
Le cinque parole chiave del GP del Portogallo, terza gara della stagione, rappresentano altrettanti spunti importanti. Ad ognuna si lega uno dei protagonisti del Mondiale: scopriamole nell'analisi di Sandro Donato Grosso

La prima parola è testa. Quella che fatto la differenza nella prestazione di Fabio Quartararo, che ha vinto a mani basse imprimendo un ritmo impressionante che gli ha consentito la fuga. Rispetto al 2020 la storia può essere diversa, perché dai suoi errori ha appreso tanto e la sua M1 è da Mondiale.
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Secondo concetto, spessore. Ci riferiamo a quello di Pecco Bagnaia, che ha firmato una rimonta unica e tenuto dietro un arrembante Mir con la Suzuki. Se non fosse partito dall'undicesima posizione avrebbe potuto vincere, lottando col francese. Pecco oggi è un pilota maturo, quadrato, che è cambiato molto e può far bene sperare la Ducati per il futuro, parola di Gigi Dall'Igna.
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Il nostro terzo pensiero è quello dell'umanità. Sta nelle lacrime di Marc Marquez, che è rientrato nel box accolto tra gli applausi dopo una gara stoica. "Mi sono risentito pilota": dichiarazioni che lasciano il segno.
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Il quarto concetto è quello del raggio di luce. Lo ha visto Franco Morbidelli, che dopo una bellissima gara ha sfiorato il podio grazie ad un lavoro non facile su una moto ormai datata e ad un forza di volontà unica.
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Ultima parola è dignità. Quella di un grande come Valentino Rossi. Poco proficuo arrabbiarsi. La caduta di oggi incastona un trilogy che di brillante ha poco. Ma lui è lì che pensa ad Jerez, dove ha ottenuto il suo ultimo podio e dove pensa e spera di ritrovarsi con l'ottimismo e l'energia dei grandi anche in un momento davvero difficile.
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