Gabriele Biancheri, l'Aguero gallese (e italiano) che fa sognare lo United

Il 10 e il 13 ottobre 2024 l’Italia Under 19 ha affrontato due volte il Galles Under 19. La prima sfida è terminata 3-3, la seconda è invece stata vinta 4-3 dai gallesi. Grande protagonista delle due gare Gabriele Biancheri, due reti e un assist. Per il Galles, però. Ma come?! Si chiama Gabriele Biancheri e gioca nel Galles? Ebbene sì e non solo ci gioca, ma lì ci è anche nato e cresciuto. E non solo. Suo padre Luca è di San Castaldo , mentre sua madre Lia è canadese con origini inglesi. Dunque, oltre al Galles, Biancheri potrebbe giocare anche per l’Italia , il Canada e l’Inghilterra . E l’impressione è che, se continuerà a segnare così tanto, tutte e quattro le nazionali proveranno a ‘strapparlo’ alle altre. Per ora se lo godono il Galles e il Manchester United, dove gioca da un anno e mezzo. Ma procediamo per gradi, prima dell’arrivo ai Red Devils c’è tanto da raccontare… Papà Luca si è trasferito dall’Italia in Galles circa 24 anni fa per lavoro, mamma Lia – invece – è cresciuta in Canada, ha vissuto negli Stati Uniti e infine è volata in Galles per studiare chiropratica. Lì si sono conosciuti e hanno costruito la loro famiglia, formata da Gabriele e Alessia . Fin da piccolo Gabriele sembra nato per fare sport e, in particolare, il calcio. “Prima di dire mamma e papà le sue prime parole sono state goal e ball”, racconta a Sky Sport Insider suo padre. “Voleva sempre giocare a calcio, anche a casa. Aveva una palla di stoffa, che usava sempre e utilizzava la tv come porta. Quando colpiva il televisore urlava ‘goooool’ e alzava le braccia al cielo. Ogni volta che uscivamo mi diceva ‘papà I want to play football’. Era la sua più grande passione, ma non l’unica”. Sì, perché – come detto – Gabriele amava anche altri sport. “Era bravissimo anche con i go-kart. Quando aveva 4 o 5 anni una volta mi chiese ‘papà posso diventare un calciatore e un pilota di Formula 1?’. Io ho provato a spiegargli che era un po’ difficile riuscire a diventare entrambe le cose, ma ho sempre apprezzato il suo entusiasmo e il suo amore per lo sport”. Andando avanti è stato facile capire che il futuro di Gabriele sarebbe stato il calcio. A 5 anni entra in una squadra locale chiamata Bridgend Street e il Cardiff lo nota già a 6 anni. Superato il primo provino di sei settimane e poi anche il secondo , il club gallese capisce le enormi potenzialità di quel piccolo bambino e in poco tempo Gabriele diventa uno dei principali prospetti del settore giovanile del Cardiff. Coi primi dribbling, i primi gol, arrivano anche i primi trofei e i primi contratti. A 14 anni ottiene uno ‘scolarship contract’, un contratto che gli permette di studiare e giocare a calcio nel Cardiff. “In occasione della firma gli ho detto davanti a tutti ‘Bravo Gabriele, goditi questo traguardo. Continua così e tra un anno vedrai che avrai già il tuo primo contratto da pro’. E così è stato…”. A 15 anni l’esordio con l’Under 21 del Cardiff e poco più tardi, a novembre 2022, il primo contratto da professionista. “Quando Gabriele ha firmato eravamo tutti davvero contenti. Era da nove anni al Cardiff, dove si trovava benissimo. Era casa sua, casa nostra. In quell’occasione però ho chiesto al Cardiff di avvisarmi nel caso in cui un top club si fosse interessato a lui”. Una richiesta non frutto del caso: “Avevo iniziato a notare che in tutte le partite erano presenti diversi osservatori. C’erano sempre le stesse facce, era chiaro che venissero per monitorare qualcuno”. E l’intuizione di papà Luca si rivela corretta. “Passano meno di due mesi e una sera di gennaio 2023 mi chiama il responsabile del settore giovanile del Cardiff: ‘Sei da solo?’. Io già lì capisco che c’era qualcosa sotto… se mi chiami alle 20 di sera e mi chiedi se sono solo… ‘Sì, sì sono solo, è successo qualcosa?’. ‘Siediti’, ‘Mi sono seduto’. ‘Il Manchester United vuole Gabriele’. Ricordo ancora la grande emozione, ero felicissimo, ma al telefono ha cercato di rimanere calmo”. Da lì, nel giro di pochi giorni, i due club trovano l’accordo e Gabriele si prepara a partire in direzione Manchester. “Devo dire che entrambi i club sono stati più che disponibili. Il Cardiff è stato molto gentile a lasciar partire Gabriele senza opporsi e lo United si è posto nella maniera più corretta, tutto è andato per il meglio”. I Red Devils però non erano l’unica squadra interessata: “Tanti top team di Premier lo seguivano ma in particolare, oltre allo United, lo volevano Chelsea e West Ham. Però lo United è quello che si è mosso in maniera più decisa e non è stato difficile accettare”. Anche perché al Manchester United è diventato grande l’idolo di Gabriele: Cristiano Ronaldo. Il suo modello per etica del lavoro e stile. Così, a 16 anni, Gabriele lascia casa, famiglia e Cardiff per volare a Manchester. “Io e la madre gli abbiamo detto ‘Scegli tu se vuoi andare da solo o se vuoi che veniamo con te. Noi siamo disposti a trasferirci, ma la scelta è tua’ e lui ha preferito andare da solo, ospite di una famiglia di lì. All’inizio è stato difficile, ma credo che questo lo abbia fatto crescere e maturare prima”. Oltre alla famiglia, a Cardiff Gabriele ha lasciato anche lo ‘status’ di stella. Nel club gallese era coccolato da tutti, a Manchester, invece, uno dei tanti. “L’ambientamento non è stato facilissimo – prosegue il papà -. Soprattutto i primi mesi, perché per questioni burocratiche tra la federazione inglese e quella gallese non poteva giocare ma solamente allenarsi. È stata dura, ma non ha mollato e ha lavorato intensamente per farsi trovare pronto”. Quando finalmente può tornare in campo, si ritrova a dover faticare per conquistarsi minuti vista la concorrenza. “Era abituato a essere insostituibile, ha dovuto imparare a stare in panchina e a sfruttare le occasioni. A Manchester è cambiata tutta la sua vita, ma è cresciuto tantissimo in poco tempo”. E nel giro di poche gare, il minutaggio di Gabriele aumenta sempre di più, fino a diventare un titolare anche nel suo nuovo club. I primi mesi a Manchester si concludono con 26 presenze e 14 gol . Ma il meglio deve ancora venire. L’inizio della stagione 2024-25 è incredibile: con l’Under 18 segna 8 gol di campionato e 3 in Coppa di Lega; nell’Under 21 segna nell’unica gara di campionato giocata e trasforma un rigore in Coppa di Lega. In totale già 12 gol segnati da Gabriele in questo inizio di stagione, a cui vanno aggiunti i due realizzati con il Galles contro l’Italia. Numeri e prestazioni che non possono passare in secondo piano e che fanno avvicinare il sogno dell’esordio in prima squadra. Lo United è un club da sempre attento ai propri giovani e che sa valorizzarli, presto potrebbe quindi arrivare il momento di Biancheri. Gabriele, però, è concentrato sul presente e non si è montato la testa. “L’umilità è sempre stata il suo punto di forza – assicura papà Luca -. Ha sempre voglia di migliorarsi ed è uno di quei giocatori che non si accontenta mai. È molto esigente con sé stesso ma in campo non è egoista, gioca per la squadra. È un attaccante moderno, che sa dialogare con i compagni e oltre a segnare fa anche tanti assist. È rimasto con i piedi per terra, anche se in Inghilterra e in Galles inizia a essere molto seguito. Oltre al calcio continua la sua vita normalmente”. Un ragazzo ‘normale’ che studia, ha i suoi interessi ed è legato alla sua famiglia: “È molto affezionato a tutti noi ma in particolare a sua sorella Alessia, con cui ha un rapporto speciale. È molto bravo anche a scuola, se non avesse avuto dei buoni voti non sarebbe potuto andare a Manchester a febbraio 2023 ma avrebbe dovuto aspettare giugno. Questa è una cosa che mi fa piacere sottolineare. Oltre al calcio gli piace praticare anche la boxe, che è una sua altra passione”. Non ha mai dimenticato il legame con l’Italia, anche perché “ogni estate andiamo in vacanza in Sicilia dai miei genitori, i suoi nonni. Gli piace molto l’Italia. L’italiano lo capisce molto bene ma a volte fa un po’ fatica a pronunciare alcune parole ”. Più che con l’italiano, Gabriele dà il meglio di sé con il pallone tra i piedi. E, non a caso, i tifosi dello United sono già pazzi di lui e sui social in tantissimi invocano la sua promozione in prima squadra. Lo hanno soprannominato “The Welsh Aguero” , perché per caratteristiche fisiche e tecniche ricorda proprio il Kun. E non importa se l’argentino è una bandiera del City, la speranza dei tifosi dello United è che Biancheri possa essere per la sponda rossa di Manchester quello che Aguero è stato per i cugini Citizens: la stella che ha riaccesso la luce dopo anni bui.