La Sicilia sfida Milano a duello nella serata dell'onore
CalcioNegli anticipi di sabato l'Inter è attesa dalla proibitiva trasferta di Catania, il Milan ospiterà il Palermo: l'orgoglio di un'intera regione contro le potenze del nostro calcio, molto attardate in classifica, che rischiano di perdere la faccia. LE FOTO
NUMERI: il Milan e l'Inter in cifre - Le pagelle del Fantascudetto
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di Alfredo Corallo
Se c'è la Sicilia di mezzo viene spontaneo, è prassi, un passaggio obbligato della conversazione: trascendere nello stereotipo. Mafia, onore e gelosia (coppola, baffi e fichi d'India hanno perso un po' d'appeal) sono i fardelli che ogni siculo, notoriamente permaloso - un altro classico - si porta appresso dai tempi dell'Iliade e dell'Odissea. Ebbene sabato sera l'Inter a Catania e il Milan al Meazza contro il Palermo dovranno ricorrere proprio a quell'arcaico senso dell'Onore, tipico dell'opera dei Pupi, per evitare di farsi ridere dietro da chi, di quel copyright, ne ha creato un brand da esportazione.
INTER, MAI COSI' IN BASSO - I nerazzurri sono attardati di 7 punti dalla vetta, per un Siena o un Novara si sarebbe detto in piena bagarre per la lotta retrocessione. Pessimo inizio, 3 partite su 5 perse in campionato, difesa più battuta (11 reti), un allenatore già esonerato. Se Ranieri, peraltro, aveva fatto dimenticare in fretta Gasperini con le vittorie di Bologna e Mosca in Champions, l'harakiri interno di due settimane fa con il Napoli non è servito a far altro che a rimettere ancora una volta tutto in discussione, complice, è bene ricordarlo, la sciagurata direzione arbitrale di Rocchi. Al Massimino si rivedrà la difesa del triplete (Maicon, Lucio, Samuel e Chivu) e questo fattore da solo dovrebbe ridare serenità ad un ambiente che aspetta notizie confortanti da Julio Cesar, Sneijder, Ranocchia e Thiago Motta, tutti sulla via del recupero (ma preoccupa Forlan). Con la visita agli etnei comincia un tour de force che li vedrà impegnati da qui a 20 giorni in un filotto di sette gare, comprese l'andata e ritorno di Coppa con il Lille e la sfida delle sfide con la Juventus del 29 ottobre. Un mese da brividi, insomma.
CIBALI VERSIONE BOMBONERA - Nella mente dei tifosi etnei rimane impressa la magica serata del "cucchiaio" di Mascara e del coast to coast di Martinez che fece esplodere di rabbia Mourinho e riempì di gioia una città intera, com'era successo esattamente cinquantanni prima sempre contro l'Inter (di Herrera) nel pomeriggio del "Clamoroso al Cibali" di Sandro Ciotti. Del resto, quando i rossazzurri giocano tra le mura amiche potrebbe diventare una giornata infernale per chiunque, ne sa qualcosa la capolista Juventus, uscita miracolosamente indenne soltanto grazie ad un paio di allucinanti indecisioni sotto porta dei ragazzi di Montella.
LA SINDROME DI IBRA - Adriano Galliani ammette di non essere uno psicologo e gli crediamo (non può fare tutto lui), ma qualcuno dovrà pur pensare a curare la "sindrome di Ibrahimovic" che si sta diffondendo nello spogliatoio rossonero. Per adesso a farne le spese è stato il solo Cassano, che si è detto stanco del calcio e ha già fissato la data del ritiro allo scoccare del suo 33° compleanno. Eppure entrambi non dovrebbero avere ancora la pancia piena (la linea di Fantantonio non è mai stata così invidiabile), allo svedese manca all'appello una Champions, il barese dovrà essere il nostro trascinatore agli Europei e - a Dio piacendo - ai Mondiali brasiliani. A proposito, con il Palermo Robinho tornerà a ricostituire con Ibra la coppia dello scudetto (Pato si rivedrà alla prossima?). Probabile esordio per Mexes, reduce da un lungo stop per il brutto infortunio al ginocchio. Il piatto piange, vietatissimi passi falsi.
MANGIA... CHE TI PASSA - Il Palermo si presenta a Milano con la tranquillità di chi può serenamente perdere (se lo sentisse Zamparini...) forte di 10 punti in classifica e un inaspettato secondo posto. La variabile impazzita potrebbe essere rappresentata dalla voglia del tecnico Mangia di non sfigurare - è nato a due passi da Milano, a Cernusco sul Naviglio, chissà quanti amici e parenti allo stadio - e dal fiume di tifosi rosanero che tracimerà sabato sera sugli spalti del Meazza in arrivo da mezzo settentrione. Emigranti: altri stereotipi viventi.
Sarà la giornata del riscatto o della disfatta per Inter e Milan? Dillo nel forum
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di Alfredo Corallo
Se c'è la Sicilia di mezzo viene spontaneo, è prassi, un passaggio obbligato della conversazione: trascendere nello stereotipo. Mafia, onore e gelosia (coppola, baffi e fichi d'India hanno perso un po' d'appeal) sono i fardelli che ogni siculo, notoriamente permaloso - un altro classico - si porta appresso dai tempi dell'Iliade e dell'Odissea. Ebbene sabato sera l'Inter a Catania e il Milan al Meazza contro il Palermo dovranno ricorrere proprio a quell'arcaico senso dell'Onore, tipico dell'opera dei Pupi, per evitare di farsi ridere dietro da chi, di quel copyright, ne ha creato un brand da esportazione.
INTER, MAI COSI' IN BASSO - I nerazzurri sono attardati di 7 punti dalla vetta, per un Siena o un Novara si sarebbe detto in piena bagarre per la lotta retrocessione. Pessimo inizio, 3 partite su 5 perse in campionato, difesa più battuta (11 reti), un allenatore già esonerato. Se Ranieri, peraltro, aveva fatto dimenticare in fretta Gasperini con le vittorie di Bologna e Mosca in Champions, l'harakiri interno di due settimane fa con il Napoli non è servito a far altro che a rimettere ancora una volta tutto in discussione, complice, è bene ricordarlo, la sciagurata direzione arbitrale di Rocchi. Al Massimino si rivedrà la difesa del triplete (Maicon, Lucio, Samuel e Chivu) e questo fattore da solo dovrebbe ridare serenità ad un ambiente che aspetta notizie confortanti da Julio Cesar, Sneijder, Ranocchia e Thiago Motta, tutti sulla via del recupero (ma preoccupa Forlan). Con la visita agli etnei comincia un tour de force che li vedrà impegnati da qui a 20 giorni in un filotto di sette gare, comprese l'andata e ritorno di Coppa con il Lille e la sfida delle sfide con la Juventus del 29 ottobre. Un mese da brividi, insomma.
CIBALI VERSIONE BOMBONERA - Nella mente dei tifosi etnei rimane impressa la magica serata del "cucchiaio" di Mascara e del coast to coast di Martinez che fece esplodere di rabbia Mourinho e riempì di gioia una città intera, com'era successo esattamente cinquantanni prima sempre contro l'Inter (di Herrera) nel pomeriggio del "Clamoroso al Cibali" di Sandro Ciotti. Del resto, quando i rossazzurri giocano tra le mura amiche potrebbe diventare una giornata infernale per chiunque, ne sa qualcosa la capolista Juventus, uscita miracolosamente indenne soltanto grazie ad un paio di allucinanti indecisioni sotto porta dei ragazzi di Montella.
LA SINDROME DI IBRA - Adriano Galliani ammette di non essere uno psicologo e gli crediamo (non può fare tutto lui), ma qualcuno dovrà pur pensare a curare la "sindrome di Ibrahimovic" che si sta diffondendo nello spogliatoio rossonero. Per adesso a farne le spese è stato il solo Cassano, che si è detto stanco del calcio e ha già fissato la data del ritiro allo scoccare del suo 33° compleanno. Eppure entrambi non dovrebbero avere ancora la pancia piena (la linea di Fantantonio non è mai stata così invidiabile), allo svedese manca all'appello una Champions, il barese dovrà essere il nostro trascinatore agli Europei e - a Dio piacendo - ai Mondiali brasiliani. A proposito, con il Palermo Robinho tornerà a ricostituire con Ibra la coppia dello scudetto (Pato si rivedrà alla prossima?). Probabile esordio per Mexes, reduce da un lungo stop per il brutto infortunio al ginocchio. Il piatto piange, vietatissimi passi falsi.
MANGIA... CHE TI PASSA - Il Palermo si presenta a Milano con la tranquillità di chi può serenamente perdere (se lo sentisse Zamparini...) forte di 10 punti in classifica e un inaspettato secondo posto. La variabile impazzita potrebbe essere rappresentata dalla voglia del tecnico Mangia di non sfigurare - è nato a due passi da Milano, a Cernusco sul Naviglio, chissà quanti amici e parenti allo stadio - e dal fiume di tifosi rosanero che tracimerà sabato sera sugli spalti del Meazza in arrivo da mezzo settentrione. Emigranti: altri stereotipi viventi.
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