Manuela Giugliano, la ragazza d'oro del calcio italiano

Se nel 2024 giochi a calcio con l’As Roma, vesti la maglietta numero 10, indossi la fascia da capitano ed esulti come Dybala, le cose sono due. O sei un tifoso giallorosso nel pieno di un delirante sogno di mezza estate oppure… sei Manuela Giugliano. Eh già, perché, forse non tutti lo sanno, ma proprio oggi, in questo momento, nella Roma calcistica giallorossa c’è un numero 10 che per mestiere snocciola giocate di classe in campo e come ruolo ha quello di leader assoluto, tecnico e carismatico, della sua squadra. È una ragazza di 27 anni, è fortissima , ha già vinto due scudetti in giallorosso e da oggi è anche la prima donna italiana di sempre a essere nominata per il Pallone d’Oro. Boom. Da far tremare i polsi per l’emozione. Quasi da svenire. Perché anche se la corsa all’ambito premio sembra un obiettivo realisticamente troppo grande anche per la fortissima Manuela di oggi , per quella bambina rossa di capelli che verso la fine del primo decennio del 2000 dava i primi calci nella squadra mista dell’Istriana essere oggi nella lista delle migliori 30 giocatrici del mondo è un traguardo che più che un sogno doveva sembrare un’utopia. Invece, lancio millimetrico dopo lancio millimetrico, colpi di tacco e sombreri dopo colpi di tacco e sombreri, Manuela è arrivata sino alla notte di Parigi, su una strada che lei stessa si è costruita con sudore e determinazione e che, in una dolce estate del 2019, proprio dopo i suoi primi Mondiali con l’Italia, l’ha portata, come dicono i vecchi adagi, dove tutte le strade dovrebbero portare e dove lei si è definitivamente affermata. A Roma e ai suoi due scudetti, ovviamente . Dopo Pordenone, Torres, Mozzanica, una parentesi all’Atletico Madrid, Verona, Brescia e Milan è proprio con lo sbarco nella capitale, grazie anche al grande lavoro di progettazione che la dirigenza giallorossa ha svolto per riuscire a scalzare l’egemonia incontrastata della Juve dei 5 scudetti di fila, che Manuela ha trovato la definitiva quadra del suo calcio. Un calcio sconvolto da una nuova passione calcistica , da una crescita continua in termini di numeri ed esperienza , da una metamorfosi tattica – da una regista pura, un numero 5 di falcaniana memoria, si è trasformata in un vero numero 10 a tutto tondo – dalla certificazione di una leadership assoluta all’interno del gruppo, sempre più aggrappato alla sua classe. Ma chi è veramente Manuela Giugliano? E' una presenza in campo autoritaria nonostante la sua breve figura, una disarmante facilità di giostrarsela in qualsiasi circostanza, una visione di gioco che conquista al primo sguardo e la fa risaltare come un qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre sue compagne ed avversarie. Nuvola rossa è così, la vedi giocare e vedi il calcio; la naturalezza, la predisposizione fisica, la capacità di controllare e gestire la palla, di tirare, dribblare, crossare e infilare tra le linee. Non c’è nulla, in campo, che non sapesse già o non abbia imparato a fare. D’altronde, se sei la prima persona da quell’indimenticabile 28 maggio del 2017 ad aver giocato all’Olimpico una partita ufficiale con la santa maglietta numero 10 e se, soprattutto, l’hai fatto con coraggio ed abilità, allora nulla ti può essere precluso. Soprattutto a Roma. Così come nulla si è mai preclusa Manuela sin da quando, sempre da bimba e come tante altre della sua classe , ha dovuto sbucciarsi le ginocchia insieme a quei ragazzi terribili che nulla le concedevano, inseguendo contromano un istinto che sino a qualche anno fa le donne come lei, nella maggior parte dei casi, erano costrette a tenere represso. Quello di veder rotolare un pallone e corrergli appresso, prenderlo a calci capelli al vento contro i pregiudizi e le opinioni di chi, magari, quello stesso pallone non riuscirebbe nemmeno a centrarlo. Manuela, invece, lo mette dove vuole. E anche se a Parigi non dovesse vincere quello più pesante, per il calcio resterà per sempre una donna d’oro. La prima d’Italia.