Luci a Sassuolo: Berardi, talento che ha stregato la Signora

Calcio
Domenico Berardi, classe 1994, attaccante in prestito al Sassuolo, a metà fra la Juventus e i neroverdi (Getty)
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IL PROTAGONISTA. Debuttante in A, controllato dalla Juventus, il 19enne attaccante calabrese si è fatto notare andando in rete già in 6 occasioni. Ma sulla sua testa pende un lungo embargo azzurro

di Lorenzo Longhi

Ora che lo hanno scoperto tutti, gongola chi su di lui ha puntato da un po'. Domenico Berardi, calabrese classe 1994 e 6 reti nelle sue prime otto gare di A con la maglia del Sassuolo, in neroverde è in prestito dalla Juventus. La quale, l'ultimo giorno di mercato, ha deciso di acquistarne dal club emiliano la metà del cartellino, diventando titolare della compartecipazione iscritta a bilancio per 4,5 milioni e passando ai neroverdi i prestiti di Zaza e Ziegler, oltre alla metà di Marrone. Alla Juventus è bastato seguirlo un anno in B (11 reti da deb) per convincersi. Il resto è storia recentissima, sino al gol che ha regalato al Sassuolo il pari all'Olimpico. Da un certo punto di vista, la sua prima rete a favore dei bianconeri.

Il resto del Carlino. Luciano Carlino è l'uomo che ha impresso la svolta decisiva alla carriera di Domenico. Che, un giorno del 2010, salì a Modena in visita al fratello Francesco, studente universitario in città. Potere di una partita di calcetto e del passaparola, che arriva appunto a Carlino, allora allenatore dei '95 del Sassuolo. Sinistro raffinato, calcio preciso, rapido di gambe - le lunghe leve del suo metro e ottantacinque sono favorite da un fisico estremamente longilineo - e una tecnica da calcio a 5: provino rapido e via, ecco il tesseramento. Non che a Sassuolo siano stati i primi a coglierne il talento: un anno prima, sempre nel corso di una partitella, lo aveva notato un osservatore della Spal. Anche lì, provino superato, ma fu Berardi a dire di no. "Non mi piacque l'ambiente e tornai a casa". Ci aveva visto lungo: il club - che non ha nulla a che vedere con quello odierno - fallì pochi mesi dopo.

Carattere. Carattere da vendere, insomma. Anche troppo, in condizioni di tensione. In un derby con il Modena, maltrattato per tutta la partita da Perna, all'ennesimo fallo Berardi ha affrontato il dirimpettaio vis-a-vis, con intenzioni non proprio pacifiche: non fosse arrivato Terranova a dividere i contendenti, sarebbero forse arrivati alle mani. Cosa che è accaduta due settimane più tardi con il portiere del Livorno Fiorillo: doppia espulsione e, per Berardi, tre giornate di squalifica.

L'embargo. Sanzione scontata saltando le prime tre gare di A. Ma Berardi ne ha saltata anche una quarta, per un'altra squalifica (con ammenda di 3.500 euro) inflittagli dalla Disciplinare per non avere risposto alla convocazione dell'Under 19 a maggio. Squalifica alla quale si somma un embargo azzurro di nove mesi, che scadrà solo il prossimo marzo e non gli ha ancora consentito di esordire in Under 21. Per talento e faccia tosta c'è chi lo ha accostato a Balotelli. Bad boy magari no, non a quei livelli, né del resto la sua esposizione mediatica è paragonabile a quella di SuperMario. Ecco perché, anche per evitare provocazioni, Sassuolo e Juventus tendono a proteggerlo: interviste centellinate e uno scudo tutt'intorno affinché un giorno, ad embargo terminato, di Balotelli possa arrivare ad essere partner in azzurro. Una coppia potenzialmente devastante. Per quanto un po' troppo fumantina...