Capocannoniere vuol dire scudetto? L'Udinese ci spera

Calcio
Totò Di Natale e la sua Udinese volano insieme. Verso il terzo titolo di capocannoniere e, magari, lo Scudetto
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La provocazione è servita: la squadra di Guidolin può vincere il titolo perché Di Natale è il miglior marcatore del torneo. Come nella passata stagione: ma, questa volta, in tutta Europa va di moda il bomber "principe del gol" e "re del campionato"

FOTO: Totò Di Natale, storia di un bomber di razza

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di Vanni Spinella

Punti allo scudetto? Inizia a vincere la classifica dei cannonieri. Quelli che pensano che il campionato si conquisti grazie alla miglior difesa non saranno d’accordo. Ma quasi tutta l’Europa, almeno quest’anno, sembra dire che è così.

Il vento è cambiato rispetto alla scorsa stagione, quando, considerando tutti i 52 campionati che si disputano nel nostro continente, nel 62% dei casi il capocannoniere del torneo non è riuscito a portare la sua squadra al titolo.
Ne sanno qualcosa Cristiano Ronaldo, a cui non bastò il record di 40 gol nella Liga per far trionfare il Real Madrid, Super Mario Gomez (28 gol con il Bayern Monaco e Meisterschale al Borussia Dortmund), il neo-laziale Cissè (24 reti con il Panathinaikos e titolo all’Olympiakos). Ma parliamo anche di gente come Welliton, attaccante dello Spartak Mosca e capocannoniere per due anni di fila in Russia: soddisfazioni personali accompagnate da zero trionfi a livello di squadra.
La stessa sorte del nostro Di Natale che, viste le premesse, sembra intenzionato a fare tris. E fa bene, perché per i bomber sembra essere l’anno buono.

Doveroso un piccolo salto indietro nel tempo.
Da Beppe Signori in poi (capocannoniere per 3 volte, la prima nel 1993, senza mai vedere l’ombra di uno scudetto), il titolo di miglior marcatore associato alla squadra vincitrice del campionato ha rappresentato l’eccezione: solo 3 casi negli ultimi 19 anni (Trezeguet-Juventus nel 2002, Shevchenko-Milan nel 2004, Ibrahimovic-Inter nel 2009).
Hanno vinto la classifica dei marcatori Protti (con il Bari retrocesso a fine stagione), Inzaghi ai tempi dell’Atalanta, Lucarelli con il Livorno, Hubner al Piacenza, Bierhoff e Amoroso dell’Udinese.
Mentre, del decennio immediatamente precedente, si ricordano facilmente i successi personali di Platini (1984, Juventus campione), Serena (1989, Inter dei record), Vialli (1991, anno della Sampdoria scudettata) o Van Basten (1992, Milan), tutti abbinati allo scudetto con il proprio club.

Quest’anno, il segnale della svolta viene un po’ da tutta Europa, dove i bomber si stanno riprendendo la testa del campionato con la loro squadra, oltre allo scettro di miglior realizzatore.
In Bundesliga è tornato a dominare il Bayern, e Gomez ha già raggiunto quota 13 gol (in 12 partite), a suon di “dreierpacks”. In Francia conduce il PSG di Gameiro (già 8 gol), in Svizzera il Basilea di Frei (11 centri, e altri 3 in Champions), in Portogallo il Benfica (a pari con il Porto) di Oscar Cardozo (capocannoniere con 6 gol). E negli altri massimi campionati, dove non ci arriva uno da solo, ci si mette in due.
Così, il Real Madrid capolista in Spagna lascia tranquillamente il titolo di pichichi a Messi (14 gol, unico in doppia cifra del Barcellona), ma alle sue spalle ne piazza addirittura due (Cristiano Ronaldo a 13 e Higuain a 11). In Premier, il City di Mancini non si fa certo impensierire dal primato di van Persie dell’Arsenal (11 gol), dato che a inseguirlo ci sono Dzeko (10) e Aguero (9), che si stanno spartendo il bottino di reti come due bravi fratellini.
E in Italia, a sperare di chiudere il cerchio, c’è proprio l’Udinese di Di Natale (8 gol, con 2 rigori). In testa (aspettando che la Juventus recuperi la gara con il Napoli) a pari con la Lazio di Klose (6 gol, senza rigori). Che magari, viste tutte queste coincidenze, inizierà a mandare il suo bomber tedesco anche sul dischetto.

Di Natale capocannoniere, Udinese campione d'Italia. Pensi sia un double possibile?