Caso Sandri, 2 anni fa la morte di Gabbo. Parla il fratello

Calcio
Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, al centro della foto (Richiardi)
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Cristiano Sandri parla nel giorno del secondo anniversario della morte del fratello: "In altri fatti di cronaca esponenti delle forze dell'ordine imputati vengono liquidati con il solito discorso delle mele marce. E' il momento di fare una conta". VIDEO

IL SITO DEDICATO A GABRIELE

"La morte di mio fratello non c'entra con il calcio, ci tengo a ribadirlo". Nel giorno del secondo anniversario della morte di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della polizia di Stato, il fratello Cristiano parla ai microfoni di CNRmedia e rilancia quanto in questi due anni la famiglia del giovane ha sempre ribadito.

"L'omicida di mio fratello - spiega il fratello - ha sempre detto che non sapeva se si trattava di tifosi, persone che litigavano per motivi stradali o altro. Collocare quella morte in ambiente da stadio ha fatto sì che molta gente con giudizi superficiali abbia potuto pensare che in qualche modo se la fosse cercata. E per questo in qualche modo si è annacquata la responsabilità di chi ha commesso il reato".

L'avvocato romano preferisce non parlare della vicenda Cucchi a cui è stata accostato il caso di Gabriele, ma osserva: "Su Stefano Cucchi c'è un'inchiesta della magistratura in corso però anche in altri fatti di cronaca in cui sono imputati esponenti delle forze dell'ordine, questi vengono liquidati con troppa facilità con il solito discorso delle mele marce. Forse bisognerebbe iniziare a fare una conta".

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