Nel prepartita nessuno scontro, ma tre arresti

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VERSO I MONDIALI 2010. La polizia ha portato in Questura due tifosi che hanno tentato di entrare allo stadio nonostante fossero colpiti da Daspo. Un altro ultrà denunciato per apologia al fascismo per aver fatto il saluto romano durante l'inno di Mameli

Il bilancio del prepartita - Due tifosi si sono presentati ai cancelli dello stadio di Lecce con un regolare biglietto, per vedere Italia-Montenegro. La polizia li ha aspettati al varco: i due supporter, uno di 33 anni, entrambi colpiti da Daspo sono stati immediatamente arrestati. Questo prevedono le nuove leggi sugli ultrà diffidati. Ma gli agenti della Digos e dell'Ucigos hanno portato in Questura e denunciato per apologia di fascismo anche un altro tifoso, un brindisino di 25 anni non conosciuto alle forze dell'ordine: aveva fatto il saluto romano durante l'inno di Mameli prima del via della gara tra Italia e Montenegro. E d'altra parte non poteva passare inosservata una simile sfacciata dimostrazione, dopo i fatti di Sofia. In Bulgaria era finita con i 150 Ultra' Italia a fare a botte in curva, aggrediti o aggressori che fossero: le braccia tese, i cori 'Duce Duce' prima di entrare nello stadio Levski.

A Lecce la scena non si è ripetuta, nè sono comparsi i soliti striscioni tricolori con i nomi delle città, nei canonici caratteri grafici dell'estrema destra. L'allerta era massima, il Viminale aveva la segnalazione dell'arrivo di circa 200 tifosi dell'area Ultrà Italia. Ma l'indicazione era arrivata chiara: niente striscioni, e infatti non è comparso neanche quello degli ultrà di Casarano, la 'piazza' calda più vicina. Una sola scritta è apparsa, sull'argomento, un lungo telo bianco in in curva Nord, quando la partita era cominciata da 5': 'No politica', il messaggio. Esattamente la richiesta avanzata da tutti gli azzurri dopo gli incidenti di Sofia, fuori la politica dagli stadi. Forse non sono rimasti fuori dallo stadio quel centinaio di ultrà di tutta Italia gemellati per tifare la nazionale, e non solo, all'insegna di simboli e gesti fascisti. Ma sono rimasti tra i tifosi comuni. Uno però è stato pizzicato con il braccio teso e portato subito in Questura.

L'avvicinamento alla partita era stato comunque sereno. I cinquecento tifosi arrivati dal Montenegro per la prima trasferta della loro giovanissima nazionale hanno invaso le vie del centro barocco di Lecce. A gruppi di decine hanno stazionato per tutto il pomeriggio in piazza S.Oronzo, tra cori e fiumi di birra, guardati a vista prima da una volante della polizia, poi da un cellulare. Allo stadio, la maggior parte si è seduta in un settore riservato della curva Nord, continuando a cantare senza sosta. Prima il loro inno, che una parte dello stadio ha fischiato - come quello italiano dai bulgari, ma stavolta senza tensioni prima - e tutto il resto dei tifosi italiani applaudito; poi per tutta la partita inni per la nazione, per Vucinic, per Jovetic, per tutti i calciatori in giallorosso. Fino al gol di Vucinic, per l'1-1, mentre i tre tifosi venivano trattenuti in questura.