invece loro, fenomeni e non del pallone, non avessero dedicato la loro vita al calcio? Dove sarebbero ora? Chi un criminale e chi un narcotrafficante. Altri dottori e altri ancora avvocati. Ma nella lista ci sono anche un benzinaio, un parrucchiere e addirittura un porno attore…

L'aforisma più famoso? Del signore nel riquadro in alto a sinistra: "Se non fossi diventato un calciatore..." Già. Vite parallele, quelle sliding doors della propria esistenza che cambiano per sempre la storia. Tra contadini, tennisti e baristi.

Antonio CASSANO - Da pochi giorni è ufficiale (ma per davvero?) il suo ennesimo addio al calcio. Genio e sregolatezza per definizione, Totti lo ha definito "il più forte con cui abbia mai giocato".

...Tantissime. Eppure, non avesse fatto il calciatore, Giorgio Chiellini non sarebbe certo entrato nella lista dei "bad boys” mancati. “Cosa farei? Il dottore, come papà”. Nel 2017 lo diventerà poi per davvero, ma in Business Administration presentando una tesi sul "modello di business della Juventus”.

Una vita non certo facile la sua, come detto anche recentemente alla stampa internazionale: "Avevo due opzioni: essere un bandito che rubava e commetteva crimini o diventare un calciatore. Ho scelto il pallone". Buon per tutti.

Aleksandar MITROVIC - Crescere a Smederevo, sulla sponda est del Danubio, non deve essere stato troppo facile per lui. Oggi gioca e segna (a valanga) col Fulham in Premier, ma ieri...

Ciononostante la sua "vita parallela" forse sarebbe stata comunque lontana dal malaffare: “Quando ero ragazzo, giocavo al calcio tutto il tempo, nel giardino della casa dove vivevamo. Potevo scegliere se fare l’avvocato o il calciatore. Ho scelto di fare il calciatore” - confessò un giorno a un tifoso dello United.

Francesco TOTTI - Altro fenomeno del pallone senza bisogno di presentazioni. Anche nella sua autobiografia “Un capitano” rispunta quell’aneddoto sul Francesco ragazzino.

Stephan EL SHAARAWY - Milan e poi Roma, senza mai la consacrazione definitiva dopo la grande esplosione nel 2012.

Fuori dalle righe sia in campo che fuori, disse qualche anno fa alla Gazzetta: "Se non avessi avuto il calcio sarei finito in galera. Del resto, ci sono finiti un sacco di miei amici: furti, droga, quelle cose lì, ci caschi se sei giovane: vorresti tutto ma i soldi sono pochi".

Lo disse nell'intervista alla pagina Facebook 'Ginnika': "Se non fossi stato calciatore? L’ultras, avrei fatto viaggi di dieci o più ore di automobile per seguire la squadra anche in trasferta”. Insomma, campo o curva la sua vita sarebbe comunque stata la Roma.