Countdown derby, Ranieri: "Le pressioni maggiori sul Milan"
CalcioL'allenatore dell'Inter pensa alla supersfida di domenica sera a San Siro contro i cugini rossoneri. I nerazzurri non si presentano da favoriti: "Quello che conta per noi sarà il derby di ritorno. Vorrebbe dire essere in lotta per un grande traguardo"
DOSSIER - Errori ed orrori arbitrali in Serie A
APPROFONDIMENTI - Lo Speciale Calciomercato - Arrivi e partenze: il tabellone del calciomercato
L'INIZIATIVA SU TWITTER: #sefossipresidente: il mercato dei tifosi è su Twitter
Guida tv: così Milan-Inter su Sky anche in 3D
Più che al derby di domenica, Claudio Ranieri pensa a quello del 6 maggio. Ma battere il Milan che da due anni non perde la stracittadina è una soddisfazione che vuole togliersi. Continua il percorso di avvicinamento alla supersfida di domenica sera a San Siro, con i nerazzurri che non si presentano certo da favoriti nonostante le cinque vittorie di fila che hanno permesso di raddrizzare una classifica che si era fatta disperata. Dietro la rinascita dell'Inter ("ma bisogna insistere, consapevoli che niente è stato fatto e molto si potrà fare") c'è sicuramente il tecnico di Testaccio, uno specialista delle situazioni disperate. "Dovevamo tornare ad essere credibili, ritrovare il senso di appartenenza - racconta in un'intervista al 'Corriere della Sera' - ma ancora non abbiamo fatto niente. Abbiamo ricominciato a vincere, ma sul piano del gioco andiamo avanti a sprazzi. L'Inter ha ampi margini di miglioramento".
Ranieri spera di vedere ulteriori progressi contro il Milan. "Non voglio dribblare le responsabilità, perchè sono abituato a prendermele tutte e fino in fondo, ma questa volta le pressioni maggiori le avranno loro - avverte -. Noi fino a ieri eravamo con la testa sott'acqua e non cambierà niente se non dovessimo vincere, perchè chi sta davanti è il Milan. Quello che conta per noi sarà il derby di ritorno, il 6 maggio. Almeno lo spero, perchè vorrebbe dire essere in lotta per un grande traguardo. Ora la nostra unica preoccupazione deve essere quella di chiudere bene il girone di andata e cominciare ancora meglio quello di ritorno".
L'Inter non vince con il Milan dal 24 gennaio 2010, un digiuno che al tecnico nerazzurro non fa alcun "effetto particolare. Penso solo che il tempo gioca a mio favore. Nel calcio le serie positive e quelle negative devono interrompersi. Questo significa che, prima o poi, il Milan dovrà perdere". C'è un Ibra da fermare ("in qualche modo ci proveremo, più che fermarlo, si può frenare o schermare. Bisogna vedere se si riesce a farlo in campo") ma l'Inter, dal canto suo, sembra aver ritrovato Milito. "Ha sempre fatto i movimenti degli attaccanti veri ed è uno che ha ancora molto da dare - continua Ranieri -. Per questo l'ho aspettato volentieri. La palla non voleva saperne di entrare, ma lui in allenamento faceva sempre cose importanti". Chi invece ha dato meno di quello che ci si aspettava è Zarate. "Maurito è un ragazzo d'oro e ha tutto per essere un campione, però mi fa disperare - ammette -. A volte mi accorgo che è il momento di mandarlo in campo, ma lui non tocca il pallone, non rincorre gli avversari, guarda la partita. Poi il giorno dopo in allenamento fa il fenomeno. Gli dico: perchè non l'hai fatto ieri? Mi spiace molto, ma non posso farlo giocare con l'auricolare. Forse è anche colpa mia, perchè non riesco a trovare la chiave giusta per arrivare al cuore di Zarate".
Chi vincerà il derby di Milano? Commenta nel Forum della Serie A
APPROFONDIMENTI - Lo Speciale Calciomercato - Arrivi e partenze: il tabellone del calciomercato
L'INIZIATIVA SU TWITTER: #sefossipresidente: il mercato dei tifosi è su Twitter
Guida tv: così Milan-Inter su Sky anche in 3D
Più che al derby di domenica, Claudio Ranieri pensa a quello del 6 maggio. Ma battere il Milan che da due anni non perde la stracittadina è una soddisfazione che vuole togliersi. Continua il percorso di avvicinamento alla supersfida di domenica sera a San Siro, con i nerazzurri che non si presentano certo da favoriti nonostante le cinque vittorie di fila che hanno permesso di raddrizzare una classifica che si era fatta disperata. Dietro la rinascita dell'Inter ("ma bisogna insistere, consapevoli che niente è stato fatto e molto si potrà fare") c'è sicuramente il tecnico di Testaccio, uno specialista delle situazioni disperate. "Dovevamo tornare ad essere credibili, ritrovare il senso di appartenenza - racconta in un'intervista al 'Corriere della Sera' - ma ancora non abbiamo fatto niente. Abbiamo ricominciato a vincere, ma sul piano del gioco andiamo avanti a sprazzi. L'Inter ha ampi margini di miglioramento".
Ranieri spera di vedere ulteriori progressi contro il Milan. "Non voglio dribblare le responsabilità, perchè sono abituato a prendermele tutte e fino in fondo, ma questa volta le pressioni maggiori le avranno loro - avverte -. Noi fino a ieri eravamo con la testa sott'acqua e non cambierà niente se non dovessimo vincere, perchè chi sta davanti è il Milan. Quello che conta per noi sarà il derby di ritorno, il 6 maggio. Almeno lo spero, perchè vorrebbe dire essere in lotta per un grande traguardo. Ora la nostra unica preoccupazione deve essere quella di chiudere bene il girone di andata e cominciare ancora meglio quello di ritorno".
L'Inter non vince con il Milan dal 24 gennaio 2010, un digiuno che al tecnico nerazzurro non fa alcun "effetto particolare. Penso solo che il tempo gioca a mio favore. Nel calcio le serie positive e quelle negative devono interrompersi. Questo significa che, prima o poi, il Milan dovrà perdere". C'è un Ibra da fermare ("in qualche modo ci proveremo, più che fermarlo, si può frenare o schermare. Bisogna vedere se si riesce a farlo in campo") ma l'Inter, dal canto suo, sembra aver ritrovato Milito. "Ha sempre fatto i movimenti degli attaccanti veri ed è uno che ha ancora molto da dare - continua Ranieri -. Per questo l'ho aspettato volentieri. La palla non voleva saperne di entrare, ma lui in allenamento faceva sempre cose importanti". Chi invece ha dato meno di quello che ci si aspettava è Zarate. "Maurito è un ragazzo d'oro e ha tutto per essere un campione, però mi fa disperare - ammette -. A volte mi accorgo che è il momento di mandarlo in campo, ma lui non tocca il pallone, non rincorre gli avversari, guarda la partita. Poi il giorno dopo in allenamento fa il fenomeno. Gli dico: perchè non l'hai fatto ieri? Mi spiace molto, ma non posso farlo giocare con l'auricolare. Forse è anche colpa mia, perchè non riesco a trovare la chiave giusta per arrivare al cuore di Zarate".
Chi vincerà il derby di Milano? Commenta nel Forum della Serie A