
Gabigol sceglie la numero 24: messaggio di lotta all'omofobia e omaggio a Kobe
L'attaccante brasiliano, acquistato dal Flamengo a titolo definitivo dopo il prestito, nella prossima partita indosserà la maglia numero 24. Gabigol ha aderito insieme ad altri giocatori alla campagna contro l'omofobia, lanciata dopo alcune dichiarazioni del Ds del Corinthians sul numero 24, in Brasile associato a termini omofobi, durante la presentazione di Cantillo ("Non ci sono 24 qui" aveva dichiarato il dirigente). La scelta del numero è inoltre un omaggio a Kobe Bryant, la star dell'Nba deceduta il 26 gennaio dopo un incidente con l'elicottero.

Gabigol, insieme ad altri calciatori brasiliani, nel prossimo turno indosserà la maglia numero 24. La motivazione è doppia: da un lato una campagna contro l'omofobia, dall'altro il ricordo di Kobe Bryant
Foto Twitter @Gabigol

Il primo motivo è lanciare un messaggio contro l'omofobia. Il problema è tornato in auge negli ultimi giorni, a seguito di uno scivolone mediatico del ds del Corinthians, Duílio Monteiro Alves, che nel presentare il nuovo acquisto, il colombiano Cantillo, ha spiegato il motivo per cui il neo-giocatore ha preso la n° 8 e abbandonato la 24, indossata nei suoi precedenti club: "Non ci sono 24 qui". Cosa c'è dietro questo numero 24? Una storia legata a un vecchio gioco brasiliano...
Foto Twitter @Corinthians

Il numero 24 in Brasile è associato in modo offensivo ai gay. Tutto deriva dal "Jogo do Bicho" (Il gioco degli animali), una lotteria (illegale ma tollerata anche perché inizialmente serviva a finanziare lo zoo di Rio) ideata da Joao Drummond in cui a ogni numero veniva associato un animale e il 24 era quello del cervo, in brasiliano "veado", parola che richiama un termine dispregiativo per definire i gay. Quest'associazione ha portato i giocatori a non scegliere mai quel numero di maglia
Foto Twitter @ORioAntigo

Secondo un rapporto di Esporte Espetacular nell'ultimo campionato brasiliano, su oltre 600 giocatori, solo uno indossava la maglia n° 24: si trattava di Brenno Costa, terzo portiere del Gremio

Viste le polemiche scaturite da quell'infelice battuta, Cantillo ha indossato la n° 24 nella sfida tra Corinthians e Santos. La scelta di non vestire quel numero, in passato, si è dovuta scontrare con le regole della Conmebol che, durante la Libertadores, impone una numerazione tra 1 e 25. La soluzione spesso adottata è quello di assegnare la 24 al terzo portiere, come successo nel 2012 per Cassio
Foto Twitter @Corinthians

Gabigol non è l'unico che ha deciso di prendere la maglia n° 24 per dare un messaggio contro l'omofobia. Lo stesso hanno fatto anche Tailso del Santos, Flavio del Bahia e Nené della Fluminense. Quest'ultimo ha dichiarato: "Sono felice di poter essere il volto di questa campagna e anche di essere in grado di onorare un ragazzo che era un idolo non solo nello sport, ma anche un simbolo di genialità: Kobe Bryant. Per la prima parte riteniamo di poter dare un grosso aiuto, è un bell'esempio dato dal club"
Foto Twitter @ECBahia e @FluminenseFC

L'azione del Bahia si estenderà anche ad altre partite. Un giocatore indosserà la 24 anche nella formazione U23 e lo stesso farà una calciatrice della squadra femminile. Il club rossoblù, infatti, mira a essere il più progressista del Brasile e già in passato si è mosso a favore di campagne di sensibilizzazione sui diritti civili
Foto @ECBahia

L'omofobia in Brasile è un tema di grande attualità. Lo scorso giugno, la Corte Suprema del Brasile, si è pronunciata a favore della criminalizzazione delle discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Lo stesso ha fatto il Tribunale Sportivo, annunciando multe e punti di penalizzazione in caso di cori omofobi negli stadi. E ad agosto si è assistito al primo caso di una partita sospesa per canti contro i gay: l'arbitro Anderson Daronco, in occasione di Vasco da Gama-San Paolo, ha interrotto momentaneamente la gara e invitato l'allenatore Luxemburgo a far tacere i suoi tifosi

A seguito di quegli episodi, tutti e 20 i club del Brasileirao hanno contemporaneamento lanciato messaggi di sensibilizzazione sul tema. Tuttavia, in una successiva inchiesta del quotidiano Estado de S. Paulo, solo un club si è detto disposto a pagare con punti di penalizzazione il comportamento omofobo dei tifosi: il Bahia
Foto Twitter @Internacional

"La situazione è peggiorata rispetto agli anni '70" ha dichiarato Volmar Santos in un reportage di Bleacher Report. Santos è un cantante che in quegli anni fondò 'Coligay', il primo gruppo di tifosi gay in Brasile. "Allora non abbiamo mai avuto problemi con le autorità, adesso sarebbe più difficile perché c'è molta più violenza sugli spalti - ha aggiunto il sostenitore del Gremio -. All'inizio la maggior parte dei membri della Coligay voleva solo fare festa, non capiva davvero il calcio. Ma poi sono diventati tutti fanatici tifosi"
Foto Twitter @ColigayMemoria

"Quando abbiamo fondato il Coligay, il Gremio stava attraversando un momento difficile e non aveva vinto un titolo per quasi un decennio - ha aggiunto Santos -. Dalla nostra prima stagione abbiamo conquistato campionato, Copa Libertadores e Coppa Intercontinentale. Siamo stati considerati il loro portafortuna e abbiamo persino ricevuto un invito dal Corinthians per recarsi a San Paolo e tifare per loro in una finale". Oggi quel fan club non esiste più, ma la sua eredità è stata raccolta da un altro gruppo di sostenitori gay di Gremio, Tribuna 77
Foto Twitter @ColigayMemoria

Fare coming out nel calcio è ancora considerato un tabù. Lo sa bene Rycharlison che, paradossalmente, per tutta la sua carriera è stato chiamato a ribadire più volte la sua eterosessualità. Una serie di rumors nel corso degli anni lo definivano omosessuale e, vero o no che sia, è diventato bersaglio di insulti omofobi, anche dai suoi stessi tifosi. Non sono bastate le numerose smentite per evitare che questo influenzasse il suo percorso professionale

Quello dell'omofobia resta un problema importante in Brasile. Un'inchiesta di ESPN del 2010 ha rivelato che solo un club su 20 sconsigliava apertamente ai propri giocatori di fare coming out. Ma nonsotante l'apertura degli altre 19, nessuno ha mai confessato la sua omosessualità. Tra le tifoserie, solo quelle di Gremio e Bahia sembrano essersi mossi per sensibilizzare tutti sul tema

La seconda ragione della campagna è l' omaggio a Kobe Bryant. L'ex cestista dei Lakers è morto in un incidente con l'elicottero lo scorso 26 gennaio. Una tragedia in cui sono venute a mancare anche la figlia e altre sette persone.
Foto Twitter @Gabigol