Inter, cosa va e cosa no: ok il modulo, bocciato il mercato

Calcio
Wesley Sneijder, simbolo dell'Inter, a terra. Come quasi tutti i nerazzurri in questo momento (foto getty)
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L'ANALISI. Quart'ultima solo grazie alla differenza reti e ad una partita da recuperare a Marassi contro il Genoa. La sosta per le nazionali arriva in un momento particolare: ecco cosa è mancato finora ai nerazzurri e cosa servirebbe per risollevarsi

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di Matteo Veronese

Quart'ultima, a pari punti con il Lecce, solo grazie alla differenza reti e ad una partita da recuperare a Marassi contro il Genoa. La sosta per le nazionali arriva in un momento particolare per l'Inter e acuisce il disorientamento dei tifosi: "è un bene perché abbiamo due settimane di tempo per riorganizzarci e recuperare qualche infortunato o è un male perché per un'altra decina di giorni saremo costretti a vedere l'Inter in quella posizione così pericolante?" il ritornello che si ascolta da giorni nei bar, virtuali e non.

Cosa va – Partiamo dalle note positive cercando di analizzare cosa di buono si è visto in queste prime 9 partite di campionato. In primis, allenatore e modulo: dopo una partenza da incubo col 3-4-3 di Gasperini e una sequenza di sconfitte da record ad inizio campionato, squadra e tifosi hanno ritrovato una certa stabilità (tattica i primi, emotiva i secondi) grazie a Ranieri, che ha rimesso tutti al loro posto. A partire da Sneijder, inguaiato da Gasperini a centrocampo, molto lontano dalla porta e soprattutto dalle punte. Il ritorno alla difesa a 4 ha migliorato non di molto la situazione rispetto alle prime giornate, ma il rientro di Samuel si è già fatto sentire in Champions League e, quando sarà del tutto recuperato, sarà un fattore anche in campionato. Altra nota positiva è l'attacco: nella stagione 2010-2011 a questo punto del campionato i nerazzurri avevano segnato 11 reti, tante quante quelle messe a segno in questo inizio di stagione. Ranieri infine sembra aver risvegliato la squadra dal torpore nel quale era caduta da mesi, e certi primi tempi sono stati da grande Inter, vicini agli standard settati da Mourinho. Sulla continuità di rendimento invece c'è ancora da lavorare.

Cosa non va – La difesa. Al contrario di quanto detto per l'attacco, nel reparto arretrato l'Inter ha mostrato difficoltà preoccupanti: 16 gol subiti in 9 gare, il quadruplo rispetto allo score della scorsa stagione. I motivi variano dal modulo delle prime giornate, alla scarsa forma di elementi fondamentali del reparto, agli infortuni. Infortuni che hanno colpito tutti i reparti e molti uomini chiave dello scacchiere nerazzurro. Per tutti questi motivi la vera nota dolente di questo inizio di stagione la si può trovare nel mercato estivo: le incertezze della società hanno allontanato alcuni obiettivi di mercato (Hazard, talento del Lille, ha dichiarato di essere stato vicino all'Inter in estate ma che poi tutto è saltato perché la società non è stata capace di dargli certezze su chi sarebbe stato l'allenatore e sulla permanenza di Eto'o) e costretto Branca&co a ripiegare su acquisti last minute che poco hanno saputo finora portare alla causa nerazzurra e che di certo faticano a scaldare i cuori dei tifosi. Oltre a ciò, mancano dei ricambi all'altezza. In questo caso l'errore è stato commesso anni fa, quando nell'affare Milito-Motta-Ranocchia finirono i cartellini di Destro, Bolzoni, Meggiorini e Bonucci: giovani e italiani che oggi vestono con buoni risultati maglie diverse e che invece sarebbero tornati utili alla causa. Per non parlare di Balotelli e Santon, fino al caso Viviano: ceduto pochi mesi fa in compartecipazione al Genoa, da qualche giorno l'Inter sarebbe pronta a riacquistare l'altra metà del cartellino dell'estremo difensore per affidargli la porta ora difesa da Julio Cesar.

Promossi – Chi si salva, allora? Tra fuori ruolo ed infortunati è difficile scegliere. Un nome certo è quello di Giampaolo Pazzini: Gasperini gli preferiva persino Castaignos, Ranieri gli ha scrollato di dosso le ragnatele delle panchina e il Pazzo lo ha ripagato immediatamente con un gol a Bologna e altri due, pesanti, in Champions League. Non segna molto in campionato, ma tra gli uomini dell'attacco è di certo quello che regala maggiori garanzie. Un altro nome da fare è quello di Maicon: a mezzo servizio, si accende e si spegne come una lampadina anche a causa dei molti problemi muscolari, ma quando è in giornata spacca in due le difese avversarie come nessun'altro è in grado di fare. Oltre all'immortale Zanetti e a Sneijder (per lui vale il discorso fatto per Maicon) un nome nuovo è quello di Obi: tecnicamente va affinato, ma in quanto a corsa e sostanza il centrocampista nigeriano, all'Inter dal 2005, ha poco o nulla da invidiare a compagni di reparto più celebrati.

Bocciati – La difesa dell'Inter non è più quella di una volta. Julio Cesar, Nagatomo e Chivu hanno profondamente deluso: il numero uno verdeoro ha perso la brillantezza degli anni di grazia dal 2008 al 2010, e alterna mezze papere a infortuni muscolari. Non per niente la società pare essere decisa ad affidare a Viviano la porta già dalla prossima stagione. Il terzino giapponese, nonostante la naturale simpatia che suscita in compagni e tifosi, si è dimostrato inadatto al calcio ad altissimi livelli, e Chivu, in scadenza di contratto, è un mistero tattico: non è un terzino, ma da centrale contro la Juventus ha ballato pericolosamente per tutto il match. Bocciati anche i nuovi acquisti Jonathan, presentato come “il nuovo Maicon” e Castaignos, goleador in un campionato, quello olandese, dove i risultati roboanti non fanno più notizia ma incapace di centrare la porta in Serie A (vedi partita casalinga contro il Chievo Verona). Giudizio sospeso su Alvarez, le qualità tecniche del quale sono indubbie, così come, però, la lentezza nel metterle in pratica.

Cosa serve – L'attacco è a posto, e tra poco dovrebbe rientrare anche Forlàn. L'annosa questione del terzino sinistro che sembrava risolta con Santon prima, Zanetti e Nagatomo poi (comunque dei destri adattati) torna prepotentemente alla ribalta vista la bocciatura di Chivu in quel ruolo. Un nome potrebbe essere quello dell'esterno di fascia dell'Udinese Armero, ma il patron Pozzo potrebbe voler giocare al rialzo. Oltre ad un terzino servirebbe un altro centrale giovane e di prospettiva da affiancare a Ranocchia, operazione che metterebbe una pezza preventiva ad eventuali problemi in futuro, visto che Samuel e Lucio non sono eterni: da tempo circola il nome di Juan dell'Internacional di Porto Alegre. Altri due tasselli andrebbero inseriti a centrocampo: in Corso Vittorio Emanuele si seguono sempre con attenzione le piste Hazard e Kucka, ma altri nomi interessanti sono quelli di Ilicic e Strootman, consigliato nientemeno che da Wesley Sneijder.

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