Italia, l'alba di una nuova maturità Azzurra. Le nuove certezze di Spalletti

Stavolta Luciano ha azzeccato tutto o quasi… Ha parlato un po' meno prima, ha ridotto al minimo i convocati, responsabilizzandoli tutti e togliendo i conflitti tecnico-tattici di molti, con quel suo 3-5-1-1. Spalletti si è ritrovato sulla stessa lunghezza d’onda del nuovo gruppo. Stavolta più squadra, stavolta più suo. Per uno abituato come lui ad incidere, a lasciare il segno e tracciare un percorso duraturo e spesso innovativo, quella gara contro la Svizzera erano un non sense, un NON essere. Oggi la possiamo dire superata! Superata nel segno di una pragmaticità che ha spunti di vera genialità, come solo certi allenatori toscani riescono ad esprimere: Spalletti in questa ripartenza azzurra, Allegri da sempre. Ma che c’entra Allegri? Nulla o quasi. Ma ascoltando certe frasi in conferenza post gara del CT qualche concetto ha richiamato l'ex allenatore della Juve, come rimettere i giocatori nel loro ruolo, togliere pressioni e favorire relazioni riconosciute esaltandone le caratteristiche. Senza rinunciare alla complessità del campo ma facilitando l'alchimia. Luciano ha fatto un passo indietro? No, non proprio. Forse ha corretto il suo modo di trasferire passione e idee. Sempre attento al dettaglio e con la voglia di essere comunque imprevedibili. Le due vittorie contro Francia e Israele, cosi diverse tra loro ma ugualmente meritate, sono frutto di una prestazione condivisa e matura, anzi maturissima, come l’ha definita Spalletti. Là, con la Francia, una vera prova di forza. Spiccava la capacità di mantenere equilibrio, nonostante un 3-5-1-1 all’apparenza un po' conservativo. Visto come i francesi ti lasciavano arrivare nella loro meta campo, bravi gli azzurri a resistere all’ambizione di essere sempre e comunque offensivi, riuscendo ad assorbire certe ripartenze micidiali quado perdevi palla davanti alla loro area. I cambi di gioco, le giocate di Calafiori, regista aggiunto, quella attenzione alle cosidette 'palle a rimorchio' che mai ci hanno colti impreparati . Non abbiamo il fuoriclasse — dice Spalletti — ma abbiamo buona organizzazione e stavolta giovani che si sono dati anima e corpo. Contro Israele poi, in uno stadio meno roboante e partecipato, è arrivata la consapevolezza che servissero letture nuove per battere una squadra cosi chiusa e bassa. E le hanno trovate, di squadra. Quella costruzione a 3 che diveniva a 4 per l’avanzata 'alla Calafiori' di Bastoni e il conseguente arretramento di Dimarco era una naturale risposta alle esigenze del momento. Il lavoro sfiancante di Raspadori seconda punta che cuciva i reparti ed apriva spazi agli inserimenti delle mezzali, pure! E che dire del lavoro di marca nerazzurra che ha portato al primo gol di Frattesi… Studiato all’inter, trasferito magistralmente in azzurro. Spallletti torna a casa con qualche certezza in più, anche nei singoli. Tonali era quello che si aspettava, forte determinato instancabile, necessario. E Ricci? Seguito da tempo per capire chi fosse davvero: una mezzala o un mediano? Oggi possiamo dire che l’italia ha un regista con giocate, ubicazione, posture e lancio, corto e lungo. Presto anche qualche passaggio chiave in più in diagonale bassa e pure qualche gol. Vanoli ci ha messo le mani si vede. Frattesi a parte, i centravanti tornano a segnare. Il gol di Kean 3 anni dopo l’ultimo in azzurro, ci riconsegna un ragazzo motivato e fisicamente devastante. La Nations è palestra e vetrina, e soprattutto porta punti per facilitare il cammino nelle qualificazioni mondiali, che di fatto sono il nostro primo grande obiettivo. Grazie alla Nations League, a partite vere, potremo vedere chi merita questa maglia, vagliare chi può crescere e costruire un percorso per molti dei giovani che si sono visti in questi giorni. Prezioso sempre di più poi il lavoro di Buffon, molto più che un capo delegazione ma un vero Ds, che segue anche i giovani talenti delle giovanili partecipando alla formazione di un nuovo corso azzurro . Non è un caso che da qualche tempo, voluto da Buffon e Maurizio Viscidi , sia stato cooptato nel club Italia l’ex responsabile dell’attività di base della Juve, Gigi Milani, con le mansioni di scouting per preparare la nuova Under 15. Tornando ai grandi: il gruppo è questo, si parte da qui, da queste idee e linee di lavoro facendo attenzione a cosa il campionato potrà offrire, con un occhio a chi non c’era perché infortunato come Scamacca, Scalvini, Zaniolo e Barella. Ma anche a chi è impegnato in una nuova ripartenza, come quel Chiesa passato al Liverpool che Luciano aspetta per fargli fare la seconda punta con liberta di svariare. Ah sì, come alla Juve di Allegri.

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