Lo 'Zerao': l'unico stadio al mondo con la linea di centrocampo sull'equatore

La storia di questo stadio unico al mondo ha come epicentro il nord del Brasile, più precisamente nella città di Macapà, capitale dello stato dell’Amapà. La fama di questo impianto non è dovuta alle squadre che ci giocano, dato che nessuna fa parte delle prime due serie brasiliane. L’unicum che lo rende popolare riguarda una particolarità geografica. Partiamo però dal nome: Estadio Milton de Souza Corrêa, meglio noto come ‘Zerão’, ovvero ‘il grande zero’. Il perché di questo nomignolo deriva dal fatto che la linea di centrocampo è in corrispondenza dell’equatore, che per definizione ha latitudine 0°0’0’’. Essendo strutturato in questo modo, una metà campo è nell’emisfero australe e l’altra in quello boreale. Per arrivarci prendete l’avendida Equatorial e andate sempre dritto: il parcheggio si trova nell’emisfero boreale. Impossibile trovare un altro impianto con questa caratteristica: sono in tutto 13 gli Stati del mondo attraversati dall’equatore e solo a Macapà hanno pensato a questa ‘genialata’ che però, come vedremo, è frutto di un calcolo che deriva da uno standard sbagliato e a proposito di deriva: il motivo dell’errore nasce proprio dalla deriva dei continenti. Lo Zerão è stato inaugurato il 17 ottobre del 1990. Quattro anni più tardi cambiò nome per due volte nello spazio di pochissimo tempo. All’indomani del tragico incidente che costò la vita ad Ayrton Senna, l’impianto venne dedicato proprio al campione di Formula 1. L’attuale nome arriverà di lì a qualche mese: in un incidente stradale morì Milton de Souza Corrêa, ex presidente della Federazione Calcistica dello Stato di Amapà che aveva contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’attività sportiva all’intero dello Stato. Nei primi anni 2000 lo stadio doveva essere ristrutturato e rimase inagibile per molto tempo. Si arriva al 2015 con l’aggiunta della pista di atletica che lo rende a tutti gli effetti un impianto polifunzionale. La storia della linea di centrocampo in corrispondenza dell’equatore risale ovviamente all’edificazione iniziale che possiamo inquadrare alla fine degli anni ’80. E qui entra in gioco la fisica della Terra e i parametri mondiali di geolocalizzazione, che però non tolgono il fascino che questa storia merita di avere. Per capire per bene la parte geografica della storia di questo stadio servono due ‘mini-approfondimenti’ che sono i seguenti Descrivere l’esatta forma della Terra Capire cos’è un ‘Datum geodetico’ Il nostro pianeta viene descritto come sferico ma la Terra non è perfettamente tonda. In realtà è un ellissoide con schiacciamento ai poli e l’ellissoide è un modello matematico che semplifica la forma del geoide che è il solido al quale assomiglia di più alla Terra. Per rilevare aree e posizioni all’interno della Terra si usa il datum geodetico e qui arriva il problema con lo Zerão. Esistono infatti vari tipi di ‘datum’: ci sono quelli mondiali e quelli locali. Non stiamo a spiegare il perché ma sappiate che dipende sempre dalla conformazione terrestre. Le mappature mondiali alla base dei vari software utilizzano il datum WGS84 o le sue evoluzioni . Quando è stato costruito lo Zerão, i tecnici che volevano piazzare la linea dell’equatore a centrocampo, avevano utilizzato un datum geodetico locale; non si erano assicurati di soddisfare le misurazioni ufficiali. Qualcuno si chiederà? Ma non è uguale? Cosa cambia alla fine? La risposta sta nell’attività della Terra. Il datum, infatti, evolve vista l’evoluzione terreste. Il nostro pianeta non è statico internamente. L’attività delle placche tettoniche è continua e la deriva dei continenti è costante, seppur impercettibile. Quindi ciò che era in un punto non è detto che sia ancora lì dopo anni . E’ quello che era successo allo Zerão. Tecnicamente, l’errore ‘in buona fede’ dei tecnici di fine anni ’80, derivante dall’uso del datum meno aggiornato, ha posizionato l’equatore nel posto sbagliato. All’atto pratico è infatti circa 50 metri più a sud, quasi in corrispondenza della linea di porta dell’emisfero australe. Come detto, ciò non dovrebbe togliere la ‘magia’ di questo stadio e siamo sicuri che chiunque ci capiti si farà comunque una foto sulla linea di centrocampo.