"Non punite Stendardo". Colantuono: ma ci sono delle regole

Calcio
Guglielmo Stendardo è al centro della bufera

All'indomani della bufera sul giocatore dell'Atalanta che ha preferito l'esame di Stato per diventare avvocato alla convocazione in Coppa Italia, il tecnico spiega: mi ha chiesto il permesso troppo tardi. Petrucci e Tommasi: ha solo meriti

"Mi dispiace perché Guglielmo è un giocatore importante per noi e l'ho voluto io all'Atalanta, ma nello spogliatoio ci sono regole valide per tutti". All'indomani della bufera su Stendardo, il giocatore che ha preferito l'esame di Stato per l'esercizio della professione forense alla convocazione in Coppa Italia dell'Atalanta (eliminata martedì sera dalla Roma), il suo allenatore Stefano Colantuono prova a fare chiarezza sul caso del difensore napoletano.

"Me l'ha chiesto troppo tardi" - "Il giocatore è venuto da me soltanto giovedì scorso per dirmi dell'esame - spiega Colantuono -. E' stata solo una questione di tempistica: me l'avesse chiesto prima, ci saremmo organizzati meglio. Invece si prospettava una settimana impegnativa e l'ho convocato lo stesso. Lui ha fatto la sua scelta".

Marino: sto con Colantuono - Sulla vicenda è intervenuto anche il direttore generale nerazzurro, Pierpaolo Marino, che ha di fatto preso le parti del tecnico: "C'è un regolamento interno, per i permessi bisogna chiedere all'allenatore e probabilmente ci saranno sanzioni - rimarca il braccio destro del presidente Antonio Percassi -. A me Stendardo aveva fatto presente la sua necessità un mese fa e io l'ho invitato a rivolgersi a Colantuono, cui spettava la decisione del caso. Il giocatore non va messo in croce, ma è difficile che giochi domenica contro la Juve dopo essere stato via tre giorni".

Tommasi: più meriti che colpe
- "Ci sono partite più importanti, che non si giocano in campo". Così Damiano Tommasi si schiera al fianco di Guglielmo Stendardo, il difensore dell'Atalanta. "Mi sorprende che una situazione del genere capiti all'Atalanta, solitamente società molto attenta alla formazione anche extracalcistica dei suoi giocatori", prosegue il presidente dell'Assocalciatori, convinto che saltare una sola partita per un impegno come quello dell'esame di stato sia legittima. "Stendardo - la sua conclusione - è riuscito a conciliare lo sport e lo studio universitario: di questo gli va riconosciuto merito, più che fargliene una colpa".

Anche Petrucci difende Stendardo - "Il calcio troppe volte si prende sul serio, di fronte a una specializzazione come l'esame d'avvocato come si può dire che c'è il contratto? Si può punire un ragazzo solamente perché ha esercitato un suo diritto? Ben ha fatto Stendardo". Con queste parole, il presidente del Coni, Gianni Petrucci, commenta il caso. "Certo che c'è il contratto, ma anche il buonsenso" ha detto Petrucci a margine della cerimonia della federciclismo Giro d'Onore svoltasi stamane al Coni. "Un applauso a una persona che oltre alla laurea vuole conseguire anche il passo successivo molto importante. Faccio appello al presidente Percassi, che ben conosco: siamo seri, siamo sereni".