Il leader della curva nord bergamasca è stato condannato a 3 anni nell'ambito del maxi processo che convolge 143 tifosi. Oggi, la società nerazzurra aveva ritirato la querela nell'ambito di un accordo con i supporters: faranno volontariato
Il leader della Curva nord dell'Atalanta Claudio Galimberti, più conosciuto nell'ambiente come 'Bocia', è stato condannato a 3 anni di reclusione nel maxi processo per il tifo violento che ha visto imputati 143 tifosi di Atalanta e Catania. Galimberti era accusato di una serie di episodi, tra cui l'invasione del quartier generale dell'Atalanta a Zingonia (del 4 maggio 2010). Per questo assalto però è stato assolto. Oggi, la società Atalanta aveva ritirato la relativa querela.
Gli ultrà faranno volontariato - La decisione, ha spiegato l’avvocato Federico Riva, che difende diversi ultrà bergamaschi, col collega Giovanni Adami “hanno raggiunto un accordo con la società che si è concretizzato solo oggi, ma che ha alle spalle alcuni mesi di confronto”. La società, che “non si è detta interessata a un risarcimento economico del danno, ha accettato di rimettere la querela perché, in cambio, i ragazzi a suo tempo denunciati presteranno un'attività di volontariato nel campo del sociale alla Caritas diocesana bergamasca. L'accordo è stato siglato con il benestare del Comitato etico”.
E a Terni... - Un anno di Daspo è stato disposto nei confronti del ventiduenne di Terni messo agli arresti domiciliari sabato dalla polizia dopo essere stato sorpreso a bordo di un'auto in cui erano nascosti bombe carta, mazze di picconi e altri petardi artigianali a ridosso dello stadio dove si è disputato il derby tra Ternana e Perugia. A deciderlo il giudice Federico Bona Galvagno, nel corso del processo per direttissima che si è svolto stamani. Nel corso del quale l'arresto è stato convalidato e quindi il giovane, incensurato, rimesso in libertà.
Sugli spalti no, in campo sì - Secondo quanto chiesto dal difensore del ventiduenne, l'avvocato Lorenzo Filippetti, il tifoso, che milita in una squadra locale di prima categoria, nonostante il Daspo potra' comunque continuare a giocare a calcio e sarà inoltre affidato ai servizi sociali. La prossima udienza del processo e' prevista il 6 maggio per valutare l'esito della messa alla prova.
Gli ultrà faranno volontariato - La decisione, ha spiegato l’avvocato Federico Riva, che difende diversi ultrà bergamaschi, col collega Giovanni Adami “hanno raggiunto un accordo con la società che si è concretizzato solo oggi, ma che ha alle spalle alcuni mesi di confronto”. La società, che “non si è detta interessata a un risarcimento economico del danno, ha accettato di rimettere la querela perché, in cambio, i ragazzi a suo tempo denunciati presteranno un'attività di volontariato nel campo del sociale alla Caritas diocesana bergamasca. L'accordo è stato siglato con il benestare del Comitato etico”.
E a Terni... - Un anno di Daspo è stato disposto nei confronti del ventiduenne di Terni messo agli arresti domiciliari sabato dalla polizia dopo essere stato sorpreso a bordo di un'auto in cui erano nascosti bombe carta, mazze di picconi e altri petardi artigianali a ridosso dello stadio dove si è disputato il derby tra Ternana e Perugia. A deciderlo il giudice Federico Bona Galvagno, nel corso del processo per direttissima che si è svolto stamani. Nel corso del quale l'arresto è stato convalidato e quindi il giovane, incensurato, rimesso in libertà.
Sugli spalti no, in campo sì - Secondo quanto chiesto dal difensore del ventiduenne, l'avvocato Lorenzo Filippetti, il tifoso, che milita in una squadra locale di prima categoria, nonostante il Daspo potra' comunque continuare a giocare a calcio e sarà inoltre affidato ai servizi sociali. La prossima udienza del processo e' prevista il 6 maggio per valutare l'esito della messa alla prova.