Max&Leo, che bella storia. La prima volta durò 61 minuti

Calcio
Leonardo e Allegri a confronto. I precedenti indicano come favorito il brasiliano. Ma all'epoca era ancora uno della famiglia rossonera
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Si sfiorano, si incontrano, si lasciano e si ritrovano. I due allenatori che si giocano il derby si sono affrontati anche da giocatori, in una occasione, quando vestivano le maglie di Milan e Napoli. I precedenti? Favorevoli al brasiliano. VIDEO E FOTO

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di Vanni Spinella

Si dice che Dio li fa e poi li accoppia. Nel loro caso, possiamo stare tranquilli: non c’è alcun matrimonio in vista. Tra l’altro Silvio, abituato a dir loro persino come si devono pettinare, non approverebbe nemmeno. Le storie di Leo e Max, però, sembrano scritte su un libro con testo a fronte. E vanno lette in parallelo. I due si sfiorano, si incontrano, si lasciano e si ritrovano. Come neanche in un romanzo.

Le loro strade si incrociano per la prima volta il 4 gennaio del 1998, sul campo. Leonardo è un fantasista ventottenne, al primo anno in maglia rossonera. Allegri è al Napoli da pochi giorni, essendosi trasferito nella sessione di mercato di gennaio. Neanche il tempo di ambientarsi e il destino li mette l’uno contro l’altro: Napoli-Milan finisce 1-2, con gol di Leonardo a sbloccare il risultato, poi Ganz e Bellucci.

Uniti anche nel cambio, Max&Leo. Al 16’ della ripresa il rossonero esce, sostituito da Maini; 6 minuti dopo il Napoli risponde mandando anche Allegri sotto la doccia. Totale: 61’ in Serie A da avversari. Non si incroceranno più, perché nella gara di ritorno (il 26 aprile, la giornata dell’epico scontro tra Iuliano e Ronaldo), Leo è in campo, Max no. E quando non compaiono entrambi i protagonisti, il romanzo finisce 0-0. L’anno dopo Leonardo andrà a vincere lo “scudetto di Zaccheroni”, mentre Allegri è tornato a giocare in serie B. E sembrano destinati a non incontrarsi più.

Bisogna aspettare che Leo e Max passino da Coverciano, per rivederli l’uno contro l’altro. Allegri inizia ad allenare in A nella stagione 2008-2009, quando Leo lavora ancora dietro la scrivania. L’esordio sulla panchina del Cagliari non è dei più felici, per Allegri: perde le prime 5 di fila, Cellino miracolosamente non lo esonera, e gli regala una sesta chance. Indovinate contro chi? Esatto: contro il Milan. Allegri supera l’esame: lo 0-0 contro i rossoneri gli permette di salvare la panca e, dalla partita dopo, il suo Cagliari inizia la risalita, andando a chiudere il campionato al nono posto.

Max e Leo si sono solo sfiorati, ma è questione di tempo perché si possano ritrovare. L’anno dopo, infatti, anche Leo allena. Il suo Milan batte il Cagliari di Allegri sia all’andata che al ritorno, ma sono due battaglie: finiscono 4-3 e 3-2. Totale, tre precedenti negli scontri diretti (uno da giocatori, due da allenatori) e tutti dalla parte di Leo. O bisognerebbe dire del Milan?

In ogni caso, analizzando i loro percorsi senza fermarsi agli incroci, si capisce immediatamente come mai, nelle due occasioni in cui le loro squadre si sono affrontate, sia stato spettacolo. Allegri, finora, ha collezionato 101 partite in A (71 con il Cagliari, 30 con il Milan) con 44 vittorie, 23 pari e 34 sconfitte. Leo è a quota 53, di cui 32 vinte, 11 pareggiate e 10 perse, ma il suo curriculum è aiutato dal fatto di aver guidato solo “big”.
Il dato veramente interessante viene dalla loro tendenza a costruire squadre fatte per fare gol. Ciò che fece innamorare Berlusconi prima dell’uno e poi dell’altro.

I due Cagliari di Allegri chiusero con una differenza-reti in passivo (49-50 la prima stagione, 50-51 nella seconda), ma i gol non mancavano mai. E il suo Milan ne ha già segnati 51, subendone solo 22. Anche il Milan leonardiano aveva un buon feeling con il gol (60 reti fatte nella scorsa stagione), ma spesso dimenticava di dover anche difendere (39 subite). Pregi e difetti che Leo si è portato dietro, sull’altra sponda del Naviglio. Ecco perché, a questo punto del romanzo, una cosa pare certa: questo derby non s’ha da finire 0-0.

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