Sciopero, tutti i soldi dei presidenti. Cosa c’è in ballo
CalcioChi deve versare all'Erario un decimo dei 1.097 milioni in stipendi pagati in serie A nella stagione 2010 a 400 giocatori? Il contributo di solidarietà, previsto nella manovra finanziaria del Governo, è il punto che divide Lega di A e Assocalciatori. FOTO
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Non solo i fuori rosa. Anche i soldi. Lega e Assocalciatori litigano, la situazione che porta allo sciopero è definita da molti "incomprensibile'', e da altri ritenuta assai impopolare. Ma la contesa dell'ultima ora è spuntata tra le pieghe della manovra straordinaria messa in campo dal governo Berlusconi a metà agosto, per affrontare la crisi finanziaria. Contributo straordinario di solidarietà, è stato chiamato: un 5% in più sui redditi oltre i 90 mila euro, il 10% a partire dai 150 mila. Insomma, non sarà lo sciopero dei miliardari, ma rischia di essere quello dei tartassati. Club o giocatori che siano.
Fa poca differenza che quella misura straordinaria non sia ancora arrivata in Parlamento e forse sarà anche modificata. E' proprio l' incertezza ad aver acceso la discussione: chi deve versare all' Erario un decimo dei 1.097 milioni in stipendi pagati in serie A nella stagione 2010 a 400 giocatori? '' I calciatori faranno il loro dovere, pagheranno'', assicura l' Aic. '' Noi no, bisogna chiarirlo nel contratto'', replicano i club. E al di là della convinzione chi parla di motivi pretestuosi, il contenzioso esiste. Almeno la metà dei contratti della A, quelli dei campionissimi e soprattutto nelle grandi società - paradossalmente proprio il Milan di Berlusconi, ma anche Juve e Inter, oggi i due capofila del no all' accordo senza chiarimento sul 10% -, sono ' al netto': il club da sostituto di imposta si trasforma in vero e proprio contribuente. Campioni come Ibrahimovic o Eto' o accettano di arrivare in Italia, dai regimi fiscali agevolati dalla Liga spagnola, solo se il loro ingaggio è ' pieno'.
E sulla stessa linea sono i campioni come Totti e Del Piero. '' Per legge si deve scrivere il lordo - spiega l' avvocato Pasqualin - ma nel contratto si può indicare la ' prevalenza del netto'. In quel caso il club si fa carico delle variazioni delle aliquote Irpef''. Così Ibra scrive il lordo e poi esplicita un 9 netto, ed è sicuro che avrà la seconda cifra. A scalare, fino ai 100.000 euro circa dei giovani come il baby romanista Caprari, si va sempre più verso il lordo e basta. In questo caso nessun dubbio su chi paga; nell' altro, può nascere un contenzioso.''Il singolo giocatore può contestare quel prelievo e attribuirlo al club - aggiunge Pasqualin - Ma la società avrebbe gioco facile: anche i consulenti del lavoro hanno chiarito che è un contributo straordinario, spetta ai giocatori''. Lo stesso ragionamento dell' Aic, che non accetta la formula dell' allegato proposto dalla Lega, e aggiunge che in ogni caso non avrebbe valore retroattivo.
Per Victor Uckmar, tributarista ed ex presidente dell'organismo Figc di controllo sui conti del calcio, i club
hanno però un grande margine di rischio: '' Bisogna vedere come viene scritta la norma: se il contributo sarà configurato come un' aggiunta all' Irpef questo sarà a carico delle società''. Che non intendono sborsare 40 milioni, euro più euro meno conteggiando la percentuale dei 'netti' in A.
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Fa poca differenza che quella misura straordinaria non sia ancora arrivata in Parlamento e forse sarà anche modificata. E' proprio l' incertezza ad aver acceso la discussione: chi deve versare all' Erario un decimo dei 1.097 milioni in stipendi pagati in serie A nella stagione 2010 a 400 giocatori? '' I calciatori faranno il loro dovere, pagheranno'', assicura l' Aic. '' Noi no, bisogna chiarirlo nel contratto'', replicano i club. E al di là della convinzione chi parla di motivi pretestuosi, il contenzioso esiste. Almeno la metà dei contratti della A, quelli dei campionissimi e soprattutto nelle grandi società - paradossalmente proprio il Milan di Berlusconi, ma anche Juve e Inter, oggi i due capofila del no all' accordo senza chiarimento sul 10% -, sono ' al netto': il club da sostituto di imposta si trasforma in vero e proprio contribuente. Campioni come Ibrahimovic o Eto' o accettano di arrivare in Italia, dai regimi fiscali agevolati dalla Liga spagnola, solo se il loro ingaggio è ' pieno'.
E sulla stessa linea sono i campioni come Totti e Del Piero. '' Per legge si deve scrivere il lordo - spiega l' avvocato Pasqualin - ma nel contratto si può indicare la ' prevalenza del netto'. In quel caso il club si fa carico delle variazioni delle aliquote Irpef''. Così Ibra scrive il lordo e poi esplicita un 9 netto, ed è sicuro che avrà la seconda cifra. A scalare, fino ai 100.000 euro circa dei giovani come il baby romanista Caprari, si va sempre più verso il lordo e basta. In questo caso nessun dubbio su chi paga; nell' altro, può nascere un contenzioso.''Il singolo giocatore può contestare quel prelievo e attribuirlo al club - aggiunge Pasqualin - Ma la società avrebbe gioco facile: anche i consulenti del lavoro hanno chiarito che è un contributo straordinario, spetta ai giocatori''. Lo stesso ragionamento dell' Aic, che non accetta la formula dell' allegato proposto dalla Lega, e aggiunge che in ogni caso non avrebbe valore retroattivo.
Per Victor Uckmar, tributarista ed ex presidente dell'organismo Figc di controllo sui conti del calcio, i club
hanno però un grande margine di rischio: '' Bisogna vedere come viene scritta la norma: se il contributo sarà configurato come un' aggiunta all' Irpef questo sarà a carico delle società''. Che non intendono sborsare 40 milioni, euro più euro meno conteggiando la percentuale dei 'netti' in A.
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