
Iniziativa istituita nel 1962, la giornata mondiale del teatro si è celebrata lunedì a sostegno delle arti di scena. Ma che succede quando il calcio sale sul palco? Tra incursioni nel cinema, simulazioni ed espressioni da attori navigati lo spettacolo è assicurato

Quanti omaggi per la giornata mondiale del teatro, celebrata lunedì e istituita nel 1962 a sostegno delle arti di scena. Attori professionisti e aspiranti tali, basta guardare al mondo del calcio: c’è chi si è gettato nel cinema oppure strappa applausi attraverso simulazioni plateali. A qualcun altro non manca invece il physique du rôle -
David di Donatello 2017: i vincitori
Prendete Eric Cantona, carattere bizzoso e talvolta irascibile: ricordate il calcio volante rifilato ad un tifoso del Palace nel gennaio 1995? Travolgente e fuori dagli schemi, dopo il ritiro l’ex attaccante francese si è prestato spesso e volentieri alla macchina da presa: nella sua rubrica “The Commissioner of Football” non risparmia critiche e stilettate al mondo del calcio -
David di Donatello 2017: i vincitori
In realtà Cantona ha interpretato se stesso in “Il mio amico Eric” di Ken Loach, presentato al 62° Festival di Cannes, film che riscosse un successo clamoroso a Manchester dove l’attaccante fu un idolo indiscusso. L’ex United ha preso parte a diverse produzioni francesi e internazionali con ruoli tutt’altro che marginali -
David di Donatello 2017: i vincitori
E che dire di Vinnie Jones, uno degli sgangherati protagonisti del Wimbledon a fine anni ’80? La celeberrima Crazy Gang sorprese il Regno Unito nel 1988 conquistando la FA Cup ai danni del Liverpool, un trionfo improbabile dettato dalla ferocia di questo difensore: 12 le sue espulsioni in carriera, solo Roy Keane ha fatto “meglio”. Per informazioni chiedere a Paul Gascoigne -
David di Donatello 2017: i vincitori
Una fama da duro e un’espressività tale che convince pure sul palco, o meglio in scena: da “Lock & Stock” di Guy Ritchie (suo debutto nel 1998) all’attualissimo “Cross Wars” il buon Vinnie ha preso parte ad oltre 30 produzioni cinematografiche. Modesto ma efficace in campo, addirittura brillante davanti alla macchina da presa -
David di Donatello 2017: i vincitori
Tra i calciatori più iconici di tutti i tempi, Pelé è stato recentemente omaggiato da una pellicola omonima incentrata sulla sua vita. In realtà nel 1981 O Rei partecipò a “Fuga per la vittoria” diretto da John Huston, film che ripercorreva la “partita della morte” del 1942 in piena Seconda Guerra Mondiale. Come dimenticare la sua rovesciata accanto ad altri attori-calciatori come Bobby Moore e Osvaldo Ardiles -
David di Donatello 2017: i vincitoriVolto apprezzatissimo sullo schermo e tuttora parte integrante della Roma nonostante i suoi 40 anni, Francesco Totti ha già partecipato a fiction tv (“I Cesaroni”) e pure come attore ne “L’allenatore nel pallone 2”. E non era l’unico calciatore sul set: accanto a lui i vari Del Piero, De Rossi e Buffon nonché tra gli altri Inzaghi, Toni, Aquilani e Materazzi -
David di Donatello 2017: i vincitori
Un altro sequel ma di un film internazionale, “Goal 2”, vedeva il fantomatico Santiago Munez trasferirsi al Real Madrid accanto a campioni affermati come David Beckham, Zinedine Zidane e Raul nonché Ronaldo e Iker Casillas. A completare il cast stellare pure Thierry Henry e Ronaldinho -
David di Donatello 2017: i vincitori
Agli antipodi dal Real Madrid, piuttosto legato al Barcellona, spostiamoci sul campo con l’interpretazione magistrale di Sergio Busquets nella semifinale di Champions contro l’Inter nel 2010. Un normale corpo a corpo con Thiago Motta spinge il catalano a divincolarsi a terra causando l’espulsione dell’interista, ma da terra ecco l’occhiata furtiva per accertarsi del ‘rosso’ al rivale -
David di Donatello 2017: i vincitori
Compagno di Busquets in azulgrana, Neymar ha già varcato la soglia di 300 gol in carriera a dispetto dei suoi soli 25 anni. Tuttavia in campo, soprattutto agli inizi in Brasile e nel suo primo impatto con l’Europa, l’attaccante della Seleção era accusato di simulazioni plateali: effettivamente i dubbi non mancavano -
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Spesso controverso e sopra le righe, talvolta addirittura “mordente”. È il caso di un’altra stella del Barcellona, Luis Suarez, che per questo morso ad Ivanovic durante Liverpool-Chelsea ricevette una squalifica di 10 turni. Un’interpretazione memorabile, tanto che potrebbe essere scritturato per un episodio teatrale di “Twilight” -
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Recidivo e pure incisivo ai Mondiali del 2014 alle prese con l’azzurro Chiellini, suo prossimo avversario in Champions nel confronto tra Juventus e Barcellona. Sarà il secondo round o meno? Intanto il morso alla spalla di “Chiello” non venne notato dall’arbitro Rodriguez complice la sceneggiata del “Pistolero”. Lui la fece franca e l’Italia uscì di scena -
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Un altro siparietto degno del palco ci rimanda all’incontro ravvicinato tra Jens Lehmann e Didier Drogba, due pesi massimi protagonisti di un cult d’Oltremanica tra colpi “proibiti” decisamente censurabili. Uno scontro che diverte ancora oggi in Premier League e non solo a distanza di anni -
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Altrettanto indimenticabile è la performance di Rivaldo ai Mondiali del 2002 quando, in occasione di calciare un corner, venne colpito da una pallonata alla coscia dal turco Hakan Unsal. Il brasiliano simulò un colpo al volto inducendo l’arbitro sudcoreano ad espellere l’incolpevole rivale. Pioggia di critiche ma solo una multa dalla Fifa per la sceneggiata -
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Riavvolgiamo il nastro fino al 1998, edizione dei Mondiali che presenta il delicato incrocio tra Inghilterra e Argentina. David Beckham e Diego Simeone, giocatori agli antipodi per stili e caratteristiche, s’incrociano come sul palco di un teatro: dopo le provocazioni del “Cholo” e un contatto veniale, il calcetto dello “Spice Boy” costa un rosso diretto e l’eliminazione degli inglesi -
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Nessun siparietto tra avversari in questo caso, piuttosto una chiara candidatura alla saga di “Spiderman”. Forse in pochi ricordano Jeremie Janot, eccentrico ex portiere del Saint-Etienne con una passione per tatuaggi, arti marziali e… travestimenti. Nel 2005 affrontando l’Istres scese in campo con una divisa fedelissima all’Uomo Ragno, termine spesso inflazionato per i portieri. Nel suo caso, tuttavia, la finzione diventa realtà. E il campo diventa il palco più coerente per estro e fantasia -
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In chiave mondiale ci riguarda da vicino la storica “esibizione” di Byron Moreno, arbitro ecuadoriano fatale all’Italia nel 2002. Contro la Corea del Sud padrona di casa, Moreno concesse un rigore (parato da Buffon) prima di espellere Totti per simulazione e negare un gol regolare a Tommasi. Scene surreali, teatrali se volete ma tutt’altro che fittizie: Azzurri eliminati a Daejeon -
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Tutta da ridere invece la performance di Louis van Gaal, ormai ex allenatore prima dell’ultima parentesi al Manchester United. Vittorioso 3-2 contro l’Arsenal ma desolato per le scelte arbitrali ritenute sfavorevoli, l’olandese protestò con il quarto uomo indicando la netta simulazione di Alexis Sanchez: a corroborare la tesi mimò lui stesso la caduta del cileno tra l’ilarità generale -
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L’importanza di chiamarsi… Carlo Mazzone, protagonista assoluto nel 3-3 tra Brescia e Atalanta nel 2001. A lungo apostrofato dai tifosi bergamaschi e sotto 1-3 al Rigamonti, l’allenatore romano promise un faccia a faccia alla curva nerazzurra in caso di rimonta completata. Ecco quindi che al 3-3 di Baggio il 64enne Mazzone mantenne la parola nella folle corsa sotto il settore ospiti. Espulso e poi squalificato sdrammatizzò: “C’ho un fratello gemello” -
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No, non è una prospettiva ingannevole. Settembre 2005, Olanda e Andorra si affrontano ad Eindhoven verso i Mondiali in Germania. E sul ring salgono Van Nistelrooy e Lima, quest’ultimo reo di aver deriso Ruud per un rigore sbagliato nonostante avesse “firmato” lui stesso un autogol poco prima. La vendetta di Ruud è impagabile: 6’ dopo l’errore segna il 3-0 ed esulta sfacciatamente davanti all’avversario rimediando un’ammonizione. Se non è teatro questo -
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In tanti hanno visto nella “Mano de Dios” un’immagine iconica per genio, follia e… simulazione. Sullo 0-0 ad inizio ripresa Maradona beffa l’inglese Shilton e pure l’arbitro Ali Bin Nasser insaccando con la mano un pallone vagante in area. Ad annacquare l’episodio provvede lo stesso “Pibe de Oro” dribblando in serie gli avversari e realizzando un 2-0 entrato nella storia. L’Argentina vincerà il Mondiale in Messico mentre Maradona ispirerà registi come Marco Risi e Kusturica: solo questo episodio merita una kermesse teatrale -
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