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Calcio

Daniele Manusia

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Una perla di Cancelo, l'eleganza di Sané e altri gol da stropicciarsi gli occhi

Una perla di Cancelo

E insomma, siamo qui a parlare di Cancelo. Dopo un inizio burrascoso, ora il matrimonio tra il terzino e il City di Guardiola sembra saldissimo: sono fatti l’uno per l’altro. Cancelo ha aggiunto una dimensione più tattica al suo gioco istintivo, diventando un maestro nell’interpretare i movimenti richiesti dall’allenatore. Partendo da terzino è facile vederlo ricevere in altre zone del campo più centrali, fungere da mezzala, trequartista, esterno, tutto quello che chiede il gioco posizionale del City. In questo gol, ad esempio, riceve ben dentro al campo, in una situazione che non è casuale (si vede bene dal replay da dietro come dopo il primo passaggio dall’esterno, Cancelo taglia dentro al campo per dare una linea di passaggio interna al compagno che si è allargato). Quello che succede dopo, però, ha poco a che fare con la posizione, i compagni o i meriti di Guardiola. C’è un talento istintivo nel gioco di Cancelo che non può essere più evidente: il portoghese fa tutta l’azione - i due dribbling e la preparazione al tiro - solo usando l’esterno del piede destro, dove ha una sensibilità irreale, di quelli che dipingono quadri di paesaggi sui sassolini. Con l’esterno elude il primo avversario su un passaggio non troppo preciso, con l’esterno sterza per saltare il secondo avversario che mette - letteralmente - a sedere. A quel punto il tiro violento di destro a incrociare che passa in mezzo a due è quasi una formalità.

 

L'eleganza di Sané

Quante volte potrebbe fare questo gol Sane? La pulizia e la facilità con cui esegue una giocata apparentemente complessa - ovvero controllare nel mezzo spazio, orientarsi verso la porta, spostarsela col sinistro per aprire l’angolo di tiro e poi piazzarla in quel paio di centimetri impossibili per il portiere - dimostrano una tecnica e una consapevolezza rara. Sane sta vivendo la stagione migliore della carriera, riuscendo a mettersi in mostra con le sue prestazioni anche in una squadra dove sembrano tutti troppo forti. Ma questo non è solo il gol di un giocatore ogni giorno più consapevole del suo talento, è anche il gol di un giocatore elegante, col suo casco di ricci, i baffetti e il fisico asciutto, un gol che sembra uscito da un catalogo di prodotti di design, di quelli che ti fanno impazzire ma costano davvero troppo per le tue tasche. 

 

La bomba di Richter

Marco Richter vincerà la partita contro il Borussia Dortmund segnando una doppietta nel 3-2 finale. Questo, il primo, è uno di quei gol che ti fa chiedere come sia possibile, succede ogni tanto, tirare così forte e preciso da fermo. Richter si ritrova il pallone in mezzo ai piedi, in una situazione scomoda, ma non si scompone: con il controllo lo orienta verso il destro e poi in un attimo calcia una bomba quasi sotto l’incrocio. Come ci è riuscito? Questo è uno dei segreti dei calciatori professionisti, o forse il vero senso della palestra.  

 

Il pallonetto di Zerbin

Alessio Zerbin torna in questa rubrica dopo solo una settimana d’attesa e forse con un gol ancora più bello. Con i capelli lunghi bagnati stile primi anni 2000 e un’eleganza compassata anche di qualche anno prima, l’ala novarese di proprietà del Napoli sta iniziando a mettersi in luce a Frosinone e chissà che non ne riparleremo tra una stagione in Serie A, in questa new wave di giovani giocatori italiani svezzati dal campionato cadetto (di cui Davide Frattesi è solo l’ultimo esempio). Contro la Spal le marcature si aprono proprio grazie a lui, che dà anche il la all’azione con un cambio di gioco arrotato dopo aver protetto il pallone con una maestria che non dovrebbe appartenere alla sua età. Il pallone gli ritorna qualche istante dopo, al limite dell’area. Zerbin si porta il pallone in area con due tocchi di destro, prima di interno e poi d’esterno - sembra essersi chiuso da solo in un vicolo cieco. Davanti ha solo maglie blu che sembrano potergli impedire anche solo un cross, e inizialmente si potrebbe pensare che stia provando quello quando si coordina in corsa mettendo la punta del destro sotto il pallone. Mano a mano che il pallone si alza, però, l’interrogativo se abbia tentato un cross o meno perde di consistenza, e la traiettoria diventa sempre più chiaramente un pallonetto dal limite destro dell’area di rigore. Un gol che abbiamo visto fare più di una volta da Dries Mertens, con cui Zerbin potrebbe condividere lo spogliatoio tra non troppo tempo, se dovesse continuare a fare così bene.