Leo, come siamo Messi? I primi 12 mesi della 'Pulce' in Mls

Quando Leo Messi scende in campo in Mls sembra un po’ di guardare Michael Jordan nel primo Space Jam. Pur essendo circondato da energumeni grossi il doppio di lui, con il pallone fa quello che vuole. Dopotutto, non è stata una costante della sua carriera? Nella sua prima stagione intera sotto il sole della Florida – lo spezzone di sei partite della stagione 2023 vale fino a un certo punto – la 'Pulce' ha segnato 12 gol e servito 9 assist, numeri che per un giocatore normale sarebbero di alto livello in un campionato intero. Non per Leo, perché lui si è accontentato di una dozzina di partite sulle trenta a disposizione. Le altre ha dovuto saltarle a causa di diversi problemi fisici e per rispondere alla convocazione dell’Argentina per la Coppa America, giocata in estate proprio negli Stati Uniti e vinta dall’Albiceleste in finale contro la Colombia. Va detto anche che, riprendendo il riferimento cinematografico di prima, Messi gioca nei 'Monstars' del campionato americano: Sergio Busquets in cabina di regia, Jordi Alba sulla fascia sinistra, Luis Suarez a finalizzare, tutti più vicini ai 40 che ai 35 ma con quelle vibes da Barcellona 2015 che li rendono semplicemente ingiocabili per il resto della concorrenza. Almeno in stagione regolare, dove hanno segnato la bellezza di 62 reti in 27 giornate, finora miglior attacco del campionato per distacco. Poi certo, da fine ottobre ci saranno i playoff, che come piace sempre dire alla stampa americana "sono un altro sport", ma almeno per quanto riguarda la fase a campionato non sembrano esserci grosse difficoltà per l’Inter Miami, che comanda la divisione dell’est con 8 punti di vantaggio su Cincinnati quando mancano tre partite al termine della stagione regolare. Perché anche il calcio, come gli altri sport made in Usa, si appoggia sulla stessa struttura usata nella Nba o nella Nfl: alla fine della fase a calendario le migliori otto di ogni conference si affrontano con un tabellone tennistico, 1 contro 8, 2 contro 7 e così via, fino a che non ne rimane una sola. La vincente dell’est e la vincente dell’ovest si sfideranno poi nella finale secca che vale il campionato. Ed è proprio l’inizio dei playoff che 'La Pulce' ha cerchiato in rosso sul calendario per il suo ritorno in campo. Per quello serio almeno. Perché la riabilitazione di Leo, dopo l’infortunio subìto in finale di Coppa America, sta procedendo a rilento: il sette volte Pallone d’Oro sarebbe dovuto rientrare in campo verso la fine di agosto, ma non è così difficile pensare che se la stia prendendo più comoda del previsto. Un po' per recuperare dopo le fatiche con la nazionale, un po' perché il programma della Mls gli consentirebbe di rientrare in campo un mese e mezzo prima della post season e di giocare solo 3 partite in questo lasso di tempo, facilitandone il percorso di ripresa della migliore condizione fisica. Anche a 37 anni, con lo scatto che è un lontano ricordo di quello che era ai tempi di Barcellona e con un fisico usurato e molto propenso agli infortuni, Messi è ancora un giocatore totalmente fuori categoria per il campionato americano. Pur avendo giocato solo 12 partite sulle 27 a disposizione, il campionario dei colpi che si può trovare online dà l’idea di un adulto che gioca in mezzo a dei bambini. L’Inter Miami rivuole il suo numero 10 in tempo per i playoff. E non perché la squadra del 'Tata' Martino non sia in grado di farcela senza, anzi, l’andamento della stagione dimostra che di talento ce n’è a sufficienza anche senza Messi. Soprattutto per una questione di business, chiedere al proprietario David Beckham, che da quando ha portato l'argentino in Mls ha visto crescere in maniera esponenziale il fatturato del club. In una comunità come quella di Miami dalla forte identità latina tra vincere con Leo e vincere senza Leo, uno dei più grandi sudamericani della storia del calcio, fa molta differenza. Anche a livello di sponsor. Tra l’altro, nel primo anno dal 2003 in cui nella classifica dei 30 per il Pallone d’Oro non ci sono né Messi né Cristiano Ronaldo, chi può dire che vincere la Mls, dopo il fallimento del portoghese nell’ultimo campionato saudita, non sia un modo per scrivere un nuovo capitolo della loro rivalità?