Podolski, dal calcio al sumo: "Impressionante ciò che fanno". E lo invitano a combattere!

Calcio

Il calciatore tedesco, adesso in Giappone con il Vissel Kobe, si è appassionato al Sumo, tanto da essere invitato nell’accademia di Hakuho Sho, considerato il Messi di questo sport. Qualche presa, qualche combattimento: “E’ impressionante quello che riescono a fare”

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La nuova vita di Lucas Podolski parla giapponese. E’ così da un paio di anni, da quando ha deciso di lasciare il calcio europeo per mettersi in gioco in una cultura del tutto nuova. Adesso veste la maglia del Vissel Kobe, divide lo spogliatoio con Iniesta e David Villa e lotta per il campionato. Dopo il decimo posto della passata stagione, la J1 League è iniziata nei migliori dei modi con due vittorie e un pareggio nelle prime quattro giornate.

Affascinato dalla cultura giapponese

Podolski poteva trasferirsi in Cina, dove l’offerta era più sostanziosa. Ma alla fine ha scelto il Giappone, perché da un po’ di tempo è affascinato da quella cultura. Una dimostrazione? Dopo il gol segnato al Shimizu S-Pulse, Podolski, ha esultato mettendosi sulla linea di fondo campo e imitando un lottatore di sumo, omaggiando di fatto lo sport nazionale. Di qui un invito ufficiale ad allenarsi con i migliori lottatori di tutto il paese. Il premio migliore per chi, come lui, ha assistito a diversi incontri. Tanto che col tempo ha fatto amicizia con Hakuho Sho, colui che viene considerato il Messi del sumo. Un armadio, il classico tipo che non vorresti mai trovarti davanti. Quasi due metri di altezza, la bilancia che dice 160 chili. Hakuho ha vinto più di 1000 incontri in carriera, oltre l’83% degli incontri disputati.
 

“Mi hanno insegnato un paio di prese”

Dal calcio al sumo, un passo tanto grande quanto rapido: “Mi sono passionato subito a questo sporto – ha raccontato il tedesco alla Bild – è pazzesco quello che riescono a fare, per questo desideravo allenarmi con loro. E mi hanno insegnato anche un paio di mosse, ma con questi colossi non è che possa fare molto”. Insomma, il risultato in effetti è stato diverso rispetto a ciò che ha ottenuto in carriera su un rettangolo verde. Perché puoi essere rapido e sgusciante quanto vuoi, ma se questi ti prendono allora sono dolori. Podolski lo ha capito, il dohyo – la zona di combattimento dalla quale il lottatore deve cercare di estromettere l’altro – non perdona. Ma l’esperienza se la ricorderà, probabilmente, per tutta la vita.