Quei gol dalla panchina che fanno grande la Lazio

In poco tempo è riuscito a portare la Lazio in una nuova dimensione. La sua squadra ha sorpreso ma ora non è più una sorpresa, differenza sottile ma sostanziale. Baroni è un allenatore che ama le sfide. Adesso dovrà vincere anche quella di gestire il nuovo status dei biancocelesti: una potenziale candidata alla Champions. Aumentano le aspettative, si alzano le pressioni ma lui non vuole che il suo gruppo perda leggerezza. E da questo punto di vista la partita contro il Cagliari lo ha rinfrancato. Una delle più sofferte, una delle più indicative. La sua Lazio 10 e gode. La decima vittoria nelle prime 14 stagionali ha lanciato i biancocelesti ancora più in alto e proietta l'allenatore nella storia del club. Mai nessuno era partito così forte. In 5 si erano fermati a 9: Bernardini, Castagner , Zeman, Eriksson e Petkovic. L'estate aveva lasciato buone sensazioni ma forse davvero neanche il più ottimista avrebbe potuto credere a un impatto così. Di questi dieci successi, quello contro il Cagliari probabilmente è stato il meno brillante ma i biancocelesti hanno saputo mostrare altre virtù: la pazienza e la capacità di soffrire. La Lazio sa vincere giocando bene ma sa farlo anche quando le partite si sporcano. Per questo Baroni era particolarmente soddisfatto: quando ritmi e brillantezza calano, c'è bisogno di maturità e lucidità tattica. Nessuno vuol parlare di obiettivo Champions ma i numeri sono da Champions. La Lazio sta viaggiando a una media di due punti e più di due gol segnati a partita, soprattutto grazie alle solite e decisive rotazioni di Baroni. Tra un match e l'altro, contro il Cagliari ha schierato l’undicesimo 11 diverso in 14 partite. Ma la capacità di cambiare si nota anche nei 90 minuti. Con la rete di Zaccagni sale a 7 il numero dei giocatori a segno che sono partiti dalla panchina. 9, considerando anche l'Europa. Una settimana fa contro il Genoa erano stati Pedro e Vecino a trovare la via del gol da subentrati e prima ancora Isaksen contro il Twente. Cambi di formazione, cambi in corsa ma anche cambi tattici. Il nuovo sistema adottato nella ripresa contro i sardi ha saputo riaccendere la squadra, confermando quanto Baroni sappia essere un allenatore flessibile. L’ex Verona riesce a trovare sempre nuovi protagonisti: l’intuizione del doppio centravanti Dia-Castellanos ha portato in dote 10 gol nel primo mese di stagione; poi quando la coppia ha rallentato, almeno da un punto di vista realizzativo, è esploso Pedro, capace di segnare 5 gol in 6 partite. A Como giovedì scorso l’argentino ha ritrovato la via della rete firmando una doppietta; contro il Cagliari invece dopo 40 giorni di digiuno si è sbloccato il senegalese. Timing perfetto. Non è un caso che Dia, Castellanos e Pedro dopo neanche un terzo di stagione abbiano già migliorato i rispettivi score di tutta la passata annata. Baroni sta riuscendo nell’impresa di alzare, anzi esaltare il valore della rosa. Protagonista anche in Europa. Ora, prepara l'ennesima trasformazione pensando al Porto con l'obiettivo di rimanere a punteggio pieno nella classifica di Europa League. Significherebbe ipotecare la qualificazione già a metà percorso. In pochi ci avrebbero creduto solo un paio di mesi fa.

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