Le punizioni torneranno di moda?

Un anno fa avevamo dovuto aspettare dieci turni e cento partite per vedere il primo gol su punizione della Serie A. A riuscire ‘nell’impresa’ era stato Giacomo Raspadori, autore del definitivo 2-2 in un Napoli-Milan. Quest’anno, invece, non abbiamo avuto bisogno di attendere a lungo: nella prima giornata, in una delle prime due partite, ci ha pensato il ‘solito’ Cristiano Biraghi. Il capitano viola si è confermato specialista della ‘materia’ . E proprio questo dato apre ad alcune riflessioni. Possibile che nessuno sia riuscito a segnare più di otto punizioni in otto stagioni? Come mai negli ultimi anni si segna così poco su punizione? Secondo i dati Opta, nella stagione 2023-24 in Serie A sono state segnate 18 punizioni, più di Bundesliga , Premier e Ligue 1 e La Liga . Nella stagione precedente, invece, in A sono stati realizzati 17 gol su punizione, contro le 21 della Bundesliga, le 19 della Ligue 1, le 18 della Premier League e le 13 de La Liga. Nel complesso, dalla stagione 2018-19 a quella attuale in Serie A sono stati segnati 127 gol su punizione. Sono invece 110 in Premier League, 109 in Ligue 1, 110 in La Liga e 103 in Bundesliga. Ma perché allora abbiamo la sensazione che si segni poco su punizione? Per capirlo è necessario fare un salto più indietro nel passato. Osservando le precedenti sette stagioni in Serie A sono state segnate 244 punizioni, ben 117 in più rispetto agli ultimi sette campionati . Anche guardando le percentuali emerge come tra il 2011 e il 2018 si siano segnate più punizioni del periodo 2018-24 . Un altro dato significativo: il numero di punizioni dirette calciate negli anni in questione. Dalla stagione 2018-19 a quella attuale sono state battute 2252 punizioni dirette, mentre nell’analogo arco di tempo 2011-2018 quasi il doppio . Le statistiche fornite da Soccerment aggiungono altre informazioni importanti. Nelle ultime sette stagioni , il campionato in cui si è calciato maggiormente in porta è il 2019-20, quando – in media – veniva calciata 1,27 punizione in porta a partita. Quel campionato, però, non è quello con più gol segnati su punizione . Calciare più spesso in porta non significa quindi necessariamente segnare più gol. Negli ultimi due campionati, invece, sono diminuite drasticamente sia le conclusioni che le reti. In Serie A si tira di meno e si segna di meno da calcio di punizione. Ma le statistiche nel calcio non sono sempre un dato oggettivo, come spiega Alberto Nabiuzzi nel suo libro “I calci piazzati. Statistiche, didattica e soluzioni vincenti in fase offensiva e difensiva”. Chi stabilisce se una punizione è da tiro diretto o meno? In alcuni casi è evidente, ma in tanti altri è arbitraria e opinabile come decisione. Per esempio, la punizione segnata da Biraghi contro il Parma da posizione defilatissima non sarebbe stata ‘catalogata’ come ‘punizione diretta’ ma, nonostante ciò, il capitano della Fiorentina ha tirato direttamente . Guardare solo ai dati dunque potrebbe portare a conclusioni errate. Più che il numero di punizioni calciate o meno, è importate considerare altri fattori. La preparazione dei portieri, che negli ultimi anni si è trasformata e migliorata fino a diventare quasi ‘maniacale’. Il merito è della diffusione dei video e della nascita di Wyscout, piattaforma dove tutti gli addetti ai lavori vivisezionano le partite e osservano le caratteristiche dei giocatori. Con la nascita di Wyscout, le squadre hanno iniziato a ‘scoutizzare’ gli eventi della partita e i calciatori. Fino a pochi anni fa un portiere arrivava a una partita senza aver mai visto nulla di un singolo avversario o addirittura della squadra avversaria in generale. Oggi, invece, è impensabile. Un portiere di oggi arriva alla partita dopo aver studiato i tiratori avversari e sa benissimo dove quel determinato calciatore tira più spesso. Non solo, sa anche dove calcia se prima fa un determinato movimento, se prende la rincorsa in un modo o nell’altro. Tutto questo influisce chiaramente sul numero di gol segnati, perché finisce per condizionare anche il tiratore. Anche l’introduzione del ‘coccodrillo’ ha inciso. La presenza di un giocatore sdraiato dietro alla barriera è un’altra possibilità in meno per chi batte. Non c’è più l’opportunità di utilizzare lo spazio sotto la barriera, che quindi è come se fosse diventata ‘più alta’. Prima una barriera poteva saltare o non saltare, oggi invece salta sempre. Se prima una barriera era alta in media 1 metro e 80 e saltando poteva arrivare più o meno a 2 metri e 30, oggi si parte già da una base di 2 metri e 30. Nel calcio attuale i battitori hanno un vantaggio rispetto al passato, ovvero che oggi la barriera non può avvicinarsi perché l’arbitro traccia la linea a terra. Questo piccolo vantaggio è però ‘annullato’ da tutti gli altri nuovi svantaggi, come – appunto – la maggior preparazione dei portieri e il coccodrillo. Un altro fattore importante da considerare è il pallone. Ogni volta che viene introdotto un nuovo pallone , i calciatori ci si devono abituare. Nel Mondiale del 2018 tanti giocatori e portieri si erano lamentati dei palloni, perché ‘schizzavano’ al minimo tocco. In generale, i nuovi palloni hanno una traiettoria che cambia più facilmente rispetto al passato e, per quanto questo possa essere un vantaggio per i battitori, serve una grande tecnica per gestire le traiettorie. E qui si apre un’altra questione importante: la constatazione che gli specialisti delle punizioni sono sempre meno. I calciatori di oggi sono più istintivi e meno abili nei ‘fondamentali’ rispetto al passato. Nello specifico, il tiro è il movimento più dispendioso per un calciatore, quindi non si può calciare tante volte in ogni allenamento. Il rischio è quello di aumentare la possibilità di un infortunio muscolare. In generale, alle punizioni viene spesso dedicata solo la parte finale dell’allenamento, quando il giocatore è già stanco fisicamente e mentalmente. Non esiste però un reale percorso per gli specialisti. Si provano spesso schemi su calcio piazzato, mentre all’allenamento del tiro diretto viene dedicato molto meno tempo e spazio. È chiaro che se un allenatore ha due o tre giorni per preparare una partita è costretto a rinunciare a qualcosa. E questo però non vale solo per il calcio professionistico. È richiesto tutto e subito e alla fine la tecnica viene un po’ messa da parte. Non tutti nascono con il talento di Pirlo, ma la tecnica su come calciare le punizioni è un qualcosa allenabile. E chi sono oggi i migliori giocatori nel calciare le punizioni? Come detto, Biraghi è il giocatore che ha segnato più gol su punizione nelle ultime otto Serie A. Nello stesso arco di tempo nei top cinque campionati hanno fatto meglio di lui solamente Messi , James Ward-Prowse e Maximilian Arnold . Restando invece in Serie A, subito dopo Biraghi ci sono Kolarov e Milinkovic-Savic . La classifica cambia notevolmente però osservando un altro dato importante fornito da Soccerment: la percentuale di realizzazione in carriera. Tra i giocatori che attualmente giocano in Serie A, Arkadiusz Milik ha la miglior percentuale di realizzazione , seguito da Rémi Oudin e Aaron Martin . L’attaccante polacco, inoltre, ha la miglior percentuale realizzativa nei top 5 campionati europei tra chi ha calciato almeno 10 punizioni nelle ultime otto stagioni. Considerando invece i giocatori che hanno calciato almeno 50 punizioni, il migliore per percentuale di realizzazione è James Ward-Prowse, capace di trasformare il 14,16% delle punizioni calciate. In Italia anche in questa classifica leader rimane Cristiano Biraghi. Il ‘premio’ di ‘più sfortunato’ d’Europa va invece ad Andreas Pereira del Fulham. Il brasiliano ha calciato 23 punizioni negli ultimi otto campionati senza mai riuscire a segnare. L’ex Lazio però ha centrato ben sei volte pali e/o traverse . In Serie A, invece, questo ‘premio’ va a Iago Falque . La speranza è che la rete di Biraghi alla prima giornata di questo nuovo campionato possa invertire la tendenza degli ultimi anni e far ‘tornare di moda’ il gol su punizione. Christian Dior una volta ha detto “La moda è un balletto, è uno spruzzo d'acqua nel parco, l'orchestra più sublime dell'eleganza intuitiva”. Forse non aveva mai visto la ‘maledetta’ di Pirlo. O forse sì. Perché cosa c’è di più elegante e intuitivo di una punizione all’incrocio?