
Dalla A di “acqua santa” alla Z di “zona mista”: un alfabeto fotografico che ripercorre la carriera di Giovanni Trapattoni. Le frasi celebri, i titoli in bacheca, le squadre in cui ha allenato e anche la sua nuova vita digitale su Twitter e Instagram: 23 lettere e altrettante parole chiave per celebrare gli 80 anni del Trap

Dalla A di “acqua santa” alla Z di “zona mista”: un alfabeto fotografico che ripercorre la carriera di Giovanni Trapattoni. Le frasi celebri, i titoli in bacheca, le squadre in cui ha allenato e anche la sua nuova vita digitale su Twitter e Instagram: 23 lettere e altrettante parole chiave per celebrare gli 80 anni del Trap

A come ACQUA SANTA: purificare il campo con l’acqua benedetta, un rito scaramantico messo in pratica dal Trap in mondovisione nel 2002, durante il mondiale in Corea, e in diverse altre circostanze. Resta uno dei gesti più iconici della sua carriera. “Non chiedevo a Dio la vittoria, ma soltanto che i miei ragazzi non si facessero male”, spiegherà in seguito

B come BYRON MORENO: contro la Corea del Sud, nel 2002, arriva un’eliminazione dolorosa per la Nazionale allenata da Trapattoni. Un match condizionato da uno dei peggiori arbitraggi di sempre: il fischietto è tale Byron Moreno da Quito. Un personaggio che, a suo modo, entra nella storia del calcio italiano. “È l’unica partita che vorrei rigiocare”, ha ammesso il Trap in una recente intervista a La Repubblica

C come CUSANO MILANINO: è il paese in provincia di Milano che, il 17 marzo 1939, dà i natali al Trap. Qui muove i primi passi da calciatore

D come DUBLINO: teatro delle gare casalinghe dell’Irlanda, regala a Trapattoni l’ultima gioia da allenatore. È il 15 novembre 2011: la squadra del ct italiano pareggia 1-1 il ritorno degli spareggi contro l’Estonia e vola all’Europeo 2012, a ventiquattro anni di distanza dalla ultima partecipazione alla fase finale

E come EURO 2004: all’Europeo in Portogallo arriva un’altra beffa per l’Italia di Trapattoni. Gli azzurri, trascinati da un Cassano in forma strepitosa, battono la Bulgaria nell’ultima giornata del girone. Ma nell’altra partita, Svezia-Danimarca, si materializza l’annunciato biscotto: il derby scandinavo finisce 2-2, risultato che condanna la Nazionale all’eliminazione

F come FISCHIO: due dita sulle labbra e poi via con quel suono stridulo e acuto. Abbiamo visto tante volte il Trap richiamare i giocatori così. Un gesto diventato presto il suo marchio di fabbrica

G come GATTO: “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco”. Il Trap rispolvera il celebre proverbio italiano, traducendolo in inglese, tra le risate generali, prima dello spareggio contro l’Estonia: “No say the cat is in the sack, when you have not the cat in the sack”. E “Non dire gatto” è anche il titolo della sua biografia

H come HENRY: al 103’ di Francia-Irlanda, spareggio mondiale, Thierry Henry addomestica con la mano un pallone complicato in area di rigore e serve a Gallas l’assist decisivo. Il Var non c’è ancora e i Bleus si qualificano per Sudafrica 2010. Un altro errore arbitrale da matita blu condanna Trapattoni

I come IRLANDA: l’ultima esperienza su una panchina del Trap, che si dimette da ct dei Verdi nel settembre del 2013 e chiude una carriera lunga 38 anni. Ma “Trap’s in green” è ancora nel cuore dei tifosi della Repubblica d’Irlanda

L come LOTHAR MATTHÄUS: un altro dei fedelissimi del Trap: ha giocato con Inter e Bayern Monaco al servizio del tecnico di Cusano Milanino, prima di diventare suo assistente al Salisburgo

O come OTTANTA: gli anni festeggiati dal Trap. “Nella vita non è mai tardi per imparare”, è uno dei suoi motti. E allora eccolo in versione multitasking, smartphone alla mano e alle prese con le partite in streaming

P come PELÉ: il Trap incrocia per la prima volta il mitico Edson Arantes do Nascimento in un Italia-Brasile 3-0 del maggio 1963: il brasiliano non è in gran giornata e Trapattoni ha vita facile in marcatura. La sfida si ripete anche in un Milan-Santos di qualche mese dopo: Pelé segna una doppietta e a fine partita i due si scambiano la maglia

R come RECORD: tra i tanti record spicca la stagione 1988-1989 con l’Inter, una cavalcata trionfale con 58 punti conquistati su 68 disponibili (26 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte). Il Trap, al settimo scudetto in carriera, diventa l’allenatore più vincente della storia della Serie A italiana

S come SOCIAL NETWORK: su Twitter, dove è seguito da oltre 16 mila persone, è attivo da ottobre 2018. Qualche mese dopo è sbarcato anche su Instagram, dove i follower sono circa 91 mila. Il social-Trap posta istantanee di vita e pillole autoironiche sulla nuova carriera digitale. Il regista è il nipote Riccardo, ma il protagonista è sempre lui: ieri in campo, oggi sul web

T come TEDESCO: Trapattoni inizia a prendere confidenza con la lingua nel 1994, al primo anno al Bayern. Il suo tedesco sui generis diventa subito virale. A tal proposito, non si può non ricordare il “Was erlaubt sich ein Strunz?” (come si permette Strunz?). In Italia la sua sfuriata contro Thomas Strunz, reo di essere sempre indisponibile, è ancora molto cliccata su Youtube, anche per via del cognome del calciatore in questione…

U come UEFA: è la coppa europea che ha vinto più volte da allenatore. In tutto sono tre, due con la Juve (nel 1977 e nel 1993) e una con l’Inter (1991). Record condiviso con Unai Emery

V come VENTIDUE: i titoli conquistati nella sua carriera da allenatore. Una bacheca ancor più ricca se si contano anche i trofei alzati da giocatore (sette), per un totale di ventinove

Z come ZONA MISTA: il Trap è considerato il pioniere, insieme con Gigi Radice, dello schema tattico “all’italiana” utilizzato tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Deriva il suo nome dall’applicazione della marcatura a zona da parte di ogni giocatore e frutterà alla Juventus di quel tempo diversi titoli, in Italia e in Europa