Eduardo 'mani di forbice', croce e delizia dei genoani

Calcio
Il portiere del Genoa e della nazionale portoghese Eduardo
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Fenomenologia del portiere rossoblù che, dopo la papera sul cross di Pasqual contro la Fiorentina (ultimo di una serie di errori grossolani), continua ad essere difeso da società e pubblico, quest'ultimo intenerito dal suo carattere umile

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E' un numero uno, è un po' triste ma non solitario il portiere del Genoa Eduardo. Sbaglia così spesso che tifosi e osservatori rossoblù recitano ormai a ogni gara il ritornello di Lucio Battisti Ancora tu.., ma il nazionale portoghese sa come rifarsi ed è infatti ancora difeso da tutti, a cominciare da allenatore e società. Nemmeno Paulo Bento, suo ct, gli ha voltato le spalle, convocandolo per l'amichevole con l'Argentina di mercoledi' prossimo a Ginevra. Dopo il macroscopico errore di ieri a Firenze, costato la sconfitta, il ritornello è però continuo ed incessante in una città che improvvisamente si ritrova a fare i conti con una classifica preoccupante. Non è tutta colpa di Eduardo ovviamente, perché la squadra ci mette del suo e riesce a far fare bella figura persino alla Fiorentina di oggi, ma la mancata trattenuta del numero uno rossoblù su un innocuo cross in area riaccende i riflettori sul portiere migliore dei Mondiali.

Un numero uno bravo a metà, fenomeno con il corpo, non con mani e pugni, le armi del mestiere. Qualcuno lo ha paragonato a 'Edward mani di forbice', il tenero e generoso personaggio del film di Tim Burton. Vero che il numero uno del Genoa non buca i palloni con le lame affilate, ma di sicuro la presa non è uno il suo pezzo forte. Parla anche poco Edoardo-Edward, come Johnny Depp, che in tutto il film scandisce 169 parole.

Il nazionale portoghese in verità è fortissimo, quasi insuperabile nelle uscite basse. Lo ha dimostrato anche ieri sera quando ha salvato due volte la porta sullo 0-0 e sull'1-0. Implacabile quando si deve gettare sui piedi avversari con lo scatto felino che ricorda tanto Peruzzi, Edoardo prende alti voti anche tra i pali grazie al tuffo felino. La pagella si arricchisce di segni rossi però alle caselle uscite in piedi e, appunto, presa alta. I genoani se ne sono accorti la prima volta a San Siro contro il Milan in una gara che si poteva anche vincere. Quando Ranocchia e Dainelli strinsero in un sandwich sua maestà Ibra bloccandogli la strada per la porta, il bomber vide Eduardo a metà strada esatta dai pali: che ci fa lì? Non gli sembrò vero a Ibra, che allungò il piedone e beffò Edward con un pallonetto insperato. La prima vera papera è arrivata poco dopo contro l'Inter al Ferraris.

L'illusione di una serata speciale svanì agli occhi del Genoa di Gasperini quando Edoardo si appostò male sulla linea di porta e si fece sfilare accanto al braccio l'innocua palla calciata da Stankovic. Prima di Firenze, gli errori con l'Udinese e il Parma. L'uscita su Di Natale ha lasciato di stucco l'intero Ferraris, a iniziare dal bomber friulano che quasi sbagliava il gol per lo stupore dopo la clamorosa ciccata del portiere. Domenica, 'Mani di forbice' ha fatto scivolare sui piedi di Crespo una palla che andava colpita con forza e gettata lontano, ieri, infine, ha aperto i guantoni verso il cielo sul cross di Pasqual ma poi non li ha chiusi e ha appoggiato la palla a Santana, un assist perfetto. Gli basterebbero due mani nuove dicono i tifosi più affettuosi, per spiegare che tutto il resto di Eduardo va bene. La Nord lo applaude lo stesso, anzi, ora più di prima, intenerita dal suo sguardo triste. Lui ammette gli errori e va avanti, ben difeso da compagni, allenatore e società, che con i portieri, da Rubinho ad Amelia, ultimamente ha fatto un po' a pugni.